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Onu, Guterres: sollecita elezioni libere e trasparenti in Libano il 15 maggio

K metro 0 – New York – Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha chiesto ufficialmente, in un rapporto diffuso ieri, che le elezioni parlamentari del Libano del 15 maggio siano “libere, eque, trasparenti e inclusive”: sollecitando poi la rapida formazione di un governo che dia priorità all’attuazione delle riforme indispensabili per il Paese, anche

K metro 0 – New York – Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha chiesto ufficialmente, in un rapporto diffuso ieri, che le elezioni parlamentari del Libano del 15 maggio siano “libere, eque, trasparenti e inclusive”: sollecitando poi la rapida formazione di un governo che dia priorità all’attuazione delle riforme indispensabili per il Paese, anche per ottenere i necessari aiuti internazionali.

Il numero 1 del Palazzo di Vetro ha affermato, nel rapporto presentato al Consiglio di sicurezza, che la polarizzazione politica nel Paese è aumentata e il popolo libanese “sta lottando quotidianamente per soddisfare i bisogni essenziali di base”. Ha citato le continue, incessanti proteste in tutto il Libano, innescate dalla “frustrazione pubblica per la situazione politica e la crisi economica e finanziaria”, a sua volta generata a che dalla diffusa piaga della corruzione. L’inflazione rimane altissima, la lira locale ha perso più del 90% del suo valore rispetto al dollaro Usa. Attualmente, secondo i dati delle Nazioni Unite, circa l’80% dei libanesi vive sotto la soglia di povertà.

Le Nazioni Unite in rapporti precedenti, hanno già riferito che quasi 2,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari, inclusi 2,2 milioni di libanesi, 208.000 profughi palestinesi e 78.000 migranti. Inoltre, il 90% degli 1,5 milioni di rifugiati siriani nel Paese continua ad aver bisogno di aiuti umanitari.

Le elezioni parlamentari del 15 maggio, sono le prime dall’inizio del tracollo economico del Libano iniziato alla fine del 2019, seguìto dalla catastrofica esplosione del 4 agosto 2020 al porto di Beirut (più di 215 morti e oltre 3000 feriti, con immediati danni anche per il turismo, che ogni anno portava respiro all’economia arrivando da tutto il mondo e specialmente dai Paesi arabi).

Guterres, a Dicembre scorso, incontrando i vertici libanesi a Beirut, ha ricordato che nessuno è stato ancora giudicato responsabile dell’esplosione e il popolo libanese insiste nel chiedere “verità e giustizia”, sollecitate, anche in sedi europee, da gruppi di comunità libanesi della Diaspora. Ha ribadito la sua richiesta di “un’indagine rapida, imparziale, completa e trasparente”, sottolineando che “l’indipendenza della magistratura deve essere rispettata”.

Alle elezioni del 15 maggio sono in lizza per la legislatura da 128 seggi, equamente divisa tra cristiani e musulmani, 103 liste con 1.044 candidati, riporta l’Ap.

I gruppi di opposizione auto-dichiarati rimangono divisi, secondo linee ideologiche, praticamente su tutto, compreso il modo per rilanciare l’economia; di conseguenza ci sono una media di almeno tre diverse liste di opposizione in ciascuna delle 15 circoscrizioni elettorali, con un 20% di aumento rispetto alle elezioni del 2018.

Il rapporto semestrale del Segretario generale ONU, sull’attuazione di un’importante risoluzione del Consiglio di sicurezza del 2004, ha ricordato che le sue principali richieste – cioè che il governo libanese ristabilisca la sua sovranità in tutto il paese e che tutte le milizie si sciolgano – non sono state ancora soddisfatte. Guterres, nel dettaglio, ha esortato lo Stato libanese a “aumentare i suoi sforzi per ottenere il monopolio del possesso di armi e dell’uso della forza in tutto il suo territorio”.

“Continuo a sollecitare il governo e le forze armate libanesi ad adottare tutte le misure necessarie per vietare a tutti i gruppi armati di acquisire armi e costruire capacità paramilitari al di fuori dell’autorità dello Stato”, ha affermato il capo delle Nazioni Unite.

Guterres ha affermato che il continuo coinvolgimento di Hezbollah nella guerra nella vicina Siria rischia anche di intrappolare il Libano nei conflitti regionali e di minarne la stabilità.

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