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Francia: ex ministro della salute, convocata dai giudici per la gestione dell’emergenza Covid

Francia: ex ministro della salute, convocata dai giudici per la gestione dell’emergenza Covid

K metro 0 – Parigi – Agnès Buzyn, 58 anni, già ministro della salute, dal maggio 2017 al febbraio 2020, nel governo di Edouard Philippe (nominato premier dal presidente della repubblica Emmanuel Macron nel 2017) è stata convocata, venerdì 10 settembre, davanti alla Corte di Giustizia della Repubblica, l’unico tribunale abilitato a perseguire e processare

K metro 0 – Parigi – Agnès Buzyn, 58 anni, già ministro della salute, dal maggio 2017 al febbraio 2020, nel governo di Edouard Philippe (nominato premier dal presidente della repubblica Emmanuel Macron nel 2017) è stata convocata, venerdì 10 settembre, davanti alla Corte di Giustizia della Repubblica, l’unico tribunale abilitato a perseguire e processare primi ministri, ministri e segretari di Stato per reati e illeciti commessi “nell’esercizio delle loro funzioni”.

Dovrà rispondere del suo operato durante la crisi della pandemia di coronavirus in seguito alle denunce di malati e sindacati dei medici su presunti errori nella gestione della crisi sanitaria nella primavera del 2019, secondo quanto riportato dal quotidiano “Le Monde”.

I giudici della Cour de Justice de La Republique, stanno valutando se accusare l’ex ministro di “omissione di cautele contro disastro” e di aver messo a rischio le vite degli altri.

Agnès Buzyn, ha dovuto dimettersi all’inizio della pandemia su pressione del presidente Emmanuel Macron per sostituire Benjamin Griveaux, il candidato del partito LREM (La République en Marche) a sindaco di Parigi, costretto a ritirarsi dopo la diffusione su Internet di un video hard scandalo, dove appariva in atteggiamenti intimi con una giovane studentessa.

Sconfitta clamorosamente nella sua corsa per il municipio di Parigi (è arrivata terza con il 16% dei voti, contro il 32% di Rachida Dati al secondo posto, entrambe battute dalla socialista Anne Hidalgo rieletta per un secondo mandato) Buzyn è stata nominata a gennaio membro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a Ginevra, responsabile delle questioni multilaterali.

Nell’ottobre del 2020, a poche ore dall’inizio del coprifuoco a Parigi e in altre otto città, la sua casa era stata perquisita insieme alle abitazioni del suo successore al ministero della Salute, Olivier Véran, del direttore generale del ministero, Jérôme Salomon, dell’ex premier Édouard Philippe, e dell’ex portavoce del governo, Sibeth Ndiaye.

Le perquisizioni, con il supporto di tecnici informatici, miravano a ricercare rapporti non pubblici o comunicazioni non professionali che potessero dimostrare il livello di conoscenza del governo sulla pandemia nelle prime settimane del 2020.

Agnès Buzyn aveva detto, in un’intervista a “Le Monde”, di aver allertato già a gennaio sulla gravità dell’emergenza in arrivo.

Uno degli obiettivi dell’inchiesta giudiziaria era quello di “determinare la responsabilità per l’assenza di dispositivi di protezione” (mascherine e quant’altro), negli ospedali nel momento della crisi. “Si tratta di sapere – aveva detto Airé Alimi, l’avvocato del sindacato sanitario Inter Urgences – se le autorità sapevano che l’epidemia stava arrivando e non hanno preso le misure adeguate”.

Sulla gestione della crisi sanitaria nella primavera scorsa sono state anche organizzate due commissioni d’inchiesta parlamentare.

Questo venerdì, Agnès Buzyn, convocata dai magistrati istruttori della Corte di Giustizia della Repubblica per la seconda volata (non aveva rispettato una prima convocazione a luglio, con gran disappunto degli inquirenti) rischia un rinvio a giudizio. La Corte di giustizia è determinata a proseguire le proprie indagini, scrive “Le Monde”, nonostante “le imminenti scadenze elettorali… e gli ostacoli disseminati sul suo cammino, in particolare dal potere politico”.

I portavoce dell’OMS e del ministero della salute francese non hanno risposto alle richieste di commento sulla questione.

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