K metro 0 – Atene – Nella giornata di giovedì, la Grecia ha apposto la firma su una serie di concessioni per esplorazioni di grandi aree a largo del Mediterraneo, in cerca di gas naturali. La mossa di Atene ha scatenato il risentimento delle organizzazioni ambientaliste, un’operazione del genere potrebbe infatti minacciare l’habitat marino.

L’accordo permetterà a un consorzio di compagnie energetiche tra Total, ExxonMobil e la Hellenic Petroleum di esplorare due aree grandi, insieme, quanto la Svizzera, ovvero 40mila km quadrati, a sud e a sudovest dell’isola di Creta. È la più recente e la più grande concessione per le ricerche di gas e petrolio nella parte ovest del Paese. Patti simili sono stati stretti anche in passato per evitare il confronto con la Turchia sull’Egeo e a est dell’isola di Creta. Ankara, al momento, ha una nave che staziona in acque dove Cipro detiene l’esclusiva sui diritti economici, e ha minacciato di spingersi ancora più verso ovest. Greenpeace e il WWF hanno chiesto alla suprema corte greca di bloccare il progetto. Secondo quanto riportato da AP, le due organizzazioni avrebbero sottolineato come un’operazione del genere potrebbe mettere a rischio specie in via d’estinzione, balene e delfini. La soluzione alternativa proposta è quella di dirottare i fondi in investimenti per le energie rinnovabili per combattere il surriscaldamento del globo. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha evidenziato gli aspetti positivi dell’accordo soprattutto in ambito economico e ha promesso il rispetto delle norme ambientali. “La Grecia sta cercando di sfruttare con determinazione le ricchezze del proprio territorio”, ha dichiarato Tsipras durante la cerimonia nella quale è stato suggellato l’accordo. L’economia ne beneficerebbe, secondo il primo ministro, dopo il periodo buio dei tre piani di salvataggio. “Quattro anni fa eravamo un Paese sull’orlo della bancarotta”, ha ribadito. “Ora vogliamo l’auto-sufficienza energetica, o almeno vogliamo avvicinarci a quell’obiettivo”. Le ricerche inizieranno il prossimo anno e dureranno per otto anni, con un’opzione per il prolungamento. Dovrebbero garantire una “panoramica completa” sull’area entro il 2023. Atene riceverà circa 8 milioni dalle concessioni.

Dimitris Ibrahim, funzionario del WWF in Grecia, ha definito l’accordo come un “momento buio” per tutta la nazione. “L’acqua è molto profonda in quell’area, qualsiasi trivellazione potrebbe causare disastri. Se dovesse esservi qualche incidente che dovesse inquinare la zona, ci sarebbero gravi ripercussioni sul turismo e sull’economia”, ha dichiarato Ibrahim. Il tratto di mare dato in concessione include una larga parte dell’Arco Ellenico, una profonda depressione sottomarina a forma di arco che va dall’isola di Corfù alla costa turca, passando per Creta. E’ un habitat di vitale importanza per le poche centinaia di capodogli, delfini e altre specie, già minacciate da reti da pesca, incidenti e inquinamento. Questi mammiferi sono particolarmente sensibili ai rumori sottomarini prodotti dai macchinari per la ricerca dei combustibili fossili, di conseguenza molto spesso vengono allontanati. Il Sonar utilizzato dalle navi da guerra, ad esempio, ha effetti mortali sulle balene, gli esperti credono che le trivelle possano fare altrettanto. Il mese scorso, dozzine di rappresentanti dei gruppi ambientalisti e scienziati hanno scritto a Tsipras, avvertendolo delle conseguenze che le concessioni avrebbero scatenato, ma non è arrivata nessuna risposta. WWF si impegnerà anche per vie legali per combattere il progetto.