K metro 0 – Vilnius – La Lituania chiederà milioni di euro di risarcimento alla Bielorussia presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, con l’accusa rivolta a Minsk di aver orchestrato la crisi migratoria ai confini del Paese baltico. Lo ha reso noto il ministero della Giustizia lituano, spiegando che i danni causati
K metro 0 – Vilnius – La Lituania chiederà milioni di euro di risarcimento alla Bielorussia presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, con l’accusa rivolta a Minsk di aver orchestrato la crisi migratoria ai confini del Paese baltico. Lo ha reso noto il ministero della Giustizia lituano, spiegando che i danni causati avrebbero un valore superiore ai 200 milioni di euro, stimati sulla base dei costi per mettere in sicurezza la frontiera nazionale.
Intanto, il commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner, partito per la Lituania per incontrare il presidente Gitanas Nausėda, il premier Gintautas Paluckas e i ministri degli Affari esteri e dell’Interno Kęstutis Budrys e Vladislav Kondratovič.
Le autorità lituane temono una possibile nuova ondata di attacchi ibridi da parte della Bielorussia sfruttando i migranti. Il presidente Aleksander Lukashenko ha invitato 150mila pachistani a far parte della forza lavoro bielorussa.
“Il commissario – fa sapere l’esecutivo Ue – discuterà questioni relative alla sicurezza interna, comprese le minacce ibride provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia che utilizzano i migranti come arma, e la situazione alla frontiera orientale dell’Unione europea”.
Brunner si recherà al valico di frontiera di Medininkai tra la Lituania e la Bielorussia per ricevere aggiornamenti sulla gestione delle frontiere, compresi i preparativi per il sistema di ingresso/uscita, sul quale questo mese è stato raggiunto un accordo per una graduale introduzione.
Nel frattempo, comunque, i rifugiati e migranti in Lituania sono tenuti in condizioni pessime ed esposti a terribili abusi, mentre molti di coloro che cercano di entrare nel paese dalla Bielorussia devono affrontare respingimenti illegali e violenti. Si tratta di persone innocenti in cerca di sicurezza, che sono state invece imprigionate e maltrattate in Europa. Lo ha denunciato Amnesty International.
Inoltre, migliaia di persone sono attualmente detenute in centri simili a prigioni dove viene loro negato l’accesso a procedure di asilo eque, mentre ci sono segnalazioni di violenze, comprese torture e altri maltrattamenti, condizioni non igieniche e mancanza di accesso a cure mediche e psicologiche. Le persone – riporta Amnesty – che protestavano contro le condizioni oppressive sono state picchiate dalle guardie con manganelli, spray al peperoncino e pistole taser e rinchiuse in isolamento. Ci sono state segnalazioni di attacchi di cani, molestie, umiliazioni sessuali e abusi razzisti.