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Rsf pubblica il rapporto 2022, sulla libertà di stampa mondiale

K metro 0 – Parigi – Nella classifica stilata, da Reporters sans frontières sulla libertà di stampa mondiale, l’Italia scende alla 58esima posizione e perde 17 posizioni rispetto ai dati diffusi nel 2021. Sono in totale 180 i Paesi valutati da Rsf nel suo report 2022. Di questi, il 73% è caratterizzato da situazioni “molto

K metro 0 – Parigi – Nella classifica stilata, da Reporters sans frontières sulla libertà di stampa mondiale, l’Italia scende alla 58esima posizione e perde 17 posizioni rispetto ai dati diffusi nel 2021. Sono in totale 180 i Paesi valutati da Rsf nel suo report 2022. Di questi, il 73% è caratterizzato da situazioni “molto gravi”, “difficili” o “problematiche” per la professione giornalistica, dovute all’aumento del “caos informativo” e della disinformazione.

L’organizzazione non governativa fondata in Francia nel 1985, declassa anche la Germania al 16° posto nella “classifica della libertà di stampa”. Tra le altre cose, la violenza contro i giornalisti è aumentata, ha detto Reporter senza frontiere. Mentre, i Paesi Bassi sono al 28° posto.

La classifica, pubblicata dall’organizzazione dei giornalisti in occasione della Giornata internazionale della libertà di stampa, mostra come i conflitti violenti e la repressione statale ostacolano il lavoro della stampa.

La Cina è al 175mo posto della classifica, confermandosi come un regime sempre più repressivo, anche se a fare peggio è la Corea del Nord, al 180mo posto. La Russia, si attesta al 155mo posto, in calo di cinque posizioni rispetto al 2021, con una votazione di 38,82 punti contro 51,29 lo scorso anno.

Fanalino di coda Turkmenistan (177), Eritrea (179) e Corea del Nord (180). Tutti e tre i regimi totalitari hanno in comune il fatto che i rispettivi governi detengono il controllo completo su tutti i flussi di informazione; non sembra esserci spazio per un miglioramento della libertà di stampa sotto gli attuali regimi. Invece, la situazione della libertà di stampa in Svizzera continua ad essere “piuttosto buona”, sottolineando che nel complesso la Confederazione rimane un Paese sicuro per i giornalisti e che l’ambiente politico resta favorevole. In cima alla classifica svettano Norvegia (1), Danimarca (2) e Svezia (3).

Parlando di libertà di stampa, Novaya Gazetta, il giornale del premio Nobel per la pace Dmitry Muratov è diventata Novaya Gazeta Europe. Un gruppo di giornali europei – La Stampa in Italia, la Sьddeutsche Zeitung in Germania, Le Monde in Francia e Gazeta Wyborcza in Polonia – fino al 9 maggio pubblicheranno una selezione di articoli della testata. Novaya Gazeta l’anno scorso, ha sospeso le sue pubblicazioni dopo diversi richiami da parte del Roskomnadzor, agenzia federale russa, che monitora i mass media nel Paese.

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