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Dai sommergibili alle armi nucleari, riparte il confronto Est-Ovest

Dai sommergibili alle armi nucleari, riparte il confronto Est-Ovest

K metro 0 – Londra – Un nuovo prototipo di sottomarini russi “supersilenziosi”, veloci e capaci di risultare quasi invisibili ai radar, solca più volte le acque dell’Atlantico settentrionale, preoccupando fortemente le alte sfere militari britanniche. Si teme, infatti, che questi nuovi sommergibili russi, di classe “Kilo”, possano minacciare la sicurezza del Regno Unito, rintracciando la flotta britannica

K metro 0 – Londra – Un nuovo prototipo di sottomarini russi “supersilenziosi”, veloci e capaci di risultare quasi invisibili ai radar, solca più volte le acque dell’Atlantico settentrionale, preoccupando fortemente le alte sfere militari britanniche. Si teme, infatti, che questi nuovi sommergibili russi, di classe “Kilo”, possano minacciare la sicurezza del Regno Unito, rintracciando la flotta britannica nell’Atlantico settentrionale senza essere individuati.

La “Queen Elizabeth” HMS, la portaerei nave ammiraglia della Royal Navy, e gli stessi sottomarini deterrenti nucleari britannici potrebbero risultare vulnerabili dalla tecnologia delle navi russe, dati anche il loro esteso raggio di combattimento e la capacità di colpire obiettivi sopra e sotto l’acqua e sulla terraferma.

I russi, infatti, stanno beneficiando di un enorme aumento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo, specie nei settori militari, rispetto a 15-20 anni fa: sommergibili come “Project 636-3” o “Varshavyanka”, sono già stati lanciati come parte di un lotto di 6 sottomarini, che diverrà pienamente operativo entro la fine dell’anno.  Armati di 18 siluri, mine marine e missili da crociera, i “Varshavyanka” possono probabilmente lavorare con le navi russe di rilevamento in acque profonde, per danneggiare i cavi sottomarini delle comunicazioni e intercettare i sistemi di telecomunicazione

Tutto questo preoccupa non poco l’ammiraglio Tony Rafakin, nuovo comandante generale della Royal Navy. Che non fa mistero delle sue intenzioni di rinnovare profondamente la Marina britannica: “Investiremo ancora di più nel Nord Atlantico per mantenere la libertà di manovra delle nostre unità deterrenti dal nucleare”, ha detto nella sua prima dichiarazione pubblica; mentre sulla testata “Navy News” ha scritto che l’Inghilterra deve “fare di più per rispondere a un mondo che cambia, dove c’è più concorrenza [e] maggiore rischio di conflitti tra Stato e Stato”.

“Il nuovo First Sea Lord – ha detto, al “Telegraph”, un ufficiale andato recentemente in pensione – deve far sì che il suo programma innovativo “si realizzi rapidamente e nel contesto di un ambiente politico in rapido cambiamento. In caso contrario, il cambiamento che menziona sarà solo più per il gusto di farlo, piuttosto che per ciò che è veramente richiesto” dal Regno.

Ma è sul terreno degli armamenti nucleari, oggi, proprio come negli anni ’70–‘80. il vero confronto tra Est e Ovest. Il presidente russo Vladimir Putin, infatti, informa AP, ha dichiarato il 5 agosto che la Russia dispiegherà nuovi missili a raggio intermedio solo se gli Stati Uniti lo faranno, in seguito alla scomparsa dell’accordo sui missili del 1987: e ha chiesto colloqui urgenti per prevenire una nuova, caotica corsa agli armamenti. Putin ha rilasciato la sua dichiarazione dopo che il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio del 1987 è scaduto venerdì 1° agosto: con gli USA che hanno annunciato l’intenzione di testare e dispiegare armi precedentemente vietate dal trattato. Washington ha dichiarato che il suo ritiro è stato causato dalle violazioni russe del patto: affermazione che la Russia, però, ha sempre contestato.

Putin ha condannato l’uscita degli Stati Uniti dal trattato, preannunciata dall’amministrazione Trump da quasi un anno; fatta “in modo unilaterale e con una ragione inverosimile”. Ha detto che la mossa “ha esacerbato gravemente la situazione nel mondo, e ha dichiarato che la Russia monitorerà attentamente le azioni di Washington, e risponderà adeguatamente, se vedrà che gli USA svilupperanno e dispiegheranno nuovi missili a raggio intermedio.

È probabile, osserviamo, che Donald Trump, a meno di un anno dalla nuova campagna per la Casa Bianca, eviterà di impegnarsi troppo nel negoziato coi russi per un nuovo trattato: preferendo lasciare la scelta finale a dopo il gennaio 2021, cioè a sé stesso, se verrà rieletto, o a un nuovo Presidente.

Intanto, però, il leader russo ha avvertito che l’uscita degli USA dall’INF potrebbe aprire rapidamente la strada alla scomparsa di altri patti di controllo delle armi nucleari e innescare, così, una nuova corsa agli armamenti totale, “Al fine di evitare il caos senza regole, restrizioni e leggi, è necessario soppesare tutte le conseguenze pericolose e avviare un dialogo serio senza alcuna ambiguità”, ha affermato il capo del Cremlino: “La Russia ritiene necessario riprendere senza indugio i colloqui a pieno titolo sulla stabilità strategica e sulla sicurezza”.

 

di Fabrizio Federici

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