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Tutto il mondo (quasi) decide sanzioni finanziarie su Putin e Lavrov

Tutto il mondo (quasi) decide sanzioni finanziarie su Putin e Lavrov

K metro 0 – Bruxelles – Con l’invasione militare della Russia in Ucraina i paesi di tutto il globo stanno cercando di imporre una maggiore punizione finanziaria su Mosca, compresa l’approvazione da parte dell’Unione europea di un congelamento dei beni del presidente russo Vladimir Putin e del ministro degli Esteri Sergey Lavrov. La decisione unanime

K metro 0 – Bruxelles – Con l’invasione militare della Russia in Ucraina i paesi di tutto il globo stanno cercando di imporre una maggiore punizione finanziaria su Mosca, compresa l’approvazione da parte dell’Unione europea di un congelamento dei beni del presidente russo Vladimir Putin e del ministro degli Esteri Sergey Lavrov.

La decisione unanime dell’Ue, parte di un più ampio pacchetto di sanzioni, evidenzia che le potenze occidentali si stanno muovendo verso misure senza precedenti per cercare di costringere Putin a fermare la brutale invasione del vicino della Russia e dallo scatenare una grande guerra in Europa. Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha detto che “la decisione mostra quanto siamo uniti”. Non era chiaro, in effetti, quale sarebbe stato l’impatto pratico su Putin e Lavrov e quanto fossero importanti i loro beni nell’Unione europea.

“Posso assicurarvi che se avete dei beni importanti e all’improvviso non potrete averli, vi costerà”, ha detto il capo degli affari esteri dell’Ue Josep Borrell, non fornendo tuttavia altri dettagli.

Una decisione altrettanto dura sarebbe vietare a Putin e Lavrov di viaggiare nel Vecchio Continente. Ma durante la notte, i leader dell’Ue han chiarito che questo sarebbe fuori discussione per ora, se non altro perché potrebbe complicare le mosse diplomatiche una volta che tutte le parti si mettono intorno al tavolo dei negoziati. I ministri dell’Ue hanno fatto sapere che ulteriori sanzioni sono ancora possibili, compreso l’espulsione della Russia da Swift, il sistema dominante per le transazioni finanziarie globali. Anzi, “il dibattito su Swift continuerà”, ha affermato il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn.

Ammonendo ulteriormente la Russia, il Consiglio d’Europa l’ha sospesa dalla principale organizzazione per i diritti umani del continente. Il consiglio di 47 nazioni ha difatti precisato che la Russia rimane un membro e continua ad essere vincolata dalle convenzioni sui diritti umani.

Noncurante delle sanzioni punitive, la Russia ha reagito vietando i voli britannici verso e sopra il suo territorio in risposta a un simile divieto britannico sui voli Aeroflot.

L’Ue e altre potenze occidentali come gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno concordato tuttavia una serie di sanzioni che prendono di mira settori che vanno da quello bancario alle raffinerie di petrolio e all’industria della difesa. E proprio mentre la Russia stava facendo un movimento a tenaglia per soffocare l’Ucraina e la sua capitale Kiev, le potenze occidentali stavano attuando misure volte ad “asfissiare l’economia della Russia”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian.

Cercando di rafforzare il suo fianco orientale, l’alleanza della NATO ha tenuto un vertice virtuale dei leader di governo, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. In termini mai sentiti dai tempi della Guerra Fredda, le minacce volavano da tutte le parti. Non solo. In un segno di rabbia, Papa Francesco è andato lui stesso all’ambasciata russa per “esprimere la sua preoccupazione per la guerra”, ha riferito il Vaticano. È stato un gesto straordinario e diretto, dato che di solito i papi ricevono ambasciatori e capi di Stato in Vaticano. Per Francesco, dunque, percorrere una breve distanza fino all’ambasciata russa presso la Santa Sede è stato un segno del suo notevole disappunto.

L’invasione di Putin ha avuto anche ripercussioni nel mondo dello sport. La finale del 28 maggio della Uefa Champions League, il Super Bowl del calcio europeo, è stata sottratta a San Pietroburgo e assegnata a Parigi dopo il coinvolgimento del presidente francese Emmanuel Macron. La Formula Uno ha anche abbandonato il Gran Premio di Russia di questa stagione a Sochi per protesta. E nella cultura pop, il popolarissimo concorso canoro Eurovision ha anche bandito la Russia dalle finali di maggio a Torino, in Italia.

L’azione non è rimasta limitata alle potenze occidentali. I paesi dell’Asia e del Pacifico si sono uniti agli Stati Uniti, all’Unione europea e ad altri in Occidente nel cumulare misure punitive contro le banche russe e le principali aziende. E hanno anche istituito controlli sulle esportazioni per affamare le industrie e i militari russi di semiconduttori e altri prodotti di alta tecnologia.

“Il Giappone deve mostrare chiaramente la sua posizione, ovvero che non tollereremo mai alcun tentativo di cambiare lo status quo con la forza”, ha detto il primo ministro Fumio Kishida alla stampa oggi, annunciando nuove misure che includono il congelamento dei visti e dei beni di gruppi, banche e cittadini russi, e la sospensione delle spedizioni di semiconduttori e altri beni limitati alle organizzazioni russe legate all’esercito. Il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha dichiarato che “un numero impensabile di vite innocenti potrebbe essere perso a causa della decisione della Russia”, e ha annunciato divieti di viaggio mirati contro i funzionari russi e altre misure.

Taiwan ha annunciato che si sarebbe unita alle sanzioni economiche, anche se non ha specificato quali sarebbero state. Potrebbero essere potenzialmente focalizzati sul controllo delle esportazioni di chip semiconduttori, nei quali Taiwan è il produttore dominante. Mentre la maggior parte delle nazioni in Asia si sono radunate per sostenere l’Ucraina, la Cina ha continuato a denunciare le sanzioni contro la Russia e ha accusato gli Stati Uniti e i suoi alleati di provocare Mosca. Pechino, preoccupata per il potere americano in Asia, si è sempre più allineata in politica estera con Putin per sfidare l’Occidente.

“Il governo cinese sta dando seguito all’allentamento delle restrizioni commerciali con la Russia e questo è semplicemente inaccettabile”, si è lamentato il primo ministro australiano Scott Morrison. “Non si va a lanciare un’ancora di salvezza alla Russia nel mezzo di un periodo in cui stanno invadendo un altro paese”, ha aggiunto.

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