K metro 0 – Varsavia – Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato la “fine della globalizzazione ingenua” e chiesto di rendere l’economia, i mercati e i capitali del Paese più controllati dalla Polonia, come ha riferito l’agenzia di stampa polacca PAP. Il suo Paese al primo posto, dunque. Ma i successivi commenti sui
K metro 0 – Varsavia – Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato la “fine della globalizzazione ingenua” e chiesto di rendere l’economia, i mercati e i capitali del Paese più controllati dalla Polonia, come ha riferito l’agenzia di stampa polacca PAP. Il suo Paese al primo posto, dunque. Ma i successivi commenti sui profitti energetici hanno colpito le azioni.
L’indice energetico WIG di Varsavia (.ENER), che comprende una serie di aziende controllate dallo Stato, è sceso difatti di quasi il 7%, anche se il mercato più ampio è salito.
“Il primo compito dei dirigenti delle aziende statali, ad esempio, nel caso dell’energia, è quello di fornire allo Stato polacco la sicurezza energetica, alle famiglie polacche e agli imprenditori polacchi l’energia più economica possibile”, ha dichiarato il primo mimistro durante una conferenza economica. “Non necessariamente per massimizzare i profitti di una società statale”.
La frase più esemplificativa della sua determinazione è stata però la seguente: “In questa spietata competizione di ego sui mercati globali e sui fronti di guerra, la Polonia non sarà più il partner ingenuo”, ha dichiarato, avvertendo che le aziende polacche non devono essere lasciate in svantaggio rispetto ai giganti internazionali.
I Paesi europei, tra cui la Polonia, stanno dunque cercando di proteggere i propri interessi dopo che le politiche tariffarie del presidente statunitense Donald Trump hanno messo in crisi le vecchie certezze sul commercio globale.
Tusk ha poi sottolineato che il successo futuro apparterrà a coloro che impareranno le giuste lezioni dai cambiamenti globali di oggi e posizioneranno la Polonia come pronta ad affermare la propria sovranità economica e a competere su un piano di parità.
Con una mossa simbolica, ha inoltre comunicato che le operazioni del terminal merci di Sławków – situato in una posizione strategica per il commercio est-ovest – saranno interamente nelle mani di aziende polacche, rafforzando l’impegno del governo per il controllo nazionale sulle infrastrutture chiave e assicurando quella che ha definito una futura pietra miliare della ricostruzione dell’Ucraina. “Sławków sarà uno snodo fondamentale per i trasporti e la logistica della regione”, ha detto, aggiungendo che riprendere il controllo di tali beni non è solo una priorità nazionale, ma anche europea.
La Polonia “proteggerà brutalmente i nostri interessi e le aziende polacche”, aggiungendo che non ha problemi se questo viene etichettato come “nazionalismo economico”. Ha citato come esempio la costruzione della prima centrale nucleare polacca sulla costa del Mar Baltico. Il governo ha deciso che gli appaltatori polacchi riceveranno contratti per 53 miliardi di zloty (14 miliardi di dollari) del valore del progetto gestito dalla società statunitense Westinghouse Electric.
In un altro appello ad agire nell’interesse nazionale, Tusk ha poi affermato, come anticipato, che le aziende energetiche controllate dallo Stato dovrebbero dare priorità alla fornitura di energia a basso costo piuttosto che agli alti profitti. Commentando il calo delle azioni delle aziende energetiche, l’analista di Ipopema Securities Robert Maj, secondo quanto riferito da Reuters, ha dichiarato: “Penso che gli investitori stiano reagendo a queste parole, perché potrebbe significare che le tariffe per la vendita di elettricità potrebbero semplicemente scendere al di sotto dei costi di produzione”.
Tusk ha anche fatto salire le azioni del produttore di caldaie in bancarotta Rafako (RFK.WA) con un’impennata del 45%, suggerendo che il suo stabilimento potrebbe iniziare a produrre armi. “Non c’è nulla che ci impedisca… di avviare la produzione di armamenti, e sto parlando di una gamma molto ampia, nel sito dove un tempo si producevano caldaie”, ha concluso.