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Medio Oriente. Netanyahu: via libera a nuovi insediamenti

Medio Oriente. Netanyahu: via libera a nuovi insediamenti

K metro 0 – Tel Aviv – A meno di due settimane dalle elezioni israeliane del 2 marzo, il primo ministro Benyamin Netanyahu annuncia il via libera a migliaia di nuove costruzioni a Gerusalemme est, in un progetto che spezza la continuità territoriale delle aree palestinesi, rendendo più difficile una pace con due stati sulla

K metro 0 – Tel Aviv – A meno di due settimane dalle elezioni israeliane del 2 marzo, il primo ministro Benyamin Netanyahu annuncia il via libera a migliaia di nuove costruzioni a Gerusalemme est, in un progetto che spezza la continuità territoriale delle aree palestinesi, rendendo più difficile una pace con due stati sulla base dei confini pre-1967. Si tratta di mille nuove abitazioni per i residenti arabi dell’area palestinese di Beit Safafa, ma anche del via libera a 3mila case per residenti ebrei a Givat Hamatos e altre 2200 ad Har Homa. Le costruzioni a Givat Hamatos sono una questione particolarmente controversa. Il progetto edilizio era stato presentato nel 2012 provocando immediate proteste internazionali, dato che avrebbe come effetto di tagliare i quartieri palestinesi di Beit Safafa e Sharafat dalla Cisgiordania. Netanyahu ha dichiarato di aver levato ogni restrizione per queste costruzioni, ammettendo implicitamente per la prima volta di averle congelate di fronte alla pressione internazionale. “Stiamo costruendo ed espandendo Gerusalemme. Stiamo collegando tutte le parti di una Gerusalemme unita. Ho rimosso tutte le restrizioni e ora Gerusalemme viene costruita sotto la mia autorità, ha detto Netanyahu prendendo la parola davanti ai giornalisti ad Har Homa, un insediamento la cui costruzione fu accolta a suo tempo da proteste internazionali.

L’organizzazione pacifista israeliana Peace Now ha criticato duramente l’annuncio, considerato “un grave colpo” ad una pace con due stati. “Questo è l’unico punto che può permettere una contiguità territoriale fra Betlemme e Gerusalemme est, la maggiore area metropolitana palestinese. Se questo quartiere sarà costruito – afferma l’organizzazione riferendosi a Givat Hamatos – non sarà possibile collegare queste due città”. Peace Now si chiede inoltre se un premier ad interim, quale è Netanyahu, possa avviare un simile progetto.

La costruzione di nuove case per i coloni a Gerusalemme Est, annunciata dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è un nuovo “tentativo di distruggere la soluzione a due Stati e ogni possibilità di pace” ha dichiarato Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, parlando di “una grave violazione della legge internazionale, che dice che gli insediamenti in tutti i Territori palestinesi, inclusa Gerusalemme Est, sono illegali”. Israele ha annesso Gerusalemme Est in una mossa non riconosciuta dalla maggioranza della comunità internazionale, considerando la città propria capitale indivisa. Inoltre, rompendo con la linea di decenni di politica estera Usa, il presidente Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele nel 2017, spostandovi poi la sua ambasciata.

Secondo il piano proposto dall’amministrazione Trump, Israele manterrebbe il pieno controllo della città e dei suoi luoghi considerati sacri, mentre i palestinesi avrebbero una capitale ai suoi margini dove ora si trovano i quartieri più affollati e poveri, dietro una barriera di separazione di cemento. I palestinesi hanno respinto il piano.

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Joseph Villeroy
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