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Bilancio UE a lungo termine: il Parlamento chiede risorse proprie

Bilancio UE a lungo termine: il Parlamento chiede risorse proprie

K metro 0 – Bruxelles – Gli eurodeputati chiedono che l’UE abbia risorse finanziarie proprie per il prossimo bilancio a lungo termine per non dipendere principalmente dai contributi degli stati membri Il 14 marzo 2018 il Parlamento europeo ha dato il via al dibattito sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) in vigore dal 1° gennaio

K metro 0 – Bruxelles – Gli eurodeputati chiedono che l’UE abbia risorse finanziarie proprie per il prossimo bilancio a lungo termine per non dipendere principalmente dai contributi degli stati membri

Il 14 marzo 2018 il Parlamento europeo ha dato il via al dibattito sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) in vigore dal 1° gennaio 2021. Gli eurodeputati hanno approvato un pacchetto che, tra le altre cose, intende cambiare le modalità di finanziamento dell’UE, aprendo la strada a un sistema in cui l’UE abbia più risorse proprie e non debba più dipendere quasi esclusivamente dal contributo che riceve dagli stati membri.  “Noi in quanto Parlamento diciamo che non accetteremo un QFP senza risorse proprie. Siamo determinati”, ha affermato in una intervista il deputato belga dei Democratici e Liberali Gérard Deprez. La relazione sulle risorse proprie redatta da Deprez e Janusz Lewandowski, deputato polacco del Partito popolare europeo, è parte della posizione del Parlamento europeo sul prossimo quadro finanziario pluriennale. La relazione propone nuove risorse per le entrate, tra cui l’imposta sul reddito delle società, alcune tasse ambientali, l’imposta sulle operazioni finanziarie a livello europeo, una tassazione speciale per le società del settore digitale e la riforma dell’IVA.

Un sistema troppo complesso

Deprez ha dichiarato che la ragione principale della posizione netta del Parlamento nei confronti dell’opportunità di avere delle risorse proprie si trova nel Trattato. Ai sensi del Trattato di Roma, infatti, la Comunità economica europea doveva essere finanziata dai contributi degli stati membri solo per un periodo di transizione, per poi passare ad un sistema di risorse proprie. Il deputato belga ha aggiunto anche che il Parlamento è convinto che l’attuale sistema basato sul reddito nazionale lordo degli stati membri (RNL) sia “illogico e incomprensibile” e “complesso a causa di rimborsi e deroghe”.

Attualmente il quadro finanziario pluriennale è finanziato per il 70% dai contributi degli stati membri e per il 12% dall’IVA. Il restante 13% proviene da altre entrate, come le tasse pagate dal personale dell’UE o le sanzioni pecuniarie dovute dalle società che violano le regole sulla concorrenza. Secondo il deputato Lewandowski l’ideale sarebbe avere un bilancio finanziato per almeno 1/3 dalle risorse proprie. “La nostra filosofia è dire che ogni risorsa propria dovrebbe ridurre i contributi provenienti dal reddito nazionale lordo in modo che non si abbia l’impressione di pagare due volte”, ha spiegato il deputato polacco.

Riesaminare le entrate

Entrambi i relatori hanno comunque sottolineato che le risorse proprie devono essere introdotte in modo progressivo e non da un giorno all’altro. Lewandowski ha fatto notare la necessità di riesaminare spesso le risorse proprie, in particolare se si tratta di un incentivo.  L’introduzione, ad esempio, di una tassa sui sacchetti di plastica coerente con gli obiettivi di tutela ambientale porterebbe a un cambiamento delle abitudini di consumo e a una conseguente riduzione delle vendite di sacchetti di plastica. I relatori sostengono che per evitare fenomeni di volatilità del bilancio sia necessario controllare regolarmente e correggere diversi flussi di risorse.

Il 2 maggio 2018 il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker illustrerà al Parlamento le proposte per il prossimo QFP. Lewandowski presume che la Commissione europea avanzerà le proposte per 3-4 nuove risorse proprie. “Non sappiamo quali siano le proposte candidate, ma sicuramente vi è ancora un tentativo di modernizzare il fronte delle entrate del bilancio”.

Un clima favorevole per il cambiamento

Negli scorsi negoziati del 2011 Lewandowski ricopriva la carica di Commissario dell’UE per il bilancio, con il compito di raggiungere un accordo sul quadro finanziario pluriennale. Anche allora aveva avanzato delle proposte sulle risorse proprie. “Ma vi era un clima sfavorevole sulle risorse proprie. La volta scorsa c’era un clima di austerità”. Lewandowski questa volta vede un’“opportunità per il cambiamento”. Il relatore Deprez concorda sul fatto che ora ci sia un’atmosfera diversa nell’UE, grazie a conti pubblici in regola in molti paesi e una ritrovata fiducia nell’economia. Durante la plenaria di aprile a Strasburgo il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha ribadito che la Francia non vuole solo un bilancio più grande per l’UE, ma spinge anche per includere le risorse proprie nei prossimi negoziati. “Questo è il momento ideale per rilanciare il progetto europeo e dire cosa vogliamo fare insieme. È una situazione nuova. Non è sempre così, quindi dobbiamo approfittarne”, ha dichiarato Deprez.

Il bilancio UE a lungo termine  

  • Oltre al bilancio annuale l’UE elabora un bilancio a lungo termine per un periodo di almeno 5 anni.
  • L’attuale QFP relativo al periodo 2014-2020 è di €963,5 miliardi.
  • La Commissione europea presenterà le proposte per il prossimo QFP il 2 maggio 2018, con l’obiettivo di arrivare a un accordo prima delle elezioni europee di maggio 2019.
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