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Danimarca. I socialdemocratici formeranno il nuovo governo: accordo con i partiti di sinistra

Danimarca. I socialdemocratici formeranno il nuovo governo: accordo con i partiti di sinistra

K metro 0 – Copenaghen – I tre principali partiti di sinistra in Danimarca sosterranno i socialdemocratici nella formazione del governo di minoranza, che ruoterà attorno ad un solo partito. Grazie a questo accordo il leader dei dem danesi, la 41 Mette Frederiksen, il primo ministro più giovane della storia del Paese, dopo la vittoria

K metro 0 – Copenaghen – I tre principali partiti di sinistra in Danimarca sosterranno i socialdemocratici nella formazione del governo di minoranza, che ruoterà attorno ad un solo partito. Grazie a questo accordo il leader dei dem danesi, la 41 Mette Frederiksen, il primo ministro più giovane della storia del Paese, dopo la vittoria nelle elezioni del 5 giugno.

I socialdemocratici hanno conquistato gli elettori concentrandosi soprattutto sul tema delle immigrazioni, proponendo politiche piu’ restrittive in un ritorno al passato, alle radici del partito dopo vent’anni di liberalismo. Il primo partito della Danimarca è stato all’opposizione negli ultimi quattro anni. Nonostante le ampie differenze di veduta sul welfare e sull’immigrazione, gli altri movimenti di sinistra hanno deciso di sostenere Frederiksen, che dovrebbe formare il governo nei prossimi giorni. Pur essendo una cosa abbastanza comune nella storia del Paese, Frederiksen ha ammesso che guidare un governo di minoranza sarà “un compito difficile e arduo”. “Ci sono quattro partiti molto diversi tra loro, e alcuni hanno opinioni diametralmente opposte su varie tematiche politiche”, ha dichiarato nella giornata di martedì, dopo giorni di negoziazioni con il Social People’s Party, il Red Green Unity Listi e i centristi di Social Liberals. Nel programma concordato con questi ultimi, erano presenti vari obiettivi come la promozione dell’integrazione e l’inversione di rotta sulla decisione del governo precedente di non accettare rifugiati seguendo il sistema delle quote dell’ONU. L’organizzazione intergovernativa ha stretto accordi con alcune nazioni, inclusa la Danimarca, per accogliere i migranti. Dal 1989, ne sono arrivati circa 500 ogni anno.

Tra gli obiettivi del nuovo governo anche quello di combattere l’inquinamento causato dalla plastica e quello di ridurre le emissioni di gas serra del 70% entro il 2030, come consigliato da Greenpeace. I quattro partiti danesi hanno anche concordato sulla scelta di abbandonare l’idea di spedire richiedenti asilo e carcerati stranieri in una piccola isola utilizzata in passato per portare avanti ricerca sulle malattie degli animali. Dietrofront, inoltre, su alcune misure di austerità riguardanti il settore sanitario e l’istruzione. Il ministro dell’Interno uscente, Inger Stoejberg, era stato criticato proprio dai socialdemocratici per aver stretto un accordo che ha compromesso la sua posizione sull’immigrazione. Avevano promesso, infatti, una politica stringente per poi tornare sui loro passi.

Le elezioni del 5 giugno per il parlamento danese, chiamato Folketing e composto da 179 seggi, hanno inferto un grave colpo ai populisti e al Partito popolare danese, dichiaratamente anti-immigrazione, che sosteneva il primo ministro dimissionario, Lars Loekke Rasmussen. Quest’ultimo non è riuscito a mantenere una maggioranza all’interno del parlamento dopo che i suoi alleati hanno visto colare a picco le preferenze dal 21,1% del 2015 all’8,7%.

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