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Usa, i super-ricchi non pagano (quasi) nessuna imposta sul reddito

Usa, i super-ricchi non pagano (quasi) nessuna imposta sul reddito

K metro 0 – Washington – Potremo chiamarlo TaxLeaks: un sito web che ha fatto trapelare quante poche tasse sul reddito paghino i miliardari americani. Il suo nome è in realtà ProPublica, un sito web investigativo dove è pubblicata l’inchiesta “The Secret IRS files”, dove IRS sta per Internal Revenue Service (l’agenzia governativa addetta alla

K metro 0 – Washington – Potremo chiamarlo TaxLeaks: un sito web che ha fatto trapelare quante poche tasse sul reddito paghino i miliardari americani.

Il suo nome è in realtà ProPublica, un sito web investigativo dove è pubblicata l’inchiesta “The Secret IRS files”, dove IRS sta per Internal Revenue Service (l’agenzia governativa addetta alla riscossione dei tributi negli Stati Uniti).

Propublica dice di aver visto le dichiarazioni dei redditi di alcune delle persone più ricche del mondo, tra cui Jeff Bezos (patron di Amazon) Elon Musk (Tesla) e Warren Buffett (l’imprenditore un po’ solipsista, noto per la sua frase celebre: “Quando voglio prendere una decisione di gruppo mi guardo allo specchio”).

Il sito rivela che il signor Bezos di Amazon non ha pagato le tasse nel 2007 e nel 2011, mentre il signor Musk di Tesla non ha pagato nulla nel 2018.

Una portavoce della Casa Bianca ha definito la fuga di notizie “illegale”, e l’FBI e le autorità fiscali stanno indagando.

ProPublica ha detto che stava analizzando quella che ha definito “una vasta raccolta di dati dell’Internal Revenue Service” sulle tasse dei miliardari, e avrebbe rilasciato ulteriori dettagli nelle prossime settimane.

La presunta fuga di notizie arriva in un momento di crescente dibattito sulla quantità di tasse pagate dai ricchi e sulla crescente disuguaglianza.

ProPublica sostiene che i 25 americani più ricchi pagano meno tasse – una media del 15,8% del reddito lordo corretto – rispetto alla maggior parte dei lavoratori americani tradizionali.

Le persone ultra-ricche possono aggirare il sistema in modo del tutto legale” ha detto Jesse Eisiger, senior reporter di Probublica. Hanno un’enorme capacità di trovare deduzioni, crediti d’imposta e di sfruttare le scappatoie del sistema”.

Così, ad esempio, mentre il valore della loro ricchezza cresce enormemente attraverso il possesso di azioni della loro azienda, questo non viene registrato come reddito. La loro ricchezza deriva infatti dall’aumento vertiginoso dei loro attivi, come pacchetti azionari o proprietà immobiliari. Ma questi guadagni non vengono contemplati dalle leggi vigenti negli Stati Uniti come reddito tassabile, a meno che o fino a quando non vengono venduti.

Ma c’è di più: “Ottengono anche deduzioni fiscali cospicue, spesso perché hanno acceso prestiti per finanziare il loro stile di vita”.

Prendono in prestito da una banca “a un tasso d’interesse relativamente basso, vivono di quello e possono usare le spese per gli interessi come deduzioni sul loro reddito”.

I piani di Biden

“Usando strategie fiscali perfettamente legali, molti super-ricchi riescono a ridurre i loro carichi fiscali a nulla o quasi” anche se la loro ricchezza è aumentata negli ultimi anni.

Come molti cittadini comuni, sono in grado di ridurre le loro imposte sul reddito attraverso le donazioni di beneficenza e attingendo denaro dal reddito da investimenti piuttosto che dal reddito da lavoro.

Basandosi sui dati raccolti dalla rivista “Forbes” (il magazine che da un secolo racconta i segreti e i protagonisti dell’economia e della finanza internazionali) Propublica ha sottolineato che la ricchezza dei 25 americani più ricchi è balzata complessivamente a 401 miliardi di dollari dal 2014 al 2018 – a fronte dei quali hanno pagato sol 13,6 miliardi di dollari di imposte sul reddito in quegli anni.

Il presidente Joe Biden ha promesso di aumentare le tasse sugli americani più ricchi come parte di un disegno per ridurre le diseguaglianze e raccogliere fondi per il suo massiccio programma di investimenti in infrastrutture.

Vuole aumentare l’aliquota massima d’imposta, raddoppiare la tassa sugli alti guadagni derivanti dagli investimenti, e modificare la tassa di successione.

Ma ProPublica ha osservato che “mentre alcuni americani ricchi, come i gestori di hedge funds (fondi di investimento speculativi), pagherebbero più tasse con le attuali proposte dell’amministrazione Biden, la stragrande maggioranza dei primi 25 in classifica vedrebbe pochi cambiamenti”.

Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, Michael Bloomberg, un ex sindaco di New York i cui dati fiscali figuravano tra i documenti acquisiti da Propublica, avrebbe detto che la loro divulgazione violerebbe la privacy e che avrebbe usato “mezzi legali” per scoprire la fonte della fuga di notizie.

ProPublica, ha pubblicato diversi articoli su come i tagli di bilancio all’Internal Revenue Service degli Stati Uniti hanno ostacolato la sua capacità di far rispettare le norme fiscali sui ricchi e sulle grandi aziende e grazie a questi articoli è riuscita a i documenti trapelati.

L’addetto stampa della Casa Bianca Jen Psaki ha dichiarato che “qualsiasi divulgazione non autorizzata di informazioni governative riservate” è illegale.

La portavoce del ministero del Tesoro, Lily Adams ha precisato in una e-mail inviata alla Reuters che la questione è stata deferita all’FBI, ai procuratori federali e a due organi di controllo interni del ministero.

Il commissario dell’Internal Revenue Service degli Stati Uniti, Charles Rettig, non si è sbilanciato sulla posizione di specifici contribuenti. Ma ha confermato che c’è un’indagine in corso riguardo ai sospetti che la fonte delle informazioni riservate proveniva dall’Internal Revenue Service”.

In conclusione, le dichiarazioni dei redditi trafugate da ProPublica mostrano che i super ricchi sono di fatto riusciti ad aggirare il sistema fiscale americano e che i supermiliardari sono in grado di adottare strategie fiscali fuori dalla portata dei cittadini comuni.

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