K metro 0 – Belgrado – Proteste di massa contro il governo e il presidente Aleksandar Vucic si sono svolte ieri sera a Belgrado, la capitale della Serbia, per il secondo giorno consecutivo. Le manifestazioni sono state accompagnate da blocchi stradali e da appelli alla disobbedienza civile. Le proteste si sono allargate ai social network, insieme alle richieste di fornire acqua e cibo ai manifestanti che presidiano i blocchi stradali. Sempre ieri sera, 29 giugno, un gruppo di giovani si è radunato davanti alla procura della Corte suprema di Belgrado, chiedendo il rilascio degli studenti arrestati durante i tafferugli del giorno precedente, lo riporta Nova.

Un’altra dimostrazione si è tenuta nel quartiere di Zemun, mentre il traffico automobilistico veniva bloccato in diverse zone della capitale, utilizzando cassonetti dell’immondizia e transenne. In particolare, è stato chiuso il ponte Gazela, sul fiume Sava, un’arteria di trasporto fondamentale che collega le due parti della città. I manifestanti hanno bloccato anche l’incrocio principale del quartiere Avtokomanda, che collega il centro di Belgrado con i distretti meridionali; l’autostrada per Nis e alcuni snodi stradali nei distretti di Palilula, Vracar, Rakovica e Cukarica, paralizzando di fatto i trasporti pubblici e limitando drasticamente quelli privati.

Analoghe proteste si sono verificate in tutte le altre principali città del Paese: Novi Sad, Nis, Cacak, Kragujevac, Sabac, Smederevo, Voždovac, Lazarevac, Pancevo, Uzice, Zrenjanin e Zajecar. In alcune di esse, i manifestanti hanno allestito dei villaggi di tende, mentre in altri casi sarebbero stati registrati lievi danni alle sedi del Partito Progressista Serbo, principale formazione della maggioranza di governo, cui appartiene lo stesso Vucic. Il vice primo ministro e ministro dell’Interno, Ivica Dacic, ha invitato la cittadinanza a evitare scontri con le forze dell’ordine, sottolineando che la polizia è addestrata ad agire per sedare le sommosse, esprimendo comunque l’auspicio che il suo intervento non sia necessario. Secondo il ministro, le proteste starebbero seguendo uno “scenario politico prestabilito”. Il consigliere presidenziale per le questioni regionali, nonché presidente del Partito progressista serbo, Milos Vucevic, aveva precedentemente invitato le autorità competenti a rispondere immediatamente alle proteste di piazza e ai blocchi stradali.

Sui social network, i manifestanti hanno annunciato l’inizio di un blocco totale delle strade, fin quando non saranno soddisfatte le loro richieste, tra cui il rilascio dei dimostranti arrestati e l’indizione di elezioni parlamentari anticipate. Hanno inoltre invitato i partiti di opposizione a boicottare i lavori parlamentari fino all’annuncio della data delle nuove elezioni. A causa delle proteste di massa, il trasporto pubblico a Belgrado è stato sospeso a tempo indeterminato. Già questa mattina, tuttavia, la polizia ha smantellato tutte le barricate erette dai manifestanti a Belgrado durante la scorsa notte. Diverse persone sono state arrestate per disturbo dell’ordine pubblico e per violenza a pubblico ufficiale.

Il presidente serbo Vucic si è rivolto ieri sera alla nazione. “Nessuna protesta può essere più forte dello Stato. Non so proprio a cosa stessero pensando (i manifestanti). Pensavano davvero di essere più forti dello Stato? Non c’è nessuno più forte dello Stato, come potevate immaginarlo? Che università avete frequentato? È ovvio che non avete superato molti esami”, ha dichiarato Vucic, escludendo un’amnistia per i detenuti.