Le mine-antiuomo sono una seria minaccia ambientale in Azerbaigian

Le mine-antiuomo sono una seria minaccia ambientale in Azerbaigian

K metro 0 – Baku – Il terrorismo ecologico consiste nel danno deliberato arrecato alla flora, alla fauna e alle risorse naturali di un altro paese da parte di uno Stato o di individui, ed è una forma di aggressione che mira alla distruzione dell’ambiente. Secondo la Dichiarazione di Rio de Janeiro sull’ambiente e lo

K metro 0 – Baku – Il terrorismo ecologico consiste nel danno deliberato arrecato alla flora, alla fauna e alle risorse naturali di un altro paese da parte di uno Stato o di individui, ed è una forma di aggressione che mira alla distruzione dell’ambiente. Secondo la Dichiarazione di Rio de Janeiro sull’ambiente e lo sviluppo, le guerre non devono influenzare negativamente il processo di sviluppo sostenibile. Per questo motivo, gli Stati sono tenuti a rispettare il diritto internazionale che protegge l’ambiente durante i conflitti armati.

Tuttavia, l’Armenia non solo ha ignorato questi principi, ma li ha violati gravemente, devastando la natura nei territori dell’Azerbaigian occupati. Tra i gravi crimini commessi dall’Armenia durante quasi trenta anni di occupazione dei territori azeri, i crimini ecologici rappresentano una parte significativa. Circa cinque anni fa, durante la Guerra dei quarantaquattro giorni, l’Azerbaigian ha liberato i suoi territori. I monitoraggi condotti nelle zone liberate hanno mostrato che, oltre all’occupazione, l’Armenia ha anche attuato una politica ostile nei confronti dell’ambiente. Il terrorismo ecologico perpetrato dagli armeni ha causato gravi danni all’ecosistema della regione. Sono stati danneggiati la biodiversità, le specie di flora e fauna, le aree naturali protette, le foreste sono state incendiate, le risorse idriche sono state inquinate, e le aree boschive ricche di alberi pregiati sono state distrutte. Lo sfruttamento intenzionale delle risorse naturali, sia sotterranee che superficiali, ha rotto l’equilibrio ecologico della regione, causando danni irreparabili all’ambiente dell’Azerbaigian.

La distruzione di un ecosistema unico composto da oltre ottomila ettari di fitte foreste con querce, ginepri, pini, castagni, noci e altri alberi secolari ha inflitto un duro colpo alla biodiversità endemica. Così facendo, l’Armenia ha violato numerose convenzioni internazionali sull’ambiente a cui ha aderito, tra cui la Convenzione ONU sulla proibizione dell’uso militare o ostile di tecniche di modifica ambientale. Le foreste del Karabakh, ricche di specie arboree pregiate, sono state abbattute e trasportate all’estero. Gli uccelli e gli animali selvatici, abituati alla ricca vegetazione, sono fuggiti da queste zone. L’equilibrio ecologico è stato interrotto ed è iniziato l’erosione del suolo. Oltre a tutto ciò, oggi l’Azerbaigian è uno dei paesi che soffre più degli altri paesi a causa del terrorismo legato alle mine. Le esplosioni minacciano non solo la sicurezza e il diritto a vivere dellagente, ma causano anche gravi danni ambientali.

I rifiuti plastici derivanti dalle esplosioni influenzano negativamente la struttura del suolo, causando effetti ecologici dannosi. Le mine sepolte per lunghi periodi provocano reazioni chimiche tossiche e spesso causano la morte di animali selvatici. Secondo le stime, durante l’occupazione trentennale, l’Armenia ha posizionato oltre 1,5 milioni di mine nei territori azeri. In altre parole, il 12% del territorio nazionale è contaminato da mine e ordigni inesplosi, il che rappresenta il 28% delle terre agricole del Paese. È evidente che il terrorismo delle mine è parte integrante dei crimini di guerra commessi dall’Armenia. Anche dopo cinque anni dalla fine della guerra, il numero di vittime delle mine continua a crescere, principalmente perché l’Armenia si rifiuta di fornire mappe precise dei campi minati, e ha collocato mine anche lungo strade, nei cimiteri e in altri luoghi civili situati oltre l’ex linea del fronte. Secondo i dati ufficiali, dal 2020 a oggi, 399 cittadini azeri, in gran parte civili, sono stati vittime di mine: sessantotto sono morti e 293 sono rimasti gravemente feriti. Dal conflitto fino ad oggi, più di 3.400 azeri sono stati colpiti dalle mine, di cui 358 bambini e 38 donne.

Le difficoltà incontrate dall’Azerbaigian nelle operazioni di sminamento rallentano i lavori di ricostruzione e impediscono il ritorno di circa un milione di sfollati alle loro case. Il terrorismo delle mine attuato dall’Armenia nei territori azeri ha causato problemi ambientali di difficile soluzione, colpendo non solo l’Azerbaigian ma anche, su scala locale, la regione, e su scala globale, la biodiversità del nostro pianeta. I danni causati all’ambiente da questo terrorismo possono avere conseguenze profonde e a lungo termine. Per fermare questa distruzione brutale della natura e valutare i danni, è stata decisa l’invito di gruppi internazionali di osservazione e valutazione in Azerbaigian. Oltre a promuovere il riconoscimento internazionale degli atti di terrorismo ecologico, l’Azerbaigian continua a impegnarsi per ripristinare l’equilibrio ecologico nei territori liberati.

Dopo la Guerra Patriottica, l’Azerbaigian ha avviato la ricostruzione completa delle zone liberate a proprie spese, e ha dovuto investire ingenti risorse anche per risolvere il problema delle mine. Attualmente, le operazioni di sminamento vengono condotte utilizzando le tecnologie più moderne e avanzate a livello mondiale. Tuttavia, lo sminamento è un processo lungo e, in una regione come il Karabakh, caratterizzata da un terreno montuoso, potrebbe durare decenni.

Nonostante tutte queste difficoltà, l’Azerbaigian continua ad attuare misure per la bonifica ambientale e il ripristino dell’ecosistema nelle zone liberate. Secondo gli ultimi dati, finora sono state piantate oltre 200.000 piante su una superficie di 300 ettari e sono stati seminati circa 10.000 tonnellate di semi di quercia e platano orientale. Tutti questi fatti devono spingere la comunità internazionale a riflettere e a chiedere all’Armenia di porre fine alla sua politica di terrorismo ecologico contro l’Azerbaigian e a fornire le mappe dettagliate delle mine collocate nei territori occupati.

Salim Balayev

Presidente dell’Assocciazione pubblica per la divulgazione ecologica “Ekoloq-2010”

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