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Vaccinazioni Ue: forte differenza tra Est ed Ovest

Vaccinazioni Ue: forte differenza tra Est ed Ovest

K metro 0 – Bruxelles – Il 70 per cento della popolazione adulta dell’Unione europea ha completato la vaccinazione contro il Covid-19. Ma dall’annuncio della Commissione europea sulla “missione compiuta” si cela una forte differenza tra l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest. La Commissione europea si è finora assicurata fino a 4,6 miliardi di dosi di

K metro 0 – Bruxelles – Il 70 per cento della popolazione adulta dell’Unione europea ha completato la vaccinazione contro il Covid-19. Ma dall’annuncio della Commissione europea sulla “missione compiuta” si cela una forte differenza tra l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest.

La Commissione europea si è finora assicurata fino a 4,6 miliardi di dosi di vaccini anti COVID-19 e sono in corso negoziati per ulteriori dosi. Le consegne di vaccini ai paesi dell’UE sono aumentate costantemente e la vaccinazione si sta intensificando. Ma dalle cifre sulla campagna d’immunizzazione pubblicate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie salta all’occhio il ritardo della Bulgaria, che ha completato la vaccinazione di appena il 20 per cento della sua popolazione adulta. La Romania si colloca in penultima posizione, con un tasso al 31,9 per cento, preceduta dalla Lettonia (46,4 per cento) e dalla Croazia (47,7 per cento), l’ultimo Paese ad essere entrato nell’Unione europea.

Tra gli Stati più popolosi che hanno trovato difficoltà nella campagna di immunizzazione dal Covid spicca la Polonia, ferma a un tasso di vaccinazione di poco superiore al 58 per cento. A vantare invece un tasso superiore all’80 per cento, dunque ben oltre gli obiettivi fissati da Bruxelles, sono Malta (90,8 per cento), Irlanda (87,7 per cento), Danimarca, Portogallo e Belgio (tutti e tre al di sopra dell’83 per cento).

I quattro Paesi più popolosi dell’Ue – Germania, Francia, Italia e Spagna – si trovano nella fascia tra il 70 e l’80 per cento, con l’Italia che è riuscita solo in giornata, con 24 ore di ritardo rispetto al ritmo medio nel resto dell’Ue, ad agganciare l’obiettivo dei sette vaccinati ogni dieci adulti.

La disparità interna all’Unione ha sollevato diversi interrogativi durante la conferenza stampa di ieri della Commissione europea, durante la quale il portavoce dell’esecutivo Ue, Eric Mamer, ha assicurato che Bruxelles non si è dimenticata dei Paesi più in difficoltà.

Stiamo sostenendo gli Stati membri dove si riscontra l’esitazione maggiore alla vaccinazione a comunicare con il proprio pubblico per rinforzare il messaggio che i vaccini approvati nell’Unione europea sono sicuri ed efficaci”, ha detto il portavoce. Incalzato dalle domande sui ritardi nell’Est Europa, Mamer ha poi tagliato corto: La responsabilità della Commissione è quella di distribuire i vaccini agli Stati, mentre le campagne di somministrazione restano una competenza nazionale”.

Nel frattempo, lEma, ha riferito che la terza dose non è urgente per i soggetti che hanno già completato la vaccinazione contro il covid, vista l’efficacia e la protezione garantita dai vaccini, è la posizione che l’agenzia europea del farmaco, ha illustrato con una nota sul proprio sito. “Non c’è necessità urgente di somministrare la dose ‘booster’ dei vaccini ai soggetti pienamente vaccinati secondo un report tecnico diffuso ieri dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Il report evidenzia anche che le dosi supplementari dovrebbero essere già prese in considerazione per persone con il sistema immunitario gravemente indebolito”, si legge.

L’Ecdc e l’Agenzia europea del farmaco Ema – si legge in una nota – continueranno a lavorare insieme per raccogliere e valutare i dati che i stanno rendendo disponibili, e la relazione tecnica verrà aggiornata progressivamente.

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