Libia-Ue: missione congiunta Est-Ovest a Varsavia e Bruxelles, coinvolta Frontex

Libia-Ue: missione congiunta Est-Ovest a Varsavia e Bruxelles, coinvolta Frontex

K metro 0 – Bruxelles – Una delegazione congiunta di funzionari libici provenienti da Tripoli e Bengasi sarà in Europa dal 14 al 16 ottobre per una serie di incontri tecnici con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e con la Direzione generale Affari interni (Dg Home) della Commissione europea. La missione

K metro 0 – Bruxelles – Una delegazione congiunta di funzionari libici provenienti da Tripoli e Bengasi sarà in Europa dal 14 al 16 ottobre per una serie di incontri tecnici con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e con la Direzione generale Affari interni (Dg Home) della Commissione europea.

La missione – come riportato da “IrpiMedia” e riferito da Nova – prevede tappe a Varsavia, sede di Frontex, e a Bruxelles, per colloqui dedicati alla cooperazione nel controllo dei confini e alla gestione dei rimpatri volontari. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, tuttavia, non si tratta di una missione “riservata”, ma della prosecuzione di un percorso tecnico già avviato nei mesi scorsi: delegazioni libiche erano infatti state ricevute a Bruxelles anche lo scorso febbraio. L’iniziativa si colloca nel quadro delle attività europee per la “governance migratoria condivisa”, promosse attraverso la Missione tecnica Ue-Libia, e fa seguito alla sessione di formazione congiunta Est-Ovest tenutasi la settimana scorsa a Taranto nell’ambito della missione aeronavale europea EuNavfor Med Irini. In quell’occasione, ufficiali libici delle due sponde hanno partecipato insieme a moduli di cooperazione marittima e di sicurezza delle frontiere, confermando la volontà europea di favorire una maggiore coordinazione tra le istituzioni del Paese nordafricano.

La novità principale della prossima visita è il coinvolgimento diretto di Frontex. La decisione di estendere la cooperazione anche all’Agenzia europea delle frontiere riflette la crescente attenzione dell’Ue verso la rotta del Mediterraneo centrale, che resta la più attiva nonostante il calo generale degli arrivi in Europa. Secondo i dati più recenti del ministero dell’Interno italiano, dall’inizio del 2025 al 3 ottobre sono sbarcati in Italia 51.855 migranti via mare, un numero quasi identico a quello del 2024 ma in calo del 58 per cento rispetto al 2023. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, la Libia (e in particolare la parte occidentale del Paese) si conferma di gran lunga il principale punto di partenza, con 45.655 persone salpate, pari all’88 per cento del totale e in aumento del 46 per cento rispetto all’anno scorso. A questi si aggiungono gli oltre 10 mila migranti sbarcati in Grecia e salpati dalla Libia orientale.

Attualmente la Libia resta divisa tra due governi rivali: da una parte c’è il Governo transitorio di unità nazionale (Gun) con sede a Tripoli, guidato dal primo ministro Abdulhamid Dabaiba, leader di una delle più potenti famiglie della città di Misurata, e tecnicamente riconosciuto dalle Nazioni Unite; dall’altra c’è l’esecutivo parallelo sostenuto dalla Camera dei rappresentanti di Bengasi, legato alle forze del generale Khalifa Haftar e al suo potente Esercito nazionale libico (Enl). L’82enne “feldmaresciallo” della Cirenaica (massimo grado militare, equivalente a un generale a cinque stelle) ha peraltro da poco nominato altri due suoi figli, Saddam e Khaled, rispettivamente vice comandante del Comando generale e capo di Stato maggiore dell’Enl: un atto formale che sancisce una successione già decisa nei fatti da tempo. Da parte loro, le Nazioni Unite, tramite l’inviata Hannah Tetteh, hanno lanciato in estate una “road map” per arrivare a elezioni nazionali entro 12-18 mesi. 

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