A Genova la seconda edizione di “Diamo un calcio alla guerra”

A Genova la seconda edizione di “Diamo un calcio alla guerra”

K metro 0 – Genova – “Kick war away”, un calcio alla guerra. Questo il messaggio forte e inequivocabile della seconda edizione del torneo interculturale per la pace organizzato dalla European Muslim League con il patrocinio di Regione Liguria e Comune di Genova. Un evento, svoltosi lo scorso 28 dicembre, al quartiere Prà, che ha

K metro 0 – Genova – “Kick war away”, un calcio alla guerra. Questo il messaggio forte e inequivocabile della seconda edizione del torneo interculturale per la pace organizzato dalla European Muslim League con il patrocinio di Regione Liguria e Comune di Genova. Un evento, svoltosi lo scorso 28 dicembre, al quartiere Prà, che ha unito adulti e bambini per abbattere le barriere, culturali, religiose o etniche. Una competizione della pace.

Alla sfida hanno risposto anche vecchie glorie, sia rossoblù sia blucerchiate. A bordo campo sono arrivate difatti leggende del calcio delle due squadre rivali (Genoa e Sampdoria) come Mario Bortolazzi, Marco Lanna e Claudio Onofri. In campo per questo torneo della pace, pure giovani atleti nati nel 2015 e 2016, insieme a squadre di adulti. Si sono affrontati con questo spirito per tutto il giorno, con partite programmate dal mattino al pomeriggio. Non potevano mancare forze di immigrati, come una squadra marocchina, una ecuadoriana e una mista di varie nazionalità. Grande l’impegno dimostrato sul campo, mentre a bordo campo era un continuo susseguirsi di interviste e foto ufficiali e non.

Al Teatro del Ponente a Voltri s’è tenuta, infine, la cerimonia istituzionale e premiazione di chi si è distinto per impegno sociale civile e umanitario, presenziata anche dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci.    “Ritrovarci anche quest’anno dimostra che la manifestazione cresce e continua a parlare al cuore delle persone – ha dichiarato all’Ansa -. ‘Un calcio alla guerra’ è una frase semplice ma potentissima: racconta il sentimento dei giovani e di tutti noi. Genova e la Liguria sono da sempre terra di incontro, accoglienza, e dialogo tra culture diverse. In questo lo sport è uno strumento fondamentale, perché dimostra che la pace non la fanno solo i grandi del mondo, la facciamo noi nelle relazioni che viviamo. Se ciascuno di noi costruisce pace intorno a sé, quella diventa pace per tutti – ha concluso l’ex sindaco di Genova. “Continuiamo, insieme, a dare un calcio alla guerra”.

Da rilevare anche la presenza di una delegazione di Pizzo Calabro (Rc). In rappresentanza della giunta guidata dal sindaco Sergio Pititto è intervenuto così l’assessore Franco Procopio, che già aveva presenziato al debutto del progetto a Serra Riccò, garantendo così una continuità istituzionale a un percorso che vede la pace come un dovere collettivo e non solo un ideale astratto.

In occasione di “Kick war away”, si registra, infine, la Dichiarazione promossa dalla Lega Europea dei Musulmani in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale degli Stati – Parlamento Internazionale per la Sicurezza e la Pace (WOS-IPSP). Con la premessa che essa riguarda tutti coloro che riconoscono l’essere umano come il valore più alto da difendere.

“Noi, riuniti a Genova, affermiamo che la pace non è un’utopia né una concessione della storia, ma una responsabilità umana condivisa. La pace nasce dalla capacità di vivere insieme tra le differenze, affrontandole con rispetto, dialogo e consapevolezza, senza violenza, senza odio e senza negare l’umanità degli altri. Riconosciamo che ogni persona possiede una dignità inviolabile, indipendentemente dall’origine, dalla fede, dalla lingua, dalla condizione sociale o dalle convinzioni.

Crediamo che il rispetto delle regole comuni, l’ascolto reciproco e il dialogo sincero siano strumenti fondamentali per trasformare le differenze in convivenza e per prevenire ogni forma di violenza.

Siamo convinti che la pace si costruisca attraverso comportamenti quotidiani, esempi concreti e scelte coerenti, in particolare attraverso l’impegno degli adulti verso le generazioni future”.

Attraverso questa Dichiarazione, Genova diventa così un luogo di impegno morale e civile, aperto al mondo, e propone un messaggio universale fondato sulla convivenza e sulla pace come scelta concreta.

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