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La scrittura e la melodia della musica al Giffoni Film Festival

La scrittura e la melodia della musica al Giffoni Film Festival

K metro 0 – Salerno – La parola, nelle sue molteplici declinazioni, è stata l’assoluta protagonista dell’incontro di Erri De Luca con i giovani giurati del Giffone Film Festival. “Più si legge e più si diventa proprietari della propria lingua: solo così si alimentano gli anticorpi contro le false informazioni, è una questione di igiene

K metro 0 – Salerno – La parola, nelle sue molteplici declinazioni, è stata l’assoluta protagonista dell’incontro di Erri De Luca con i giovani giurati del Giffone Film Festival.

Più si legge e più si diventa proprietari della propria lingua: solo così si alimentano gli anticorpi contro le false informazioni, è una questione di igiene personale – ha detto ai ragazzi – Credo che il motivo per cui ho iniziato a scrivere è perché da adolescente avevo difficoltà di comunicazione.

La scrittura, la felicità, la politica, la pandemia, il futuro: sono alcuni dei temi che lo scrittore ha affrontato.

La scrittura è soprattutto identità ed ha un legame preciso con la memoria: “Dimentico tutto e per questo sono sorpreso dai ricordi. Comincio a scrivere quando la memoria mi rilascia qualcosa. Quel ricordo però non sta lì fermo, scappa, si muove di continuo e mentre scrivo una storia me la sto anche raccontando. Per me un romanzo è una passeggiata che non segue una pista battuta. E’ un po’ come andare in montagna – ha spiegato – All’inizio le possibilità sono infinite, poi man mano si riducono fino alla conquista della cima.

E dalla scrittura di Erri De Luca, si passa alle note musicali di Diodato.

La sua canzone, “Fai rumore”, durante la pandemia, ci ha trasmesso una nuova visione di guardare la vita: essere forti uniti agli altri.

Fai rumore”, simbolo di un anno che lo ha visto protagonista: “Pensavo di aver raggiunto l’apice emotivo con la vittoria al Festival di Sanremo. Mai avrei immaginato quello che stava per arrivare per tutti noi. Poi – dice – vedere diventare quella canzone altro, perché tu le canzoni le scrivi e loro se ne vanno per la loro strada, hanno una vita tutta loro, mi ha fatto provare da una parte dolore e dall’altra felicità. È diventata un grido di liberazione”. E ancora: “Vedere tanta gente scegliere quella canzone per manifestare la propria presenza e umanità in quel tempo così strano mi ha fatto sentire parte di una storia comune”.

Sono metà pugliese e metà campano, perché mio padre è di ‘Saliern’”, esordisce Diodato pronunciando Salerno nel dialetto locale. Ma la gag lascia subito spazio alla riflessione.

Dopo Giffoni si sposta a Rimini per il suo tour e aggiunge: “Il 19 settembre sarò all’Arena di Verona. Stavolta non da solo. Sarà una festa – esclama – Vorrei che fosse una festa dell’anima, una festa luminosa, un ritrovarsi. Vorrei che tutti provassimo emozioni forti per scambiarcele”. Perché, osserva, “non credo che la musica debba essere solo svago. Credo che la musica debba aiutare ad attraversare il buio. Spero che alla fine i miei concerti facciano uscire più consapevoli e più leggeri. Perché la musica è magica”.

Il viaggio nelle emozioni tocca il tema della bellezza e Diodato inizia con una premessa: “Uso tanto la parola vita perché credo sia il centro della mia ricerca. Le mie canzoni altro non sono che il tentativo di racchiudere in tre minuti qualcosa di troppo grande da descrivere. La bellezza è il vissuto – spiega – Ed è forse il motivo per cui riesco a vederla anche nelle cose drammatiche che ho vissuto. Cerco sempre di trovarci un insegnamento.

di Laura Placenti

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