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Turchia, pronti al dialogo e alla distribuzione equa delle risorse

Turchia, pronti al dialogo e alla distribuzione equa delle risorse

K metro 0 – Ankara – Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, ha detto oggi che la Turchia è favorevole a un dialogo diretto con la Grecia, che porterebbe a un’equa condivisione delle risorse nel Mediterraneo orientale. Intanto l’Unione europea ha invitato ieri al dialogo con la Turchia. Intervenendo in una conferenza stampa con

K metro 0 – Ankara – Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, ha detto oggi che la Turchia è favorevole a un dialogo diretto con la Grecia, che porterebbe a un’equa condivisione delle risorse nel Mediterraneo orientale. Intanto l’Unione europea ha invitato ieri al dialogo con la Turchia.

Intervenendo in una conferenza stampa con il suo omologo algerino, il ministro Cavusoglu ha dichiarato: “Siamo favorevoli a una soluzione comune che comporti sedersi attorno a un tavolo per negoziare con tutte le parti del Mediterraneo orientale, affinché tutti possano beneficiare delle risorse del Mediterraneo orientale in modo giusto o per la condivisione (delle risorse) in modo equo”, il ministro turco ha anche accusato la Grecia di aver intrapreso “atti provocatori” nella regione. “Se la militarizzazione dell’isola di Kastellorizo supererà i limiti previsti” dall’accordo di Parigi del 1947, “sarà la Grecia a perdere“. Lo ha affermato il ministro Cavusoglu, tornando ad accusare Atene per l’escalation nel Mediterraneo orientale. “Dopo le notizie diffuse dai media greci” sullo sbarco di soldati ellenici sull’isola dell’Egeo sudorientale, le autorità di Atene “hanno detto che si trattava di un cambio della guardia. Forze di questo tipo possono essere mantenute senza armi pesanti per ragioni di sicurezza interna. Ma ci sono dei limiti”, ha sottolineato Cavusoglu.

Nelle ultime settimane, il leader turco e quello greco sono stati impegnati in una retorica tesa, mentre le loro navi da guerra si sono schierate a vicenda nel Mediterraneo orientale. Le forze di entrambi i paesi hanno condotto una serie di esercitazioni militari nei mari tra Cipro e l’isola greca di Creta.

Intanto la Grecia, membro dell’Unione Europea, sostiene che le acque fanno parte della sua piattaforma continentale ottenendo il sostegno del blocco di 27 Paesi, che hanno condannato le “attività illegali” della Turchia e prevede di inserire nella lista nera i funzionari turchi legati all’esplorazione energetica.

La Turchia contesta le affermazioni della Grecia secondo cui le acque, in cui si è alla ricerca di idrocarburi, fanno parte della piattaforma continentale greca, insistendo sul fatto che le isole greche vicino alla costa turca non possono essere prese in considerazione quando delineano i confini marittimi. Ankara accusa Atene di cercare di accaparrarsi una quota ingiusta delle risorse del Mediterraneo orientale, mentre Ankara ha annunciato che avrebbe prolungato la missione di Oruc Reis di altri 10 giorni, fino al 12 settembre.

La Commissione europea ha invitato ieri al dialogo con la Turchia e ha chiesto ad Ankara di astenersi da misure unilaterali che alimentino le tensioni nel Mediterraneo orientale.

Qualora il dialogo non dovesse dare frutti, ha detto un portavoce della Commissione europea in un briefing, l’Ue è già pronta a varare sanzioni, ciò è avvenuto dopo che i 27 ministri degli Esteri del blocco hanno discusso la scorsa settimana le tensioni tra i membri della Ue, Grecia e Cipro, e la Turchia, alleato Nato.

Insomma, l’Europa non vuole consegnare la Turchia alle sabbie mobili mediorientali e alle nostalgie neo-ottomane. La Turchia, Erdogan compreso, non vuole l’isolamento dall’Europa e dall’Occidente. I ponti sul Bosforo fanno comodo ad entrambe le sponde.

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Nizar Ramadan
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