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Il mistero degli aiuti russi agli Usa. Vertice Opec slitta

Il mistero degli aiuti russi agli Usa. Vertice Opec slitta

K metro 0 – New York – Luci e ombre nei rapporti tra Stati Uniti e Russia, dopo che un aereo militare russo con un carico di forniture mediche è sbarcato questa settimana all’aeroporto JFK di New York. Il Dipartimento di Stato ha insistito sul fatto che la spedizione di mercoledì era stata una semplice

K metro 0 – New York – Luci e ombre nei rapporti tra Stati Uniti e Russia, dopo che un aereo militare russo con un carico di forniture mediche è sbarcato questa settimana all’aeroporto JFK di New York.

Il Dipartimento di Stato ha insistito sul fatto che la spedizione di mercoledì era stata una semplice transazione commerciale: gli Stati Uniti avevano pagato alla Russia le forniture di cui avevano bisogno e che certamente non erano un regalo. Nonostante il carico fosse stato pagato, il presidente Donald Trump giovedì aveva definito questa spedizione come un aiuto, affermando che gli Stati Uniti hanno accettato un’offerta molto bella dal presidente russo Vladimir Putin. Dopo le dichiarazioni del presidente degli Usa, proprio qualche ora dopo, il Dipartimento di Stato ha chiarito la sua posizione iniziale, dicendo che le forniture sono state acquistate, ma con uno sconto. Ma anche su questo c’è stato un ulteriore chiarimento: lo sconto è arrivato perché le forniture erano state convogliate attraverso il Russian Direct Investment Fund, un fondo sovrano governativo.

Dal canto suo, il ministero degli Esteri russo afferma che le forniture, che sono state consegnate all’Agenzia federale di gestione delle emergenze degli Stati Uniti, fanno parte delle spedizioni di assistenza umanitaria che Mosca sta inviando ai paesi bisognosi. Inoltre, sempre giovedì la Russia ha fatto sapere che metà delle forniture consegnate a New York, compresi i ventilatori e gli equipaggiamenti di protezione personale, sono stati pagati dal Fondo di investimento diretto russo.Intanto, è notizia di oggi che l’Arabia Saudita ha fortemente criticato la Russia per aver provocato il crollo dei prezzi globali del petrolio. Al momento i due Paesi si accusano a vicenda di aver causato il crollo dei prezzi. Questo ha fatto slittare la riunione dell’Opec+, inizialmente fissata per lunedì 6 aprile, che dovrebbe tenersi l’8 o il 9 aprile. L’obiettivo dell’incontro è quello di tagliare la produzione di 10 milioni di barili al giorno.

I prezzi del petrolio sono fortemente diminuiti dopo che il gruppo di paesi OPEC +, tra cui la Russia, non è stato d’accordo sui tagli alla produzione all’inizio di marzo. Il benchmark internazionale del greggio Brent si attesta a circa $ 24 al barile, rispetto ai prezzi di oltre $ 70 di un anno fa. I prezzi sono leggermente rimbalzati, il presidente Donald Trump con un tweet ha espresso il suo parere, affermando la necessità di un taglio alla produzione, ma il clima di ostilità tra Arabia Saudita e Russia potrebbe mettere in pericolo un accordo.

Le critiche alla Russia da parte dell’Arabia saudita si sono palesate attraverso due dichiarazioni rilasciate dall’agenzia di stampa saudita statale del regno. La prima è del ministro degli Esteri, il principe Faisal bin Farhan, che ha dichiarato: “La Russia è stata quella che ha rifiutato l’accordo, mentre il regno e altri 22 paesi stavano cercando di convincerla a fare ulteriori tagli ed estendere l’accordo”.opec

Una seconda dichiarazione è giunta dal Principe saudita Abdulaziz bin Salman, uno dei figli del re Salman. Il principe ha criticato il ministro russo dell’Energia Alexander Novak per aver detto che l’Arabia Saudita voleva eliminare i produttori di petrolio di scisto.

Secondo quanto riporta il Wsj (The Wall Street Journal) l’Arabia Saudita vorrebbe che a questo punto siano tutti i paesi produttori, compresi Usa, Canada e Messico a fare sacrifici. Secondo una fonte russa citata dall’agenzia Tass, gli Stati Uniti sarebbero stati invitati a prendere parte all’incontro. Putin ha dichiarato di essere pronto per un accordo con i suoi partner e di collaborare con gli Stati Uniti.

Inoltre, oggi il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha esortato Russia e Arabia Saudita a raggiungere presto un accordo e porre fine alla guerra dei prezzi del petrolio per evitare di inasprire la crisi. Il Messico e altri paesi hanno registrato un calo dei prezzi delle loro esportazioni di greggio nelle ultime settimane dopo che la diffusione del coronavirus ha portato una riduzione della domanda e i principali produttori di petrolio non sono riusciti a raggiungere una risposta comune.

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