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Kazakistan, tra proteste e centinaia di arresti, eletto il successore di Nazarbaev

Kazakistan, tra proteste e centinaia di arresti, eletto il successore di Nazarbaev

K metro 0 – Astana – In Kazakistan – una delle più importanti repubbliche asiatiche ex-sovietiche, in posizione strategica tra Russia e Cina, ricca di risorse energetiche – domenica 9 giugno si è votato per scegliere il successore di Nursultan Nazarbaev, il presidente che ha guidato il Paese centroasiatico sin dall’indipendenza dall’Urss, nel 1991, e

K metro 0 – Astana – In Kazakistan – una delle più importanti repubbliche asiatiche ex-sovietiche, in posizione strategica tra Russia e Cina, ricca di risorse energetiche – domenica 9 giugno si è votato per scegliere il successore di Nursultan Nazarbaev, il presidente che ha guidato il Paese centroasiatico sin dall’indipendenza dall’Urss, nel 1991, e che si è dimesso solo lo scorso marzo. Nazarbaev nella vita del Paese resta comunque una figura essenziale:addirittura, in omaggio al leader da poco “pensionato”, la capitale Astana ha cambiato il suo nome proprio in Nur- Sultan.

foto di Nursultan Nazarbaev

È delfino di Nazarbaev, infatti, il principale candidato, l’attuale presidente ad interim Kassym-Jomart Tokayev, 66 anni, già Speaker della Camera Alta: di cui si prevede la facile vittoria sugli altri sei candidati, espressi tutti da un’opposizione divisa e disorganizzata. Le proteste anti-governative in piazza, però, sono cresciute negli ultimi mesi, proprio con l’uscita di scena di Nazarbaiev – si temeva che queste elezioni presidenziali sarebbero state una farsa.

Domenica 9 giugno, infatti, mentre la Commissione per le elezioni nazionali – come riporta l’AP – ha riferito che circa il 77% degli elettori è andato a votare (le precedenti elezioni presidenziali, con l’ennesima riconferma di Nazarbaev, avevano registrato invece un tasso superiore al 90%), almeno cinquecento manifestanti dell’opposizione sono stati arrestati dalla polizia nelle principali città del Kazakistan, Nur-Sultan e Almaty. Tutto questo, quando questa giornata elettorale rappresentava, per il Paese, un importante appuntamento sul piano della credibilità internazionale: da riguadagnare dopo le elezioni del 2015, i cui risultati non sono mai stati ritenuti affidabili dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

Quattro anni fa, infatti, con percentuali “bulgare”, Nazarbayev ebbe addirittura il 98 % dei consensi: il suo candidato Tokayev, secondo i sondaggi, dovrebbe fermarsi tra il 70 e il 73%. La UE, comunque, ha inviato nel Paese asiatico 300 ispettori, per controllare la regolarità delle operazioni elettorali, ma, ovviamente, senza alcun potere d’intervento sul piano dell’ordine pubblico. Secondo un corrispondente della “France Presse”, tra i circa 500 arrestati ci sono anche due colleghi della sua agenzia, ad Almaty: il primo è stato rilasciato, al secondo è stata sequestrata l’attrezzatura. Nella stessa città sono stati fermati e poi rilasciati anche un giornalista di Radio Free Europe-Radio Liberty, Petr Trotsenko, e un cooperante norvegese. A Nur-Sultan, invece, è stato fermato e rilasciato un altro giornalista di Radio Free Europe.

Il 29 maggio il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha fatto una visita ufficiale di tre giorni in Tagikistan, Kazakhstan e Uzbekistan, che segna l’impegno dell’Unione di rafforzare i partenariati con questi paesi e con la regione nel momento in cui l’UE è sul punto di avviare la sua nuova strategia UE-Asia centrale.

Durante la sua visita in Asia centrale il presidente Tusk ha fatto diverse tappe per incontrare i leader della regione, in particolare:

Il presidente Emomali Rahmon in Tagikistan, il presidente Kassym-Jomart Tokayev e l’ex presidente Nursultan Nazarbayev in Kazakhstan, il presidente Shavkat Mirziyoyev in Uzbekistan

La cooperazione regionale e bilaterale ha figurato al primo posto dell’ordine del giorno. Altri temi prioritari sono stati i cambiamenti climatici, la protezione ambientale, la gestione delle frontiere e la sicurezza regionale e diritti umani.

Parecchi agenti, alcuni in tenuta antisommossa con scudi ed elmetti, hanno interrotto le manifestazioni nella capitale e ad Almaty, principale centro commerciale del Paese. Tre agenti di polizia sono rimasti feriti negli scontri, ha detto il viceministro dell’Interno, Marat Kozhayev: ma ancora non ci sono state comunicazioni ufficiali di accuse agli arrestati, con apertura di procedimenti penali.

Il candidato dell’opposizione, Amirzhan Kossanov, ha dichiarato ufficialmente di non avere lamentele da presentare riguardo a possibili violazioni della regolarità della campagna elettorale prima di domenica 9 giugno. “Ma il risultato più importante, il picco del processo politico elettorale”, ha aggiunto (con evidente, implicita ironia, diremmo), “è il conteggio dei voti”.

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