Francia, mercato del lavoro previsto un peggioramento

Francia, mercato del lavoro previsto un peggioramento

K metro 0 – Parigi – Il mercato del lavoro in Francia sta mostrando segnali di rallentamento, con meno opportunità per i candidati e una crescente cautela da parte delle imprese. In un contesto internazionale incerto, il tasso di disoccupazione, attualmente al 7,3%, è destinato a salire. Secondo la Banque de France, si prevede che

K metro 0 – Parigi – Il mercato del lavoro in Francia sta mostrando segnali di rallentamento, con meno opportunità per i candidati e una crescente cautela da parte delle imprese. In un contesto internazionale incerto, il tasso di disoccupazione, attualmente al 7,3%, è destinato a salire. Secondo la Banque de France, si prevede che raggiunga il 7,8% nel 2025 e nel 2026. Il Centro di ricerca economica dell’università Sciences Po (Ofce) stima che potrebbe salire fino all’8,5% entro la fine del 2026. L’Ofce prevede anche la perdita di quasi 200.000 posti di lavoro tra il 2025 e il 2026, a causa di una crescita debole, della riduzione delle politiche occupazionali e di un numero elevato di fallimenti.

Secondo Alexandre Jules, economista di Indeed, la tendenza al rallentamento è iniziata all’inizio del 2023, con la fine delle misure straordinarie post-Covid. I dati di Indeed mostrano una flessione nel numero di annunci di lavoro. Infatti dopo un aumento significativo tra il 2020 e il 2022, il volume è passato da 197 a 129 tra la fine del 2022 e aprile 2025. Settori come la sanità, le pulizie e la ristorazione continuano a registrare assunzioni, mentre la competizione per i lavori da ufficio è aumentata. Il numero di offerte per sviluppatori IT è calato del 40% rispetto al 2020.

L’Associazione per l’occupazione dei dirigenti (Apec) segnala un calo dell’8% nelle assunzioni di dirigenti nel 2024 e prevede una nuova diminuzione del 4% nel 2025. Anche France Travail ha registrato una riduzione delle intenzioni di assunzione del 12,5% quest’anno, tornando ai livelli pre-pandemia. Audrey Richard, presidente dell’Associazione nazionale dei direttori delle risorse umane, attribuisce questo rallentamento a tensioni geopolitiche e guerre commerciali.

Dal lato dei candidati, la pressione cresce. Un sondaggio dell’istituto Ifop ha rivelato che il 22% dei lavoratori teme di perdere il posto di lavoro e che il 63% ha emozioni negative riguardo al futuro del mercato del lavoro. Alexandre Jules conclude che “cercare lavoro nel 2025 è più stressante che nel 2022”.

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