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NATO, “Eagle Defender” il Piano per Polonia e Stati baltici

NATO, “Eagle Defender” il Piano per Polonia e Stati baltici

K metro 0 – Vilnius – La NATO ha attuato un piano di difesa – noto come “Eagle Defender” – per la Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Il piano è stato approvato a dicembre in occasione di un vertice NATO a Londra e stato richiesto dagli stessi paesi in conseguenza di una valutazione dei rischi

K metro 0 – Vilnius – La NATO ha attuato un piano di difesa – noto come “Eagle Defender” – per la Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Il piano è stato approvato a dicembre in occasione di un vertice NATO a Londra e stato richiesto dagli stessi paesi in conseguenza di una valutazione dei rischi derivanti dall’annessione Russa in Crimea, nel 2014, in Ucraina. Ue e NATO, così come l’ONU, non hanno mai riconosciuto l’annessione della Crimea e hanno invece nel tempo adottato sanzioni politiche ed economiche nei confronti della Federazione Russa.

Il piano – afferma Reuters – era stato all’inizio sospeso principalmente a causa di un veto posto dalla Turchia agli altri 29 partecipanti all’alleanza atlantica: Ankara non avrebbe acconsentito all’accordo di difesa, se l’organizzazione internazionale non avesse riconosciuto come struttura terroristica la milizia curda dell’YPG, posizionata nella Siria settentrionale.

“L’attuazione della decisione politica concordata a Londra è un successo per l’intera NATO”, ha detto ai giornalisti il ​​ministro della difesa lituano Raimundas Karoblis. Il capo dell’Ufficio polacco di sicurezza nazionale, Pawel Soloch, ha anche confermato che era stato raggiunto un accordo.

“I turchi hanno lasciato cadere le loro obiezioni” – afferma sempre Reuters in merito a una dichiarazione di ieri di un funzionario della difesa francese – permettendo così l’attuazione del piano in Polonia e i paesi baltici. Il ministero degli Esteri turco non ha rilasciato al momento alcuna dichiarazione in merito.

Tra i vari retroscena – sostiene Reuters – c’è quello per cui un diplomatico della NATO afferma che la Turchia abbia acconsentito all’attuazione dell’azione di difesa solo dopo molteplici e insistenti pressioni degli altri 29 alleati alla fine di giugno. Tutto ciò, anche in virtù del fatto che il piano “Eagle Defender” non aveva alcun rapporto diretto con la strategia turca in Siria.

La Turchia aveva iniziato la sua offensiva nel nord della Siria dopo che gli Stati Uniti, ad ottobre 2019, avevano ritirato 1.000 truppe dalla zona. Gli alleati della NATO avevano immediatamente assunto una posizione contraria, affermando che l’incursione avrebbe notevolmente indebolito la battaglia contro i militanti dello Stato Islamico.

Dal canto suo, l’organizzazione atlantica non ha commentato ufficialmente la questione, affermando indirettamente – attraverso i suoi diplomatici, in diverse dichiarazioni raccolte da Reuters – che “ha in atto piani per proteggere tutti gli alleati. Tali piani vengono periodicamente rivisti e aggiornati”.

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Daniele Sireus
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