fbpx

Turchia: ricerche energetiche, tensioni nel Mediterraneo

Turchia: ricerche energetiche, tensioni nel Mediterraneo

K metro 0 – Ankara – Una nave di ricerca turca Oruc Reis ha iniziato oggi a rilevare le risorse energetiche nell’area del Mediterraneo orientale, zona contesa con la Grecia, relativamente ai diritti di esplorazione di petrolio e gas. L’annuncio – come riportato dall’Associated Press – è giunto dal ministro dell’Energia turco, Fatih Donmez, il

K metro 0 – Ankara – Una nave di ricerca turca Oruc Reis ha iniziato oggi a rilevare le risorse energetiche nell’area del Mediterraneo orientale, zona contesa con la Grecia, relativamente ai diritti di esplorazione di petrolio e gas. L’annuncio – come riportato dall’Associated Press – è giunto dal ministro dell’Energia turco, Fatih Donmez, il quale ha aggiunto che sono già stati posizionati cavi di rilevamento sismico ad una profondità di 1.750 chilometri.

L’attività turca ha ravvivato le tensioni tra i due alleati Nato, Grecia e Turchia, le quali hanno entrambe attualmente navi da guerra posizionate nei pressi della nave di ricerca turca. La Grecia ha chiesto alla Turchia di ritirare le navi dall’area. Ankara ha riferito ieri – come riportato dall’Associated Press – che non si ritirerà dall’area in oggetto, aggiungendo che rilascerà ulteriori licenze di esplorazione, nonostante la disputa in corso con la Grecia sui diritti di perforazione.

Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias – ha riferito oggi la sua segreteria – incontrerà venerdì a Vienna il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, impegnato nel suo tour europeo incentrato sull’avanzate economica di Russia e Cina nel vecchio continente. I colloqui tra i due politici saranno incentrati sulle azioni e sugli sviluppi della Turchia nel Mediterraneo orientale.

Sul fronte europeo, il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha oggi twittato che convocherà per venerdì una riunione straordinaria del Consiglio Affari Esteri. Al centro, tre rilevanti da affrontare: la situazione nel Mediterraneo orientale, le tensioni in Bielorussia dopo le elezioni presidenziali e gli sviluppi in Libano.  Anche la Francia osserva la situazione nel Mediterraneo orientale con preoccupazione. Il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato oggi: “Le decisioni unilaterali della Turchia in materia di esplorazione del petrolio provocano tensioni. Queste devono cessare per consentire un dialogo pacifico tra i paesi vicini e gli alleati della NATO.

Ho deciso di rafforzare temporaneamente la presenza militare francese nel Mediterraneo orientale nei prossimi giorni, in collaborazione con i partner europei tra cui la Grecia.”

La Turchia ha già annunciato, all’inizio della settimana, che l’Oruc Reis proseguirà ad operare nel Mediterraneo, nella zona compresa tra Cipro e la Grecia, fino al 23 agosto. Ankara si è risentita per un accordo firmato il 6 agosto tra Grecia ed Egitto, che definisce i loro confini marittimi e le reciproche zone economiche esclusive per i diritti allo sfruttamento delle risorse. Funzionari turchi hanno evidenziato che l’accordo è arrivato proprio mentre la Turchia e la Grecia stavano facendo progressi significativi nei colloqui informali, mediati direttamente da Angela Merkel.

L’anno scorso, la Turchia aveva firmato un accordo simile con la Libia, sostenuto dall’Onu: l’operazione aveva suscitato l’indignazione di Grecia, Egitto e Cipro, le quali avevano sostenuto che l’accordo violava i loro diritti economici nel Mediterraneo. Anche l’Ue aveva preso posizione in tal senso: quanto intrapreso da Turchia e Libia rappresentava una netta violazione del diritto internazionale e una minaccia la stabilità regionale.

La Turchia ha inoltre recentemente incolpato la Grecia di aver cercato di estrometterla dai benefici derivanti dalle scoperte di petrolio e gas nel Mar Egeo e nel Mediterraneo orientale, sostenendo che i confini marittimi per lo sfruttamento commerciale dovrebbero essere divisi tra la Grecia continentale e la Turchia, senza includere anche le altre isole greche.

La Grecia aveva siglato nel 2019 un accordo con Cipro e Israele per l’avvio dei lavori di costruzione del nuovo gasdotto sottomarino EastMed. L’opera si estenderà per 1900 chilometri circa e, secondo quanto riportato, si pone quale alternativa energetica per l’Europa, attualmente dipendente dalla Russia e dalla regione caucasica, per quanto riguarda l’offerta di gas. Il progetto, secondo le stime, ha un valore di circa 6 miliardi di euro e, nel giro di 7 anni, soddisferà il 10% del fabbisogno di gas naturale dell’Unione Europea.

Condividi su:
Daniele Sireus
CONTRIBUTOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: