Reform UK: un pericolo per la coesione sociale britannica

Reform UK: un pericolo per la coesione sociale britannica

K metro 0 – Londra – Mentre la Gran Bretagna si prepara alle elezioni comunali del 1° maggio, l’ascesa allarmante di Reform UK, partito di estrema destra radicato nell’islamofobia e nella retorica anti-immigrati, solleva serie preoccupazioni per la tenuta della democrazia e la coesione sociale del Paese. Nato come Brexit Party e rinominato nel 2021,

K metro 0 – Londra – Mentre la Gran Bretagna si prepara alle elezioni comunali del 1° maggio, l’ascesa allarmante di Reform UK, partito di estrema destra radicato nell’islamofobia e nella retorica anti-immigrati, solleva serie preoccupazioni per la tenuta della democrazia e la coesione sociale del Paese.

Nato come Brexit Party e rinominato nel 2021, Reform UK ha guadagnato slancio con il ritorno in politica del suo leader carismatico e controverso, Nigel Farage. Da allora, il partito ha registrato successi elettorali inquietanti, tra cui la recente vittoria alle elezioni parziali di Tameside, nella Greater Manchester, e promette di rafforzare la propria presenza a Runcorn in occasione delle imminenti elezioni locali.

Con 113 seggi comunali, molti dei quali ottenuti grazie a defezioni dal Partito Conservatore, Reform UK sta rapidamente consolidando la propria influenza, arrivando in alcuni casi a rivaleggiare – e superare – i Conservatori e i Laburisti nei sondaggi.

Un fenomeno specchio dell’ondata europea di estrema destra, dunque.

L’avanzata di Reform UK si inserisce in una più ampia tendenza europea che vede l’estrema destra guadagnare terreno, come dimostrato dall’ascesa di formazioni come l’Alternativa per la Germania (AfD). Alle elezioni generali del 2024, Reform UK ha difatti ottenuto 4,1 milioni di voti, la più alta cifra mai registrata da un partito di estrema destra nel Regno Unito.

L’attrattiva del partito si fonda sulla strumentalizzazione della questione migratoria, su un’identità nazionale esasperata e su una narrazione populista che dipinge gli immigrati e le minoranze come responsabili del declino britannico. Un messaggio amplificato da un uso aggressivo dei social media: Reform UK domina le interazioni su piattaforme come X (ex Twitter), intercettando in particolare l’attenzione dei giovani elettori.

Islamofobia e razzismo rappresentano un problema strutturale. Nonostante le smentite ufficiali, numerosi rapporti indipendenti, tra cui quello di Hope Not Hate, indicano Reform UK come la principale forza di estrema destra nel Regno Unito. L’indagine sotto copertura di Channel 4 ha rivelato commenti islamofobici e razzisti all’interno del partito, con esponenti che definiscono l’Islam come “il culto più disgustoso che esista” e propongono la chiusura delle moschee per convertirle in pub.

Nigel Farage stesso è stato a lungo al centro di polemiche per dichiarazioni controverse sui musulmani, accusati di “odiare i valori britannici” e di voler “conquistare” il Paese. Tali posizioni, condivise apertamente anche da altri esponenti e candidati del partito, alimentano un clima di ostilità che si traduce in un senso di insicurezza crescente tra le comunità musulmane.

I gruppi Facebook collegati a Reform UK sono costellati di contenuti xenofobi e teorie complottiste sulla “sostituzione etnica”, mentre in alcune circoscrizioni elettorali i musulmani riferiscono di sentirsi intimiditi o esclusi dalla rappresentanza politica.

La traiettoria di Reform UK è ulteriormente aggravata dal sostegno di gruppi estremisti come Britain First, Patriotic Alternative e figure come Tommy Robinson, che vedono nel partito un canale legittimo per promuovere ideologie suprematiste.

Mark Collett, leader di Patriotic Alternative, ha lodato la campagna elettorale di Reform, definendola “più a destra del BNP” (British National Party) e incoraggiando gli estremisti a infiltrarsi nel partito per spingerlo ulteriormente verso posizioni radicali.

Un sondaggio ha rivelato che il 28% degli elettori di Reform UK sostiene apertamente Tommy Robinson, evidenziando una sovrapposizione ideologica preoccupante con i movimenti fascisti.

Oltre alla retorica divisiva, il programma politico di Reform UK propone misure che minerebbero gravemente i diritti umani: uscita dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, abrogazione della Human Rights Act e un forte ridimensionamento delle politiche per la diversità e l’inclusione.

La selezione dei candidati del partito è spesso finita sotto accusa, con numerosi esponenti rimossi per aver diffuso contenuti razzisti e complottisti online, confermando una cultura interna tollerante verso l’estremismo.

La crescita di Reform UK rappresenta una sfida seria e immediata alla democrazia britannica, ai diritti delle minoranze e alla coesione sociale. Alimentando l’islamofobia e diffondendo narrazioni di odio, il partito rischia di aggravare ulteriormente le divisioni interne al Paese.

In un momento di crisi economica e sociale, è fondamentale che la risposta politica e civile sia ferma e unitaria: il futuro della Gran Bretagna non può essere costruito sulla paura e sull’esclusione, ma su solidarietà, inclusione e rispetto dei diritti umani.

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