K metro 0 – Londra – La ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha spiegato nella giornata di ieri che il Regno Unito è ancora “ad alto rischio” di attacchi terroristici, che potrebbero avvenire “senza alcun preavviso”. Il livello di allerta è al momento il più basso dal 2014, ‘Sostanziale’ è il terzo stadio dei cinque
K metro 0 – Londra – La ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha spiegato nella giornata di ieri che il Regno Unito è ancora “ad alto rischio” di attacchi terroristici, che potrebbero avvenire “senza alcun preavviso”. Il livello di allerta è al momento il più basso dal 2014, ‘Sostanziale’ è il terzo stadio dei cinque disponibili. Per quanto riguarda invece il terrorismo in Irlanda del Nord, di matrice separatista, il livello rimane ancora su “Grave’.
Patel in un comunicato pubblicato nella giornata di lunedì ha sottolineato come il terrorismo rimanga un rischio “concreto e attuale” per la sicurezza del Regno Unito. La scala in questione è definita al Joint Terrorism Analysis Centre (JTAC), parte dei servizi segreti ma indipendente dal governo. “Il governo, le forze di polizia e l’intelligence continueranno a lavorare incessantemente per affrontare la minaccia posta dal terrorismo in tutte le sue forme”, ha dichiarato Patel che ha poi aggiunto che il livello di allerta è tenuto “sotto costante osservazione”.
Neil Basu, a capo del dipartimento antiterrorismo, ha evidenziato i progressi fatti nella lotta al terrorismo ma al contempo ha sottolineato l’importanza di “mantenere alto il livello di attenzione”. Il dipartimento, secondo quanto dichiarato da Basu, è al lavoro su 800 indagini – 24 attacchi sono stati sventati sin dall’attacco avvenuto a Westminster a marzo 2017. Migliaia di soggetti sono ancora monitorati, dai membri di gruppi jihadisti a quelli di estrema destra, ovvero i cosiddetti “solisti”, che potrebbero agire senza l’aiuto di nessuno, quindi i più pericolosi e difficili da intercettare. Ciò che è cambiato in questi mesi sembra essere la quantità di risorse a disposizione dei sostenitori dell’Isis, un gran numero di foreign fighter è morta sul campo di battaglia nell’ultimo atto del gruppo estremista. I sopravvissuti dipingono lo Stato Islamico come una forza ancora stabile e strutturata per attirare nuove reclute ma la credibilità è notevolmente diminuita. Il livello di allerta nel Regno Unito è salito a “Critico” all’indomani dell’attentato avvenuto alla Manchester Arena nel maggio del 2017. Poi ha raggiunto lo stesso ordine solamente a settembre dello stesso anno, quando una bomba è esplosa parzialmente in metropolitana a Parsons Green. Il livello è rimasto sul grado ‘Grave’, il secondo livello più altro, fino a ieri. L’Irlanda del Nord possiede un ‘termometro’ specifico per la questione separatista e il livello rimane tutt’ora su ‘Grave’. I cinque gradi stabiliti dal JTAC sono: Basso – un attacco è altamente improbabile; Moderato – un attacco è possibile ma non probabile; Sostanziale – un attacco è probabile; Grave – un attacco è altamente probabile; Critico – un attacco è altamente probabile e imminente.
Nel frattempo, la tecnologia potrebbe venire incontro ai servizi di sicurezza, anche in ambiti come quello della gestione della questione terrorismo. Dispositivi di riconoscimento avanzato, infatti, sono stati implementati all’interno di droni, al momento lo scopo principale è quello di ritrovare persone scomparse. All’interno del progetto congiunto tra la polizia scozzese, la Thales e la University of the West of Scotland, sono stati sviluppati sistemi aeronautici controllati da remoto (RPAS) equipaggiati di telecamere e sensori termici capaci di riconoscere le forme degli oggetti. Le autorità hanno spiegato che i dispositivi non saranno utilizzati per spionaggio e rientrano nella disciplina riguardante i droni.