K metro 0 – Parigi – I deputati della sinistra francese hanno presentato un doppio ricorso al Consiglio costituzionale per contestare diversi articoli della nuova legge sulla lotta al narcotraffico, approvata recentemente dal Parlamento. Una normativa che, secondo i firmatari – tra cui membri di La France Insoumise, ecologisti e comunisti – rappresenta una “seria
K metro 0 – Parigi – I deputati della sinistra francese hanno presentato un doppio ricorso al Consiglio costituzionale per contestare diversi articoli della nuova legge sulla lotta al narcotraffico, approvata recentemente dal Parlamento. Una normativa che, secondo i firmatari – tra cui membri di La France Insoumise, ecologisti e comunisti – rappresenta una “seria minaccia allo Stato di diritto”.
Nel mirino c’è innanzitutto la creazione di ali di alta sicurezza nelle carceri, destinate ai trafficanti di droga più pericolosi. Secondo i deputati, si tratta di un’aggiunta estranea al testo originale, che non prevedeva disposizioni sul sistema carcerario, e dunque “priva di legittimità formale”.
Critiche anche alla formulazione giudicata vaga di altri articoli, come quello che mira a “impedire il perseguimento o la creazione di legami” con reti criminali. “Il testo non chiarisce né la natura né l’intensità dei ‘legami’ da prevenire”, hanno dichiarato i deputati, preoccupati per le implicazioni sulla dignità umana, tra cui l’autorizzazione a perquisizioni sistematiche su tutto il corpo.
Particolarmente contestata è anche la sperimentazione dell’intelligenza algoritmica nel monitoraggio del traffico di droga – una misura già utilizzata contro il terrorismo, ma che secondo la sinistra è “sproporzionatamente invasiva della privacy”.
I parlamentari hanno inoltre criticato l’articolo che autorizza l’attivazione a distanza di dispositivi elettronici per intercettazioni, nonché la possibilità di vietare l’accesso a determinati luoghi per un mese, se ritenuti collegati ad attività criminali.
Un secondo ricorso si focalizza sulla proposta di istituire una procura nazionale antidroga, giudicata rischiosa per la creazione di disparità di trattamento tra i cittadini. Al centro delle critiche c’è anche la possibilità di creare un fascicolo separato con informazioni non accessibili né ai trafficanti né ai loro avvocati, che secondo i deputati viola i diritti della difesa.
Intanto, la Corte dei Conti ha pubblicato un rapporto critico sulla politica dell’istruzione prioritaria, chiedendone una “riforma immediata”. Il sistema REP e REP+, pensato per colmare il divario educativo nelle aree svantaggiate, ha visto il proprio costo raddoppiare in dieci anni (da 1,1 a 2,6 milioni di euro), senza però ottenere risultati soddisfacenti. “Lo slancio della riforma si è esaurito”, si legge nel rapporto, che sottolinea l’urgenza di una strategia educativa più chiara, efficace e aggiornata.
di Sandro Doria