Parigi, Cyberattacco al Ministero dell’Interno, un uomo in custodia cautelare

Parigi, Cyberattacco al Ministero dell’Interno, un uomo in custodia cautelare

K metro 0 – Parigi – L’uomo sospettato di essere all’origine del cyberattacco contro il Ministero dell’Interno francese è stato incriminato e posto in detenzione provvisoria. Lo riferisce franceinfo citando fonti giudiziarie. L’indagato è perseguito in particolare per accesso fraudolento in banda organizzata a un sistema di trattamento automatizzato di dati personali gestito dallo Stato.

K metro 0 – Parigi – L’uomo sospettato di essere all’origine del cyberattacco contro il Ministero dell’Interno francese è stato incriminato e posto in detenzione provvisoria. Lo riferisce franceinfo citando fonti giudiziarie.

L’indagato è perseguito in particolare per accesso fraudolento in banda organizzata a un sistema di trattamento automatizzato di dati personali gestito dallo Stato. A suo carico anche altri capi d’accusa, tra cui mantenimento fraudolento dell’accesso, estrazione, trasmissione e riproduzione fraudolente di dati, modifica illecita di dati e partecipazione a un’associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di un reato punito fino a dieci anni di reclusione.

L’avvocato del sospettato, ha contestato la ricostruzione dell’accusa, affermando che “la presentazione dei fatti da parte della procura di Parigi non corrisponde al ruolo reale del mio assistito” e che l’istruttoria lo dimostrerà.

L’uomo è stato arrestato mercoledì in Alta Vienne, nel centro della Francia, durante un’operazione della Brigata di ricerca e intervento (BRI) condotta senza incidenti in un villaggio a nord di Limoges. Secondo fonti vicine all’indagine, il sospettato era già stato condannato nella primavera del 2025 a un anno di reclusione con sospensione della pena per reati legati ad attacchi a sistemi informatici. L’inchiesta è affidata all’Ufficio anti-cybercriminalità (Ofac).

Il ministro dell’Interno Laurent Nuñez ha spiegato su franceinfo, che l’intrusione informatica sarebbe avvenuta tramite l’accesso a caselle di posta elettronica professionali, consentendo il recupero di codici di accesso. L’hacker avrebbe consultato diversi file sensibili, tra cui il Trattamento dei precedenti giudiziari (TAJ) e il File delle persone ricercate (FPR). Secondo il ministro, l’ampiezza delle compromissioni non è ancora nota, ma si tratterebbe di alcune decine di documenti riservati, e non di milioni di dati.

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