K metro 0 – Tel Aviv – Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un piano per la creazione di 19 nuove colonie in Cisgiordania, su proposta del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e del ministro della Difesa Israel Katz. Con questa decisione sale a 69 il numero totale dei nuovi insediamenti autorizzati negli ultimi
K metro 0 – Tel Aviv – Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un piano per la creazione di 19 nuove colonie in Cisgiordania, su proposta del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e del ministro della Difesa Israel Katz. Con questa decisione sale a 69 il numero totale dei nuovi insediamenti autorizzati negli ultimi tre anni, segnando una forte accelerazione nella politica di espansione territoriale del governo guidato da Benjamin Netanyahu.
Ad annunciare il via libera è stato lo stesso Smotrich, esponente dell’estrema destra religiosa israeliana, che ha rivendicato apertamente la valenza politica del progetto: «Su questo terreno blocchiamo l’istituzione di uno Stato palestinese terrorista. Continueremo a sviluppare, costruire e a insediarci sulla terra del nostro patrimonio ancestrale». Da tempo, l’area politica a cui appartiene Smotrich considera infatti le colonie lo strumento principale per consolidare l’occupazione della Cisgiordania e impedire la nascita di uno Stato palestinese.
Il piano approvato mira anche a completare la rioccupazione di quattro località della Cisgiordania settentrionale – Homesh, Sa-Nur, Ganim e Kadim – dalle quali Israele si era ritirato nel 2005, nello stesso contesto in cui erano state evacuate le colonie nella Striscia di Gaza. Le prime due erano già state incluse in un provvedimento approvato lo scorso maggio; ora si aggiungono le ultime due.
Dei 19 insediamenti autorizzati, 11 saranno colonie completamente nuove, mentre 8 sostituiranno quelli definiti “avamposti”: insediamenti costruiti autonomamente da coloni israeliani su terreni occupati, spesso prima di qualsiasi riconoscimento ufficiale. Sebbene formalmente illegali, questi avamposti vengono in molti casi tollerati dalle autorità israeliane e successivamente regolarizzati.
Parallelamente all’espansione territoriale, è cresciuta anche l’aggressività dei coloni nei confronti della popolazione palestinese. Forti della legittimazione politica del governo e della protezione garantita dall’esercito israeliano, gli attacchi sono diventati più frequenti e violenti. Il picco si è registrato nell’autunno scorso, durante la stagione della raccolta delle olive, con oltre otto aggressioni al giorno: il dato più alto mai registrato.
Oltre al controllo militare e territoriale, Israele esercita una forte pressione anche sul piano economico. Dallo scorso maggio, infatti, trattiene quasi mezzo miliardo di euro di fondi che riscuote per conto dell’Autorità Nazionale Palestinese e che dovrebbe trasferirle, aggravando ulteriormente la crisi finanziaria dei territori palestinesi.
Oggi i coloni israeliani si sono scontrati con i palestinesi nella Cisgiordania settentrionale, mentre le forze israeliane presenti sul posto hanno aperto il fuoco contro i palestinesi, ferendone diversi. Lo scrive Haaretz. Secondo quanto riferito, i soldati hanno poi arrestato diversi residenti palestinesi della zona di Kafr Qaddum.













