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11 settembre: quei momenti irreali che hanno cambiato la storia

11 settembre: quei momenti irreali che hanno cambiato la storia

K metro 0 – New York – L’11 settembre 2001 è una data spartiacque che ha cambiato per sempre non solo la storia degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo. La memoria della barbara violenza di vent’anni fa, ci spinge verso un maggiore vigore a proteggere quella visione comune di valori che risponde ai

K metro 0 – New York – L’11 settembre 2001 è una data spartiacque che ha cambiato per sempre non solo la storia degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo. La memoria della barbara violenza di vent’anni fa, ci spinge verso un maggiore vigore a proteggere quella visione comune di valori che risponde ai principi di libertà e pacifica convivenza tra popoli.

Nei giorni successivi all’11 settembre, abbiamo visto gesti di eroismo ovunque, dove erano attesi e dove non lo erano. Abbiamo anche visto una cosa moto rara: un vero sentimento di unità nazionale,” ha affermato il presidente americano Joe Biden. Per me, – prosegue il presidente – “questa è la lezione centrale dell’11 settembre. È che nei nostri momenti più vulnerabili, nelle spinte contrastanti di tutto ciò che ci rende umani, nella battaglia per l’anima dell’America, l’unità è la nostra più grande forza”.

Nella “Grande mela”, si viene immersi in una fusione unica di culture che la città eredita da tutte le popolazioni che nei decenni sono immigrate in essa, portando con se usanze, abitudini, folklore e stili di vita. Tra le comunità ci sono uomini e donne di origine italiana che persero la vita in quella dolorosa circostanza, vite spezzate da un fanatismo vile e cieco. Basta pensare che la popolazione di New York è tra le più variegate al mondo, da sempre meta principale degli immigrati provenienti da ogni parte del globo. Tuttavia, l’attacco alle Torri Gemelle, fu anche un sentimento di vendetta che andò rapidamente diffondendosi dopo gli attentati dell’11 settembre. Lo stato di shock dell’America si trasformò ben presto in una risposta rabbiosa. Gli arabi e i musulmani americani hanno avvertito subito il contraccolpo. Nel 2017, tre quarti dei musulmani statunitensi intervistati dal Pew Research Center hanno lamentato “forti discriminazioni” nei loro confronti e poco meno della metà ha affermato di aver subito almeno un atto di discriminazione nell’anno precedente. Ferite che ancor oggi stentano a rimarginarsi.

Le immagini dello schianto degli aerei manovrati dai ‘piloti di al-Qaeda’ sulle Torri Gemelle e poi sul Pentagono rimarranno per sempre nella memoria di tutti coloro che quel giorno accesero la tv e vissero in diretta quei momenti irreali e allo stesso spaventosi. Film, documentari, serie tv e libri hanno analizzato in ogni dettaglio l’attacco sferrato ormai 20 anni fa al cuore dell’America. Scrive l’Adnkronos, un evento finito sui libri di storia di cui, tuttavia, basta conoscere alcune curiosità per comprenderne bene la portata.

Una, alquanto macabra, riguarda le 2.753 vittime del World Trade Center a Manhattan. Come riporta l’emittente Abc, in 20 anni – attraverso l’analisi dei resti di dna umano rinvenuti tra le macerie – l’Office of Chief Medical Examiner di New York ne ha identificate solo 1.647, le ultime due solo pochi giorni fa. Il 40% dei morti di Ground Zero non ha ancora un nome. Il dipartimento dei vigili del fuoco di New York perse 343 vigili, circa la metà delle vittime registrate dal personale in servizio in 100 anni di storia del dipartimento.

Un’altra curiosità riguarda il tempo trascorso tra l’inizio dell’attacco e il crollo di entrambe le torri del World Trade Center. A molti è sembrata un’eternità, in realtà tutto si è svolto nel giro di 102 minuti, poco meno di due ore. Il volo American Airlines 11 in viaggio da Boston a Los Angeles ha colpito la prima torre a New York intorno alle 8.46 ET. Diciassette minuti dopo, il volo United Airlines 175, anch’esso diretto da Boston a Los Angeles, ha colpito la torre sud. Quest’ultima è crollata in appena dieci secondi alle 9.59. La torre nord, invece, è venuta già alle 10.28.

Spesso ignorato, l’aspetto economico dell’attentato è stato devastante. Secondo un’inchiesta del New York Times, l’impatto dell’11 settembre è stato di almeno 3,3 trilioni di dollari tra danni materiali, recessione, indennizzi e guerra al terrorismo. La Borsa chiuse per quattro giorni dopo gli attacchi, prima volta dalla Grande Depressione, e i prezzi scesero drasticamente.

Nel 2002 le autorità di New York hanno calcolato in 55 miliardi di dollari il costo dei danni materiali, con le sole torri crollate costate 8 miliardi circa. La maggiore voce di spesa, tuttavia, riguarda la guerra al terrore, annunciata il 20 settembre 2001 dall’allora presidente Bush con l’inizio dell’intervento in Afghanistan, seguito da quello in Iraq, nonostante la dura opposizione di Francia, Russia e Germania, gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq nel marzo 2003.

Ci sono volute poi 3,1 milioni di ore di lavoro per ripulire Ground Zero da 1,8 milioni di tonnellate. Subito dopo gli attacchi, i primi soccorritori hanno salvato coloro che erano rimasti intrappolati tra le macerie. Il giorno dopo avevano una nuova missione straziante: cercare i resti umani per identificare in seguito i corpi.

Quelle operazioni furono pericolosissime. Alcuni vigili del fuoco si scrissero i nomi sulle braccia nel caso fossero rimasti schiacciati. I detriti tossici hanno anche fatto ammalare di cancro migliaia di persone. Secondo la Cnn, il luogo degli attacchi è stato ufficialmente ripulito solo il 30 maggio 2002.

L’ultima curiosità riguarda la struttura dell’One World Trade Center o Freedom Tower, il grattacielo realizzato al posto delle Torri Gemelle e che con i suoi 541 metri è il più alto d’America ed il sesto al mondo. Completato nel 2014, l’edificio ospita uffici, un osservatorio, un memoriale e un museo sull’11 settembre.

Venti anni dopo, non c’è alcuna ragione – o presunte questioni di sicurezza nazionale – per continuare a tenere queste informazioni segrete”. Lo hanno scritto i familiari delle vittime, in una lunga lettera indirizzata al capo della Casa Bianca. In particolare hanno sollecitato il presidente Joe Biden di revisionare i documenti classificati “Top Secret” e renderli pubblici. La richiesta ha ottenuto il via libera del Presidente Biden.

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Nizar Ramadan
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