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La Germania valuta nuove restrizioni e Scholz punta all’obbliga vaccinale

La Germania valuta nuove restrizioni e Scholz punta all’obbliga vaccinale

K metro 0 – Berlino – La Germania imita l’Italia? I governi federali e statali stanno deliberando ulteriori restrizioni alla vita privata e pubblica in vista della diffusione della variante del coronavirus Omicron. Misure che potrebbero entrare in vigore dal 15 gennaio. Anche se la riduzione dei contatti e il gran numero di vaccinazioni di

K metro 0 – Berlino – La Germania imita l’Italia? I governi federali e statali stanno deliberando ulteriori restrizioni alla vita privata e pubblica in vista della diffusione della variante del coronavirus Omicron. Misure che potrebbero entrare in vigore dal 15 gennaio. Anche se la riduzione dei contatti e il gran numero di vaccinazioni di richiamo hanno contribuito difatti a non far diffondere la variante Omicron in Germania nelle ultime settimane, i membri del Consiglio di esperti del governo federale suppongono che prevarrà anche nel loro paese e diventerà presto dominante in tutto il territorio. Già mercoledì, il ministro federale della Sanità Karl Lauterbach e i suoi corrispettivi degli Stati federali avevano parlato di una quarantena abbreviata.

Cosa prevede l’attuale progetto di risoluzione in esame? In particolare il regolamento 2G-plus nel settore della ristorazione, vale a dire, accesso permesso solo ai vaccinati o guariti dall’infezione con un recente tampone negativo. L’esperto di salute del partito verde Janosch Dahmen aveva già chiesto di rendere più severi i regolamenti in questo settore. I Länder dovrebbero ora considerare la chiusura di ristoranti, bar, club e locali“, ha affermato il politico al Redaktionsnetzwerk Deutschland ieri. “Se decidono di non farlo, l’introduzione a livello nazionale del 2G-plus è il minimo indispensabile”. Anche le regole della quarantena sono state riviste. Secondo la risoluzione proposta, in futuro, coloro che hanno una protezione vaccinale completa con un booster dovranno esserne esentate, e questo vale anche per chi è appena vaccinato e guarito. Per tutti gli altri, l’isolamento è di dieci giorni. Inoltre, l’uso di maschere FFP2 è fortemente raccomandato quando si fa shopping nei negozi e si utilizzano autobus e treni. Questo è richiesto dagli Stati sotto la guida dell’Unione europea.

In un colpo solo, inoltre, il governo tedesco ha classificato circa 40 Stati come aree ad alto rischio, in tutto o in parte, a causa di alti tassi di infezione da COVID e consiglia di non viaggiarci. Secondo il Robert Koch Institute, la classificazione entrerà in vigore domenica. In Europa, il piccolo paese vicino, il Lussemburgo, così come la Svezia e l’Estonia entreranno a far parte della lista; e pure gli Emirati Arabi Uniti insieme con Dubai, Israele, Kenya, Australia o Argentina. Dei paesi confinanti con la Germania, solo l’Austria non è considerata zona ad alto rischio da domenica scorsa, mentre l’Ucraina è l’unico paese ad essere stato rimosso. Chiunque entri pertanto da un’area ad alto rischio senza essere stato vaccinato completamente o non essere guarito deve essere messo in quarantena per dieci giorni e può esserne esentato solo con un test negativo cinque giorni dopo l’ingresso.

Il cancelliere Olaf Scholz (SPD) continua intanto a sostenere l’introduzione di un obbligo generale di vaccinazione COVID in Germania. La sua posizione in merito non è cambiata, anzi. Ieri, l’SPD ha dichiarato che cercherà di portare a termine l’obbligo nel primo trimestre del 2022. I politici dell’Unione stanno facendo pressione sulla questione: “Il cancelliere federale ha annunciato che la vaccinazione sarà obbligatoria a febbraio e la parola dovrà essere mantenuta” ha dichiarato il ministro presidente del Nord Reno-Westfalia Hendrik Wüst (CDU) al giornale “Rheinische Post”.

Forte e dura la replica dell’Associazione tedesca degli alberghi e dei ristoranti (Dehoga) contro i piani dei governi federali e statali di introdurre la regola 2G plus nella gastronomia a livello nazionale. “Gli hotel e i ristoranti non sono veicoli della pandemia”, ha ribattuto il direttore generale Ingrid Hartges.

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