La straordinaria follia degli attacchi a Lucia Goracci

La straordinaria follia degli attacchi a Lucia Goracci

K metro 0 – Roma – Con il massimo rispetto per Franco Basaglia, l’ennesima sortita del veterano degli attacchi mediatici Gasparri è costituita da accuse folli. L’accusa di «negazionismo» sulla strage del 7 ottobre 2023 rivolta dal parlamentare ex di destra e poi berlusconiano alla straordinaria inviata della Rai Lucia Goracci si segnala, infatti, per

K metro 0 – Roma – Con il massimo rispetto per Franco Basaglia, l’ennesima sortita del veterano degli attacchi mediatici Gasparri è costituita da accuse folli.

L’accusa di «negazionismo» sulla strage del 7 ottobre 2023 rivolta dal parlamentare ex di destra e poi berlusconiano alla straordinaria inviata della Rai Lucia Goracci si segnala, infatti, per assurdità e stravolgimento della realtà. È vero che il citato Gasparri ha scelto per sé tale funzione di censore di parte da anni: Biagi, Santoro, Freccero, Travaglio, Luttazzi, Saviano, Fazio, Scurati, Gruber, Bortone, Augias, Formigli sono entrati nelle reprimende dell’ex ministro. E non dimentichiamo che il medesimo dovette dimettersi da vicepresidente del Senato dopo le polemiche per la relazione con una società di cybersicurezza italo-israeliana (che lasciò) rivelata da Report.

Tuttavia, e ciò non può ovviamente sfuggire all’intelligenza dell’autore, l’intemerata contro una inviata particolarmente esposta e inseguita dagli occhi sorveglianti dei guerrafondai, che considerano la scritta «press» non una tutela ma un obiettivo da colpire, assume un altro sapore.

A fronte del giornalisticidio in corso a Gaza, con numeri superiori a ogni altro conflitto, mettere nel mirino con la manomissione delle parole una figura è troppo.

Non sarà un caso se le organizzazioni sindacali dei giornalisti sono subito scese in campo a difesa della coraggiosa e stimata collega, e se il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli con saggezza e moderazione ha fatto sentire una voce non supina ad un certo clima da pensiero unico.

E se Gasparri chiedesse scusa? Almeno questo. Ma è assai difficile che ciò avvenga. Comunque, per correttezza minima a Lucia Goracci va garantito un adeguato tempo di replica. Il discorso va al di là del pur pessimo episodio avvenuto nella puntata dello scorso lunedì 29 settembre nella trasmissione Re Start.

Gasparri è uno degli interpreti della stabile compagnia di giro (una ventina di persone, all’incirca) che siede dall’alba alla notte nelle decine e decine di ore dei contenitori chiamati con nobile inglesismo talk. E nella ripetitiva compagine è richiesta la recitazione di una parte: buoni, cattivi, mediani, estremi, urlatori, impertinenti, dediti all’offesa come professione. Ognuno (maschile neanche troppo sovra esteso, vista la scarsa partecipazione delle donne) svolge una funzione e lo share sale e scende a seconda del grado di polemica e di trivialità.

Ecco che le barriere etiche o deontologiche sono travolte facilmente dal richiamo dell’indice di ascolto, che costituisce l’unità di misura per la raccolta pubblicitaria. Se, poi, ad andarci di mezzo non è un altro appartenente al ceto politico (si litiga e si va al bar insieme di sovente), bensì una figura in pericolo per la serietà e la completezza dei servizi che svolge – il contrario di ogni negazionismo- poco importa. Delicatezza e rapporti umani non sono di quel mondo. Chissà se un giorno simile degenerazione dello schermo verrà rivista e ricondotta ai sentieri autorevoli dei programmi di approfondimento, non asettici e tuttavia fondati sulle notizie e sulla correttezza.

Va sottolineato che simile brutta storia sta dentro ad un clima generale, in cui la libera informazione è sotto attacco in quanto il nuovo inquietante autoritarismo non sopporta che si scoprano gli scrigni del potere, che per sopravvivere deve rimanere segreto. È il tempo degli influencer e dei propagandisti. Chi vuole svolgere con cura e coscienza il proprio lavoro incontra enormi difficoltà, fino ai pericoli estremi.

Quindi, è bene lanciare l’allarme. Non si tratta di esercitare semplicemente il rispetto della par condicio. Sono in gioco i valori fondamentali dell’ordinamento tutelato dalla Costituzione.

Giustamente si è denunciata l’assenza nella legge di delegazione europea in corso di discussione in parlamento del recepimento atteso e dovuto della direttiva Slapp (strategic lawsuit against public participation), vale a dire il testo che tutela dalle cosiddette azioni giudiziarie temerarie. Sono anni che si attende il suono della sveglia democratica contro le censure.

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Vincenzo Vita
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