Torino: al Museo Egizio per scoprire la “biografia degli oggetti”

Torino: al Museo Egizio per scoprire la “biografia degli oggetti”

K metro 0 – Torino – Un viaggio nel tempo, nell’Antico Egitto, per scoprire questa grandiosa civiltà aiutati dalle nuove tecnologie. Fino al 7 giugno 2020 sarà visitabile, presso il Museo egizio di Torino, la mostra chiamata “Archeologia invisibile”, un tour sia tra pezzi unici e mummie, alla scoperta dei faraoni e della storia che

K metro 0 – Torino – Un viaggio nel tempo, nell’Antico Egitto, per scoprire questa grandiosa civiltà aiutati dalle nuove tecnologie.

Fino al 7 giugno 2020 sarà visitabile, presso il Museo egizio di Torino, la mostra chiamata “Archeologia invisibile”, un tour sia tra pezzi unici e mummie, alla scoperta dei faraoni e della storia che solo gli antichi oggetti possono narrare, ma anche in una passeggiata virtuale. Il Museo Egizio è il più antico museo del mondo, interamente dedicato alla civiltà e alla cultura egizia, è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Il museo è dedicato esclusivamente all’arte egizia, al suo interno si possono trovare mummie, papiri e tutto ciò che riguarda l’antico Egitto, compresi animali imbalsamati.

L’idea di questa mostra nasce dall’incontro tra il lavoro di ricostruzione storica degli archeologi e dei conservatori del Museo Egizio sulla propria collezione e sulla strumentazione tecnologica più recente, utilizzata per la ricerca e lo studio.

“L’intento – dichiara Enrico Ferraris egittologo del Museo Egizio di Torino, curatore e coordinatore di questo progetto espositivo – è di condurre il pubblico alla scoperta della “biografia degli oggetti”. Tutto questo, grazie alle nuove tecnologie come archeometria, studio scientifico con analisi di laboratorio dei materiali di beni di interesse storico, archeologico e videomapping, una tecnologia multimediale che permette di proiettare della luce o dei video su superfici reali, in modo da ottenere un effetto artistico ed alcuni movimenti inusuali sulle superfici interessate. L’invisibile diventa visibile e il visitatore ha la possibilità di guardare oltre l’oggetto cercando di scoprirne la storia, gli aneddoti e i segreti.

La mostra si compone di tre fasi: la fase di scavo, le analisi diagnostiche e il restauro e conservazione, poi ciascuna di esse si suddivide a sua volta in dieci sottosezioni tematiche, con la dimostrazione concreta delle differenti aree di applicazione di questa relazione fra l’egittologia e le nuove tecnologie, coadiuvata  da un’audioguida dedicata, realizzata dalla Scuola Holden, una scuola privata,  che non gode di sovvenzioni pubbliche, vive del proprio lavoro ed è di proprietà di quattro soci: Carlo Feltrinelli, l’editore, Alessandro Baricco, lo scrittore, Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, e Andrea Guerra, uno dei migliori manager d’Italia. Scuola che ha riaperto il 14 settembre 2013, di sera, con una lezione di Renzo Piano. Attualmente gli studenti che ci studiano sono oltre i 300 e  ci lavorano una quarantina di persone, decine di collaboratori, centinaia di insegnanti.

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Patrizia Grandi
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