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Giappone: il rischio di una forte crisi economica

Giappone: il rischio di una forte crisi economica

K metro 0 – Tokyo – L’economia giapponese si prepara a subire un forte crollo, un evento che non avveniva dal dopoguerra. Anche se il PIL del primo trimestre si è contratto meno di quanto si pensasse inizialmente, la crisi del coronavirus ha rallentato la crescita globale aumentando la pressione su Tokyo per attutire il

K metro 0 – Tokyo – L’economia giapponese si prepara a subire un forte crollo, un evento che non avveniva dal dopoguerra. Anche se il PIL del primo trimestre si è contratto meno di quanto si pensasse inizialmente, la crisi del coronavirus ha rallentato la crescita globale aumentando la pressione su Tokyo per attutire il colpo alle imprese e ai consumatori. Al momento la terza più grande economia del mondo si è ridotta del 2,2% su base annua tra gennaio e marzo, secondo i dati diffusi oggi. Gli analisti hanno registrato una contrazione del 2,1%.

Secondo l’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, il Prodotto Interno Lordo (PIL) nei tre mesi ha registrato un decremento dello 0,6% rispetto al trimestre precedente contro il -0,9% della stima preliminare. Anche su base annuale il PIL è stato rivisto al rialzo a -2,2% dal -3,4% della prima lettura e si confronta con il -2,1% delle previsioni. Ad incidere negativamente, tra le varie componenti, il calo dei consumi (-0,8%) e la domanda estera (-0,2%), mentre gli investimenti hanno registrato un aumento dell’1,9%.

Le banche stanno facendo la loro parte per cercare di risolvere la situazione, mentre i prestiti sono saliti, un segno che le aziende stanno sfruttando gli stessi per soddisfare le esigenze di finanziamento immediate e sopravvivere alle vendite in caduta a causa della pandemia.

In un’intervista a Reuters, il ministro dell’economia Yasutoshi Nishimura ha affermato che il Giappone dovrebbe concentrarsi principalmente sul rallentamento delle attività in crisi, suggerendo alla banca centrale di evitare di spingere i tassi di interesse in negativo. Inoltre ha aggiunto: “Non siamo ancora in una fase in cui vogliamo stimolare i consumi e incoraggiare le persone a viaggiare. Gli sforzi per stimolare i consumi dovranno attendere ancora un po’”.

Intanto i funzionari della FED americana, in vista dell’incontro in calendario mercoledì 10 giugno, durante il quale i riflettori saranno puntati sulle banche centrali ed in particolare sulla Fed stessa, concordano su un punto ben preciso: i progressi duraturi sul fronte economico saranno dettati dal successo nel contenere la diffusione del coronavirus. Un accordo al di là di questo potrebbe essere un nulla di fatto se i politici non avranno nuovi segnali che gli Stati Uniti saranno in grado di superare il peggio della ricaduta economica della pandemia dato che l’epidemia del virus non è ancora sotto controllo.

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