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Conte: su Mes vedremo dopo negoziati e nessun governo tecnico

Conte: su Mes vedremo dopo negoziati e nessun governo tecnico

K metro 0 – Jobsnews – Roma – Nessun esecutivo tecnico in vista, nessun cambiamento di maggioranza, nessun posto da ministro per Vittorio Colao. E, soprattutto, nessuna decisione già presa sul famigerato Fondo Salva Stati, o Mes. Se qualcuno già pensa a scenari politici post-emergenza, l’inquilino di Palazzo Chigi li rispedisce al mittente. Ma deve

K metro 0 – Jobsnews – Roma – Nessun esecutivo tecnico in vista, nessun cambiamento di maggioranza, nessun posto da ministro per Vittorio Colao. E, soprattutto, nessuna decisione già presa sul famigerato Fondo Salva Stati, o Mes. Se qualcuno già pensa a scenari politici post-emergenza, l’inquilino di Palazzo Chigi li rispedisce al mittente. Ma deve pur sempre fare i conti con i “duri e puri” del M5S, che non hanno alcuna intenzione di vedere l’Italia chiedere un prestito al Mes: con o senza condizioni, poco conta.

Il premier Giuseppe Conte analizza la situazione politica in un’intervista rilasciata al Giornale, dove elogia apertamente “l’atteggiamento costruttivo e responsabile di Forza Italia”. In effetti, il partito di Silvio Berlusconi, a differenza degli alleati di centrodestra, è tra i più collaborativi in questa difficile fase di contenimento. Detto questo, però, il premier non vede all’orizzonte governi tecnici o nuove maggioranze, né un ruolo ministeriale per Vittorio Colao, responsabile degli esperti socio-economici che stanno preparando le proposte per la ripartenza. Sono tutte ipotesi che Conte liquida in poche parole: “Quel che davvero serve al Paese – dice – è avere un governo sostenuto da forze che maturino la piena convinzione che l’opera di ricostruzione sarà tanto più efficace se tutti lavoreremo nella medesima direzione”. Chissà cosa penserà il premier del pentastellato Alessandro Di Battista: sta lavorando in questa direzione, quando chiede a Palazzo Chigi di non firmare alcuni tipo di accordo con il Fondo Salva Stati? In una lettera pubblicata sul Fatto Quotidiano, l’ex deputato definisce Conte un “galantuomo” che si rende bene conto della “trappola” insita nel Fondo Salva Stati. E quindi non dovrebbe accettare. Il capo del governo, a sua volta, spiega però che dal confronto europeo può venire fuori qualcosa di molto diverso dal Mes attuale, non quello odiato dalla Grecia: lo sottolinea il suo stesso direttore generale, Klaus Regling. Nascerà uno strumento diverso, che la Spagna ha già dichiarato di voler utilizzare. E forse anche l’Italia lo farà. “Valuteremo i dettagli di questa nuova linea di finanziamento al momento opportuno – si limita a dire Conte -, e sceglieremo la strada migliore per i nostri interessi nazionali, con una discussione trasparente in Parlamento”.  Inoltre, afferma ancora Conte nel pomeriggio per spiegarsi meglio, “stiamo vivendo il più grande shock dall’ultima guerra. E’ per questo che l’Europa deve dare una risposta che sia all’altezza degli eventi”. I titoli comuni cui pensa il governo italiano non rappresentano “una mutualizzazione di debiti passati o futuri, ma solo di quelli che stanno affrontando insieme questo sforzo straordinario”, è tornato a spiegare Conte, secondo il quale “questa solidarietà è molto specifica e limitata nel tempo, ci rafforzerà enormemente sui mercati”.

Sul fronte delle Regioni, e delle polemiche che continuano a segnare il dibattito politico soprattutto tra i presidenti del nord e quelli del sud, interviene Nicola Zingaretti, presidente del Lazio e leader del Pd, con un invito e soprattutto un auspicio. “E’ importante che ora governo e Regioni, con il supporto della comunità scientifica, lavorino insieme con un obiettivo comune: riaprire nei tempi giusti e in piena sicurezza” scrive su Facebook il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “E’ possibile farlo, senza polemiche. Come ieri nella cabina di regia è stato deciso, ora occorrono presto le linee guida nazionali su ‘come’ riaprire per permettere alle Regioni di dare alle famiglie e alle imprese certezze sui comportamenti e sui provvedimenti da adottare – aggiunge -. Un altro passo avanti da fare insieme come sistema Paese per organizzare la rinascita”.

 

di Pino Salerno

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