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Croazia: torture e brutali aggressioni contro migranti

Croazia: torture e brutali aggressioni contro migranti

K metro 0 – Zagabria – Il Consiglio danese per i rifugiati (RDC) ha denunciato con forza e suoi mezzi di informazione europei una serie di brutali aggressioni avvenute al confine bosniaco-croato che hanno coinvolto richiedenti asilo tra il 12 e il 16 ottobre. Gli operatori dei diritti umani danesi di stanza nei Balcani dichiarano

K metro 0 – Zagabria – Il Consiglio danese per i rifugiati (RDC) ha denunciato con forza e suoi mezzi di informazione europei una serie di brutali aggressioni avvenute al confine bosniaco-croato che hanno coinvolto richiedenti asilo tra il 12 e il 16 ottobre.

Gli operatori dei diritti umani danesi di stanza nei Balcani dichiarano che dozzine di migranti hanno riportato gravissime lesioni a causa delle brutali torture perpetrate dalle forze dell’ordine croate prima di essere espulsi dal paese e fatti rientrare forzatamente e sotto minaccia in Bosnia.

Nicola Bay, direttore del RDC di stanza in Bosnia a Sarajevo, ha dichiarato ieri all’Associated Press che ben 149 migranti di diverse nazionalità, intervistati dai suoi collaboratori nel paese negli ultimi 10 giorni in modo indipendente, hanno riferito di essere stati esposti a un trattamento “estremamente violento” da parte della polizia croata. La veridicità delle testimonianze raccolte è confermata dal fatto che coloro che sono stati intervistati non erano stati in contatto tra loro, ma tutti hanno confermato gli stessi disumani abusi.

Bay ha dichiarato che le testimonianze raccontano pestaggi brutali e torture, descrivono di persone spogliate nude, ammassate come tronchi impilati gli uni sugli altri e costrette a mentire sulle loro origini, sulle loro rotte e persino sui loro orientamenti sessuali, per poi, “in almeno due casi” segnalare “gravi abusi sessuali”. Lo stesso ha concluso la dichiarazione asserendo che “le somiglianze tra questi racconti sono davvero agghiaccianti in quanto indicano schemi sistematici di abuso … (da parte di) uomini in divisa nera e con passamontagna neri”

Le squadre mediche che operano nel campo Miral a Velika Kladusa, nella Bosnia occidentale, hanno affermato che queste vittime hanno subito le ferite più gravi a cui abbiano assistito fino ad oggi.

Nel mentre, la segretaria generale della RDC, Charlotte Slente, descrivendo le testimonianze come “orribili”, ha esortato in una dichiarazione scritta a un’azione immediata “per porre fine all’uso sistematico della violenza”, poiché “trattare gli esseri umani in questo modo … indipendentemente dal loro status migratorio, non può e non deve essere accettato da nessun paese europeo o da qualsiasi istituzione dell’UE”.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno accusato la polizia croata per anni di brutalità e respingimenti illegali di migranti, ma la Croazia ha costantemente negato. Le chiamate effettuate ieri all’ufficio stampa della polizia croata sono rimaste senza risposta e, nel tentativo di mitigare le discussioni, il ministero dell’Interno croato ha dichiarato, all’inizio di questa settimana, che stava indagando sulle accuse della RDC con l’obiettivo di “rimuovere ogni dubbio sul comportamento degli agenti di polizia croati o di sanzionare ed eliminare tutte le irregolarità, se si sono verificate”, affermando che è nel loro interesse punire chi non rispetta i regolamenti. In passato lo stesso ministero ha sempre negato queste accuse, asserendo che non possono essere verificate e che alcuni migranti accusino false violenze per facilitare le loro richieste di asilo e per ottenere aiuti dalle Ong.

I migranti intervistati dalla RDC in Bosnia hanno riportato ferite visibili che sono state documentate anche in una serie di fotografie inquietanti condivise con il Theguardian.

I casi di violenza non si arrestano ed anche ieri, in un campo improvvisato nel nord-ovest della Bosnia, numerosi altri migranti hanno riportato ferite che gli sarebbero state inflitte dalla polizia croata dopo essere riusciti ad entrare nel paese.

Dunja Mijatovic, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha espresso preoccupazione per le ultime accuse, osservando che la reazione consueta del governo croato “è stata quella di respingere i rapporti pubblicati da ONG o derivanti da giornalismo investigativo”.

Nel mentre il governo croato afferma che tutte le accuse sono oggetto di indagine, la Mijatovic si scaglia contro la poca considerazione che queste situazioni aberranti continuano ad avere, “in modo preoccupante, questi rapporti suggeriscono che la violenza e gli atti disumani che accompagnano i blocchi sono in aumento, e sembra che le forze dell’ordine croate continuino a godere dell’impunità per tali gravi violazioni dei diritti umani”, ha concluso la Commissaria per i diritti umani.

Le testimonianze sono raccapriccianti: coloro che hanno subito ed assistito a queste torture raccontano e descrivono non solo di fatti agghiaccianti, ma anche di come gli esecutori di tali violenze siano estremamente compiaciuti del loro operato, arrivando persino a scattarsi selfie con gli abusati immobilizzati.

“Quando ci prendono, iniziano a picchiarci con bastoni ed a prenderci a calci come se fossimo animali… prima di riportarci” in Bosnia, ha detto un giovane del Bangladesh nel campo vicino al confine con la Croazia dove sono bloccati centinaia di migranti.

L’uomo, che ha chiesto di non essere identificato per paura di ripercussioni, ha asserito che la polizia croata ha sequestrato anche gli effetti personali dei migranti come i telefoni cellulari ed i loro risparmi.

Un altro migrante, che si è identificato come Muhammed dal Pakistan, ha affermato, mostrando ferite in via di guarigione sulle braccia e sulle gambe, che la polizia croata lo avrebbe aggredito con dei cani dopo essere riuscito ad entrare nel paese due settimane fa.

Un altro richiedente asilo, ha affermato di essere stato aggredito sessualmente da un uomo che utilizzava un ramo, violenza confermata da Mustafa Hodžić, medico di Velika Kladuša, ha esaminando l’uomo ha asserito che “il paziente aveva ferite su tutta la parte posteriore del corpo, sulla schiena e sulle gambe. Posso confermare i segni di una chiara violenza sessuale … non ho mai visto niente di simile. Anche se non è la prima volta come medico ho visto segni di violenza sessuale sui migranti, che, secondo i resoconti dei richiedenti asilo, sono state perpetrate in territorio croato da funzionari croati vestiti con uniformi nere”.

La Bosnia, che non si è mai veramente ripresa dalla brutale guerra del 1992-95, è divenuta, tre anni fa, un collo di bottiglia per migliaia di migranti diretti in Europa dal Medio Oriente, dall’Asia centrale e dal Nord Africa, quando altre nazioni hanno chiuso i loro confini e interrotto i percorsi migratori attraverso il Balcani.

Entrando in Bosnia, la maggior parte dei migranti cammina a nord-ovest fino al confine altamente scosceso di 1.000 chilometri del paese con la Croazia, una delle ultime porte d’accesso al nord Europa e che rappresenta, per queste persone, una meta di salvezza dopo viaggi così strazianti.

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Daniele Marrone
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