K metro 0 – Londra – Il Regno Unito avvierà la produzione su larga scala di droni intercettori per aiutare l’Ucraina a contrastare gli attacchi aerei russi. I velivoli, progettati a Kiev con il supporto di scienziati britannici, si sono dimostrati efficaci contro i droni iraniani Shahed utilizzati da Mosca e sono molto meno costosi
K metro 0 – Londra – Il Regno Unito avvierà la produzione su larga scala di droni intercettori per aiutare l’Ucraina a contrastare gli attacchi aerei russi. I velivoli, progettati a Kiev con il supporto di scienziati britannici, si sono dimostrati efficaci contro i droni iraniani Shahed utilizzati da Mosca e sono molto meno costosi dei tradizionali missili di difesa.
“Questo progetto è un momento storico”, ha dichiarato il premier britannico, Keir Starmer, ribadendo la volontà di Londra di intensificare il sostegno a Kiev. Il ministro della Difesa, John Healey, ha spiegato che l’iniziativa è la prima nell’ambito dell’accordo industriale firmato con l’Ucraina, ampliato la scorsa settimana con un’intesa che prevede sviluppo congiunto e condivisione di proprietà intellettuale.
Sui droni peraltro, in una guerra che non sembra fermarsi, Kiev ha incassato il 9 settembre il sostegno strategico di Berlino per la costruzione di quelli a lungo raggio capaci di penetrare e colpire oltre le linee e in territorio russo. E il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, aveva dichiarato che sono stati siglati contratti per 300 milioni di euro.
I droni nei teatri di guerra, offrono una prospettiva aerea unica che consente un monitoraggio continuo e dettagliato del territorio. Grazie alle loro capacità di volo possono accedere a zone difficili da raggiungere e fornire immagini ad alta definizione e colpire con molta precisione, distruggendo capacità logistiche dell’avversario e contrastando il vantaggio dell’artiglieria nemica. Secondo alcuni osservatori, l’Ucraina si sta affermando nei settori chiave del cielo e dello spazio e del cyberspazio, grazie ai forte sostegno dell’industria bellica occidentale. Infatti, Zelensky a luglio scorso, rivolgendosi all’Unione Europea, aveva insistito per un “investimento urgente” di 6 miliardi di dollari per la produzione di droni intercettori, finalizzati a neutralizzare le minacce in volo.
La risposta è arrivata proprio ieri, nella dichiarazione della presidente Ursula von der Leyen, che durante il discorso dello Stato dell’Unione ha annunciato “che l’Europa anticiperà 6 miliardi di euro dal prestito G7 e stipulerà un’alleanza sui droni con l’Ucraina. “L’Ucraina ha l’ingegnosità. Ciò di cui ha bisogno ora è la scala industriale – ha continuato -. E insieme possiamo fornirgliela: affinché l’Ucraina mantenga il proprio vantaggio competitivo con la Russia e l’Europa rafforzi il proprio”. “Proporremo un nuovo programma”, che si chiamerà “Qualitative Military Edge“, ha precisato la Von der Leyen.
Se da un lato l’ingegnosità ucraina nel settore dei droni ha portato a risultati notevoli, dall’altro il sostegno americano ha giocato un ruolo cruciale nel potenziare queste capacità. Questa sinergia tra innovazione locale e supporto internazionale ha permesso all’Ucraina di emergere come un attore significativo nel campo della tecnologia bellica.
Da un recente inchiesta del New York Times è emerso inoltre che il sostegno degli Stati Uniti alla produzione di droni ucraini è stato molto più sostanziale di quanto inizialmente percepito. Documenti recentemente declassificati rivelano che, da settembre 2024, gli Stati Uniti hanno stanziato 1,5 miliardi di dollari per finanziare lo sviluppo di queste armi, oltre a inviare personale della Cia per assistere nella creazione di programmi e nella connessione tra produttori locali e aziende statunitensi.
Nel conflitto russo-ucraino, i droni Bayraktar TB2, prodotti dalla azienda turca Baykar, sono stati ampiamente utilizzati durante il conflitto, diventando simboli della resistenza ucraina. Ora saranno prodotti, grazie ad un accordo italo-turco che è stato ufficializzato in occasione del Salone Internazionale di Parigi-Le Bourget ed è finalizzato allo sviluppo di tecnologie per sistemi a pilotaggio remoto. L’italiana Leonardo e la turca Baykar saranno azionisti paritetici della nuova società, denominata LBA Systems, che avrà sede legale e operativa in Italia.