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Paesi Bassi. Arrivano le scuse per il ruolo nell’Olocausto

Paesi Bassi. Arrivano le scuse per il ruolo nell’Olocausto

K metro 0 – Amsterdam – Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha porto le proprie scuse domenica, in nome del proprio Paese, per quanto poco fatto durante la seconda guerra mondiale per prevenire la deportazione e l’uccisione di circa 100mila ebrei. Le sue parole, pronunciate durante la commemorazione annuale dell’Olocausto ad Amsterdam, sono arrivate

K metro 0 – Amsterdam – Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha porto le proprie scuse domenica, in nome del proprio Paese, per quanto poco fatto durante la seconda guerra mondiale per prevenire la deportazione e l’uccisione di circa 100mila ebrei.

Le sue parole, pronunciate durante la commemorazione annuale dell’Olocausto ad Amsterdam, sono arrivate alla vigilia del 75esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Nonostante abbia ricordato il ruolo delle forze di resistenza, i cittadini che hanno aiutato molti ebrei a nascondersi dai nazisti e i lavoratori che hanno scioperato per sostenerli, Rutte ha spiegato che non è stato fatto abbastanza.

Troppa poca protezione. Troppo poco aiuto. Troppa poca riconoscenza”, ha detto il premier che poi ha aggiunto: “Gli ultimi sopravvissuti sono tra noi e voglio scusarmi a nome del governo per le azioni delle autorità dell’epoca”. Uno dei sopravvissuti, Zoni Weisz, è intervenuto all’emittente nazionale NOS descrivendo il momento come “emozionante”. “E’ stato molto bello”, ha dichiarato per poi continuare così: “E’ un peccato che ci siano voluti 75 anni”. Dei 140mila ebrei che vivevano nei Paesi Bassi allo scoppio della seconda guerra mondiale, solo 38mila sono sopravvissuti. Le ferrovie dello stato, lo scorso anno, hanno annunciato un risarcimento nei confronti della popolazione ebraica, quella romani e quella sinti, che furono trasportate nei campi temporanei dei Paesi Bassi durante la guerra – per poi essere trasferiti in quelli dei nazisti. La compagnia si è scusata nel 2005 per il proprio coinvolgimento.

Anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha reso tributo ai sopravvissuti domenica, descrivendoli come un esempio per l’umanità. Zelenskiy ha parlato ad una cena organizzata a Cracovia dal World Jewish Congress. Nel suo discorso ha sottolineato l’importanza di proteggere valori come l’umanità e la libertà contro l’odio che minaccia la civiltà. “Siete meravigliosi. Siete forti e incredibilmente coraggiosi. Per questo siete un esempio da seguire”, ha detto con l’aiuto di un’interprete e poi ha aggiunto: “L’Olocausto è uno dei periodi più bui della storia dell’umanità. E voi siete il raggio di sole che è riuscito a squarciare l’oscurità”. Zelenskiy, che ha origine ebraiche e membri della propria famiglia morti durante l’Olocausto, parteciperà alle commemorazioni di oggi Auschwitz-Birkenau, dove 1 milione di persone sono state uccise dalle forze naziste. La maggior parte delle vittime erano ebrei. Anche il segretario del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, tra i partecipanti, che però non ha preso parte alla cena. Era presente solamente una delegazione di funzionari statunitense. “L’odio dev’essere messo da parte. Dev’essere estirpato. Dobbiamo liberarci dell’odio, la forza più potente che sta rovinando la nostra civiltà”, le parole di Zelenskiy riportate da Ap che poi ha concluso così: “Dobbiamo monitorare attentamente ciò che succede, proteggendo l’umanità e la libertà. Dobbiamo bloccare la malvagità prima che possa nuocere alle persone”.

Il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, poi, sempre domenica, ha rivelato che gli atti violenti a sfondo antisemita sono aumentati lo scorso anno del 27% in Francia. Ma non sono gli unici ad essere presi di mira, anche cristiani e musulmani. Gli atti descritti come razzisti e xenofobici, per lo più minacce, sono raddoppiate tra il 2018 e il 2019 – passando da 496 a 1.142, secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal ministero. “Le espressioni e gli atti d’odio, a sfondo religioso o razziale, che prendano forma in violenze fisiche o minacce verbali, sono un attacco intollerabile al nostro progetto comune, alle fondamenta del nostro patto sociale”, le sue parole a riguardo.

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