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Fiat e Starbucks, 2 sentenze europee di segno opposto su possibili “aiuti di Stato” da parte di Lussemburgo e Olanda

Fiat e Starbucks, 2 sentenze europee di segno opposto su possibili “aiuti di Stato” da parte di Lussemburgo e Olanda

K metro 0 – Bruxelles – Il Tribunale di primo grado della Corte europea di Lussemburgo ha deciso il 24 settembre che l’azienda automobilistica FIAT dovrà pagare sino a 30 milioni di euro di tasse arretrate al fisco lussemburghese. La sentenza ha stabilito che la Commissione, massimo regolatore antitrust della UE, aveva agito correttamente nel

K metro 0 – Bruxelles – Il Tribunale di primo grado della Corte europea di Lussemburgo ha deciso il 24 settembre che l’azienda automobilistica FIAT dovrà pagare sino a 30 milioni di euro di tasse arretrate al fisco lussemburghese. La sentenza ha stabilito che la Commissione, massimo regolatore antitrust della UE, aveva agito correttamente nel 2015, ordinando alla Fiat Chrysler Finance Europe di restituire le tasse da cui era stata esentata grazie a una serie di agevolazioni, previste da una legge lussemburghese. Si tratta del tax ruling che ha permesso al gruppo guidato da Mike Manley di determinare i suoi profitti annuali.
La Commissione europea – informa la Associated Press –  ha dichiarato che tale legge ha favorito indebitamente le compagnie Fiat in Europa: cosa incompatibile con la normativa UE che, in linea di massima, vieta gli aiuti di Stato all’iniziativa economica privata. La Corte lussemburghese ha confermato questa decisione, stabilendo che la Commissione aveva “pieno diritto di concludere che la legge sulle tasse in questione forniva un vantaggio” al gruppo automobilistico. Le autorità del Lussemburgo e la Fiat hanno contestato la decisione, che rientra in una generale politica della Commissione, la quale sta restringendo le scappatoie, presenti nelle legislazioni UE, che permettono alle grandi multinazionali di concludere accordi vantaggiosi sulle tasse con gli Stati membri.
Sempre martedì 24 settembre, la Corte Generale dell’Unione Europea ha emesso una sentenza di segno opposto: modificando una precedente sentenza della Commissione UE che stabiliva che un accordo sulle tasse tra il Governo olandese e Starbucks costituiva una forma di supporto statale illegale nei confronti del gigante del caffè. A seguito della decisione dell’esecutivo UE nel 2015, le autorità olandesi si erano riappropriate di 25,7 milioni di euro dalla multinazionale.

Le ultime scoperte della Corte europea a seguito di appelli fatti allo Stato olandese da Starbucks, che hanno portato alla sentenza del 24 settembre, potrebbero avere delle implicazioni sui generali sforzi dell’UE di contrastare gli accordi in tema fiscale che spesso vengono offerti alle multinazionali dai singoli Stati membri. Nella sua sentenza, la Corte Generale della UE ha rilevato che la Commissione “non è stata in grado di dimostrare l’esistenza di condizioni vantaggiose per Starbucks”. Sia Starbucks che il Segretario di Stato per le Finanze, Menno Snel, hanno accolto favorevolmente la sentenza. “Questa sentenza dimostra che il servizio delle tasse non ha trattato Starbucks meglio o diversamente rispetto ad altre aziende”, ha detto Snel in una dichiarazione scritta. Il gigante del caffè, da parte sua, ha dichiarato che la decisione della Corte “dimostra che Starbucks non ha ricevuto nessun trattamento speciale riguardo alle tasse da parte dei Paesi Bassi. Starbucks paga le proprie tasse ogni volta che deve.”Sinora non c’è stata un’immediata reazione da parte dei vertici dell’Unione Europea, anzitutto della Commissione: che possono presentare appello contro la sentenza.

di Fabrizio Federici

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