Povertà e disagio abitativo a Roma, Caritas: “Città da vetrina con disuguaglianze”

Povertà e disagio abitativo a Roma, Caritas: “Città da vetrina con disuguaglianze”

K metro 0 – Roma – Roma brilla come una “città di cristallo”, tra grandi eventi e opere che ne cambiano il volto, ma sotto la superficie permangono povertà e disuguaglianze che toccano migliaia di persone. Nonostante un reddito medio pro capite nel 2024 superiore alla media nazionale (31.316 euro contro 24.830), il 15,8 per

K metro 0 – Roma – Roma brilla come una “città di cristallo”, tra grandi eventi e opere che ne cambiano il volto, ma sotto la superficie permangono povertà e disuguaglianze che toccano migliaia di persone. Nonostante un reddito medio pro capite nel 2024 superiore alla media nazionale (31.316 euro contro 24.830), il 15,8 per cento dei residenti è a rischio povertà, il 6,9 per cento vive in gravi condizioni abitative e il 3,2 per cento sperimenta deprivazione materiale e sociale. Segnali concreti che la ripresa economica non riguarda tutti: cresce anche la quota di lavoratori poveri, oggi all’8,5 per cento, a conferma che avere un impiego non basta più a garantire stabilità economica. È il quadro tracciato dal rapporto 2025 “La povertà a Roma: un punto di vista”, realizzato dalla Caritas diocesana di Roma e presentato questa mattina nel Palazzo del Vicariato, alla presenza del cardinale Baldo Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, Massimiliano Maselli e di Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana. Lo riporrta Nova.

Il documento evidenzia che nel 2024 a Roma l’occupazione è cresciuta dell’1,7 per cento, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 6 per cento e quello giovanile si è quasi dimezzato rispetto al 2021. Dietro questi numeri, però, si cela un divario: il 38,8 per cento dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro l’anno, mentre solo il 2,8 per cento – circa 80 mila persone – concentra quasi il 20 per cento del reddito totale. E sul fronte lavorativo, Roma mostra una doppia faccia: da un lato, l’elevata incidenza del lavoro agile (25,2 per cento, il doppio della media nazionale), dall’altro, la precarietà resta diffusa. Quasi un quinto dei lavoratori è a tempo determinato da oltre cinque anni e il 13,5 per cento percepisce salari bassi. Aumenta il numero dei lavoratori poveri (8,5 per cento) e delle famiglie monoreddito (26,3 per cento), con quasi l’8 per cento dei minori che vive in nuclei a rischio di fragilità economica. “La ripresa economica non è omogenea, le disuguaglianze persistono e la povertà assume forme sempre più sottili: educativa, abitativa, relazionale – ha sottolineato il cardinale Baldo Reina -. E mentre Roma si affaccia all’ultima parte del Giubileo, il nostro impegno non può ridursi a una celebrazione, ma deve tradursi in un’attenzione concreta alle ferite sociali della città”. Reina ha poi aggiunto che la presentazione del rapporto “serve per far prendere consapevolezza alla nostra città delle entità dei problemi che sono stati presentati, e anche delle proposte di soluzione che sono state abbozzate. Se non affrontiamo queste povertà in maniera sistematica e programmatica con una visione, rischiano tutti di farci del male, e la nostra città di questo ne è testimone”, ha concluso.

Anche il sindaco Gualtieri ha evidenziato l’importanza del rapporto della Caritas: “Non possiamo limitarci a esprimere soddisfazione per i dati economici positivi della città, come la crescita dell’occupazione superiore alla media nazionale o il reddito medio più alto. In una città così grande come Roma, i numeri minori sono numeri in termini assoluti molto grandi. I numeri ci dicono che dobbiamo vedere attraverso questo cristallo. Il rapporto ci aiuta a sottolineare questa dimensione multi faccia della povertà”, ha ribadito Gualtieri. Per Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana, Roma “ha l’urgente bisogno di far riecheggiare la melodia della coesione sociale, per proporre un’alternativa al dolore sociale che rischia sempre più di tradursi in rancore e che vede l’epicentro nella vastità di aree della città, soprattutto nelle sue periferie, dove tende ad imporsi il fenomeno della solitudine, dell’assenza di servizi, del senso di insicurezza, della mancanza di vere alternative di offerta di contenuti veri e di possibili risposte alla profonda domanda di senso per la propria vita, che proviene soprattutto dalle giovani e le giovanissime generazioni”. Sul fronte abitativo, la quota di persone che vive in abitazioni sovraffollate o con problemi strutturali, senza bagno o acqua corrente, raggiunge a Roma il 6,9 per cento, contro il 5,8 per cento della media nazionale. Ci sono 16.346 famiglie in attesa di un alloggio pubblico (graduatoria giugno 2025), oltre 7 mila delle quali in graduatoria da più di 10 anni. A tal proposito, Gualtieri ha spiegato che “come amministrazione capitolina, sul tema della casa stiamo facendo uno sforzo sovrumano di reperimento di risorse. Adesso con i nostri bandi stiamo per aumentare il patrimonio abitativo in modo significativo: 1.000 appartamenti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, è un salto molto grande”.

L’assessore regionale Maselli ha invece sottolineato l’impegno della Regione Lazio verso le persone più fragili: “Il Consiglio regionale ha approvato un piano sociale 2025-2027 che mette al centro proprio la persona fragile. Oltre a questo, la Regione Lazio ha approvato anche un piano di contrasto alla povertà 2024-2026, finanziato con fondi nazionali per un totale di 128 milioni di euro, ovvero 43 milioni l’anno. Nelle case dell’Asl di Roma abbiamo 202 nuclei familiari fragili che sono stati sistemati temporaneamente nelle case dell’Ater e che, a partire dal 2026, vedranno scadere questi contratti temporanei e quindi dovranno lasciare le abitazioni. Abbiamo varato una norma che permetterà a queste persone, che sono in lista d’attesa, di essere regolarizzate negli appartamenti. Questa è una cosa importante”, ha concluso Maselli. Tra le emergenze evidenziate dal rapporto figurano il gioco d’azzardo e la dispersione scolastica. Roma è infatti la capitale italiana del gioco d’azzardo: nel 2024 sono stati spesi oltre 8,3 miliardi di euro, quasi 600 milioni in più rispetto all’anno precedente. Mentre, sul fronte della povertà educativa il 2,3 per cento della popolazione non possiede la licenza media, mentre i giovani Neet, cioè che non lavorano e non studiano, (15-29 anni) rappresentano il 10,7 per cento del valore inferiore alla media nazionale (16,1 per cento), ma che in alcune periferie – Grottarossa Ovest, Magliana e Santa Palomba – supera il 30 per cento. A Roma sono tanti i giovani, soprattutto con famiglie di origine immigrata, che vivono in contesti poveri di stimoli e di opportunità”, segnala il rapporto, parlando di “scuole con risorse limitate, assenza di spazi per lo sport, l’arte o la musica, carenze di sostegno psicologico e sociale, situazioni familiari fragili e povertà linguistica”.

Nel complesso, nel corso del 2024, la Caritas diocesana di Roma, presente con 52 servizi diocesani e 224 centri di ascolto parrocchiali, ha incontrato 24.796 persone (+1 per cento rispetto al 2023), con un numero stimato di 60 mila beneficiari delle diverse forme di aiuto. Il 38,9 per cento delle persone si è rivolta alla Caritas per la prima volta, segnale di un bisogno nuovo, spesso legato a crisi improvvise o temporanee, come quella dei migranti di passaggio. Ma resta anche l’altra faccia della povertà: quella di lunga durata. Circa il 60 per cento frequenta i servizi da più anni; un terzo si rivolge regolarmente ai centri di ascolto o alle mense da oltre dieci anni. I servizi sanitari della Caritas di Roma hanno erogato 17.504 prestazioni (+2,7 per cento rispetto al 2023), e oltre 6.700 colloqui di triage. Le persone assistite sono state 4.181 provenienti da 109 Paesi, con un incremento del 7 per cento rispetto all’anno precedente: più della metà (2.015) si è rivolta per la prima volta ai servizi. Tra le proposte della Caritas per il futuro vi sono il ripristino e potenziamento della rete territoriale di ascolto e prossimità, investimenti sul personale sanitario, maggiore coinvolgimento del volontariato e del Terzo settore, il contrasto alle dipendenze da gioco d’azzardo e il rafforzamento dei controlli preventivi. Sul fronte abitativo, si propone invece di ampliare la rete diffusa di primissima accoglienza, affrontare in maniera multidisciplinare la questione abitativa, potenziare l’offerta pubblica e aumentare i posti per i richiedenti asilo. Sul lavoro, invece, è “necessario” rafforzare le misure disponibili come il programma europeo Gol per l’inserimento lavorativo delle fasce più in difficoltà.

Il volume, di 132 pagine, documenta le numerose iniziative promosse nel 2024, dai dati sugli aiuti alimentari e i buoni spesa, agli empori della solidarietà, alle mense sociali, all’assistenza sanitaria e all’accompagnamento sociale. Include anche approfondimenti sulla comunità peruviana, diventata la più numerosa nei servizi della Caritas, e sulla solitudine delle persone anziane.

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