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Davos. Tensione tra Usa e Ue, mentre Trump e Greta si sfidano a distanza

Davos. Tensione tra Usa e Ue, mentre Trump e Greta si sfidano a distanza

K metro 0 – Davos – Resta alta la tensione tra Usa e Ue sulla web tax, anche se per ora si cerca di evitare l’escalation. Dopo il colloquio con Trump, Macron ha accettato di rinviare l’applicazione della tassa francese (Taxe Gafa), e gli Stati Uniti hanno sospeso le ritorsioni annunciate. Ma rilanciano sulle minacce,

K metro 0 – Davos – Resta alta la tensione tra Usa e Ue sulla web tax, anche se per ora si cerca di evitare l’escalation. Dopo il colloquio con Trump, Macron ha accettato di rinviare l’applicazione della tassa francese (Taxe Gafa), e gli Stati Uniti hanno sospeso le ritorsioni annunciate. Ma rilanciano sulle minacce, indirizzate stavolta anche a Italia e Gran Bretagna se decideranno di mettere le mani nelle tasche dei colossi americani dell’economia digitale, da Google ad Amazon. In realtà il tema, prima di dividere Ue e Usa, divide la stessa Europa: l’Ecofin ancora una volta non ha trovato una posizione comune, sperando che ci pensi la riunione dell’Ocse il 29 gennaio a fare progressi accettabili da tutti.

Prima di negoziare faccia a faccia a Davos, la Francia fa un passo verso il suo avversario: ancora non è ufficiale, ma avrebbe promesso di ritardare l’applicazione della web tax, sospendendo i due pagamenti previsti già per quest’anno. In cambio, avrebbe ottenuto da Washington uno stop delle ritorsioni. Trump stesso ha detto di aver minacciato dazi del 100% sui vini francesi nel caso in cui la tassa non fosse stata sospesa. Starà ora al ministro dell’Economia Bruno Le Maire e al segretario al Tesoro Steve Mnuchin – che ha esteso le minacce a Italia e Gran Bretagna – trattare in Svizzera per trovare una strada comune in vista della riunione dell’Ocse il 29 gennaio. Secondo il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, una soluzione globale servirà proprio ad evitare il rischio di minacce, escalation, ritorsioni.

È stato bello incontrare il presidente Trump. Oggi è stata una buona opportunità per connettersi personalmente. Sono convinta che possiamo impegnarci in un’agenda USA-UE positiva nel commercio, nonché in tecnologia, energia e molto altro ancora” dice la presidente della Commissione Ue, Ursula von der eyen, dopo l’incontro a Davos con il presidente Usa, Donald Trump. “In quanto europea e impegnata per le relazioni trans-atlantiche – ha continuato von der Leyen – per me è stato importante sottolineare i legami indissolubili tra le nostre società e le nostre economie. Questa base comune si basa su decenni di amicizia, cooperazione nella cultura, scienza e affari. Non vedo l’ora di lavorare con il presidente Trump sulle opportunità e le sfide che ci attendono”, ha concluso. La Commissione, in una nota, definisce l’incontro tra Von der Leyen e Trump “amichevole scambio di opinioni tra alleati al World Economic Forum, che è stata la prima occasione per incontrarsi di persona e confrontare note e posizioni su una serie di questioni di attualità, in particolare su commercio, tecnologia ed energia. È stata una prima riunione di conoscenza reciproca. Entrambe le parti hanno convenuto di incontrarsi presto a Washington per far avanzare l’agenda transatlantica comune”.

Si è abbattuto come una valanga su Davos e ha ignorato il dibattito sull’ambiente pungendo a distanza Greta Thunberg e puntando i fari sull’America First: Donald Trump è arrivato con una ventina di minuti nella Congress Hall del resort nei Grigioni, e insieme al fondatore del Wef, Klaus Schwab ha attraversato gli affollati saloni ‘ecosostenibili’ del Kongress Center. Introdotto da un coro svizzero, omaggio del Paese ospite, Trump ha iniziato a parlare con toni decisi e rassicuranti. “L’America torna a vincere. Il sogno americano è di nuovo qui, più grande, migliore e più forte che mai”. Uno ‘Special address’ di 30 minuti, carico di ottimismo e di echi di vittoria: l’America prospera:
sono tornate le fabbriche e i posti di lavoro (“7 milioni di nuovi posti un numero impensabile”), i salari stanno salendo di nuovo, gli investimenti tornano. Durante il quale non sono mancate frecciatine alla Fed che “ha rialzato i tassi di interesse troppo in fretta e li ha tagliati troppo lentamente”. Ma nonostante tutto “l’economia Usa è ripartita alla grande” ha detto.

Poco prima la giovane attivista Greta Thunberg aveva dato ampio tributo allo sviluppo sostenibile scelto come tema dominante Forum: l’allarme per il clima e per l’ambiente, l’urgenza di ridurre le emissioni di Co2 e di promuovere un’economia ‘responsabile’. “La casa è ancora in fiamme, agite per i vostri figli”, aveva tuonato la 17enne ambientalista svedese accompagnata quest’anno da altri baby-attivisti. “La mia generazione non lascerà perdere senza lottare – aveva avvertito minacciosa Greta – noi chiediamo a tutti i partecipanti del World Economic Forum, banche, istituzioni e governi di disinvestire subito e completamente dai carburanti fossili”.

Sul clima, però, Trump non è entrato troppo nel merito. Solo una notazione di fastidio per quei “perenni profeti di sventura” che avvertono che il mondo è alle prese con una grave crisi ambientale. “Dobbiamo respingere i profeti perenni di sventura e le loro previsioni sull’apocalisse”, ha affermato il presidente invitando all’ottimismo e respingendo ‘tout court’ il messaggio di Greta secondo cui “non si è fatto assolutamente nulla”. Il titolare della Casa Bianca, stretto tra la campagna per essere rieletto a novembre e l’impeachment, ha parlato soprattutto di America. Non solo, gli Usa si uniranno anche all’iniziativa del World Economic Forum per piantare un miliardo di alberi. Trump ha soprattutto sbandierato l’orgoglio delle sue ultime vittorie commerciali: la firma del Trattato di libero scambio con Messico e Canada, il T-mec, e la prima fase dell’intesa con la Cina sui dazi. “Abbiamo concluso accordi straordinari sul commercio con la Cina da una parte, e Messico e Canada dall’altra, i migliori accordi di sempre e modello delle nuove intese del 21esimo secolo”, ha spiegato.

L’America, comunque, non abbassa la guardia sul fronte commerciale: Trump ha avvertito che è pronto a imporre dazi sulle auto europee se non sarà raggiunto “un accordo equo e soddisfacente” con Bruxelles. Un concetto che ha avuto modo di ribadire nel colloquio con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, ha aggiunto che Italia e Gran Bretagna potrebbero essere colpiti dai dazi Usa se procederanno con l’introduzione di una web tax su società digitali come Google e Facebook di Alphabet. A Davos anche Pechino ha reso omaggio alla recente intesa sui dazi con gli Usa con inusitati toni concilianti: “Un successo per noi e per il mondo”, l’ha definita nel suo intervento a Davos il vicepremier Han Zheng, che ha definito l’America “un baluardo di libertà”.

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Joseph Villeroy
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