Trump blocca petroliere in entrata e in uscita dal Venezuela

Trump blocca petroliere in entrata e in uscita dal Venezuela

K metro 0 – Caracas – Il governo del leader venezuelano Nicolás Maduro è ormai nel mirino di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha difatti dichiarato che ordinerà un blocco “totale e completo” di tutte le petroliere soggette a sanzioni che entrano ed escono dal Venezuela. In un post su Truth Social, ha

K metro 0 – Caracas – Il governo del leader venezuelano Nicolás Maduro è ormai nel mirino di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha difatti dichiarato che ordinerà un blocco “totale e completo” di tutte le petroliere soggette a sanzioni che entrano ed escono dal Venezuela.

In un post su Truth Social, ha affermato che è stato designato come organizzazione terroristica straniera e lo ha accusato di aver rubato beni statunitensi, oltre che di “terrorismo, traffico di droga e traffico di esseri umani”.

L’amministrazione Trump ha giustificato i suoi continui attacchi contro presunte imbarcazioni dei narcotrafficanti nei Caraibi, affermando di essere ora impegnata in un “conflitto armato non internazionale” con i cartelli della droga. Dichiarazioni arrivate una settimana dopo che gli Stati Uniti hanno sequestrato una petroliera al largo delle coste del Venezuela.

Trump ha anche accusato il governo di Maduro di utilizzare il petrolio rubato per “finanziare sé stesso, il terrorismo legato al traffico di droga, la tratta di esseri umani, gli omicidi e i rapimenti”.

Da settembre, l’esercito statunitense ha ucciso almeno 90 persone in attacchi contro imbarcazioni che, secondo quanto affermato, trasportavano fentanil e altre droghe illegali verso gli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno anche inviato navi da guerra nella regione e imposto nuove sanzioni su altre sei navi che, secondo loro, trasportavano petrolio venezuelano.

Il Venezuela, che possiede appunto alcune delle più grandi riserve petrolifere accertate al mondo, ha a sua volta accusato Washington di cercare di rubare le sue risorse. Sono state inoltre imposte sanzioni su alcuni parenti del presidente Maduro e su aziende associate a quello che gli Stati Uniti definiscono il suo regime illegittimo.

Il deputato Joaquin Castro, democratico in rappresentanza del Texas, ha tuttavia affermato che “il blocco navale di Trump è senza dubbio un atto di guerra”. Ha aggiunto che giovedì 18 dicembre i legislatori statunitensi voteranno una risoluzione che “ordina al presidente di porre fine alle ostilità con il Venezuela”.

Da anni il governo di Maduro è fra i “nemici” dichiarati dagli Stati Uniti, sia sotto Trump sia sotto l’ex presidente Joe Biden, che hanno esercitato pressioni affinché fosse destituito, istituendo sanzioni severe. Nei giorni precedenti al raid, gli Stati Uniti avevano rafforzato la loro presenza militare nel Mar dei Caraibi, che confina con il Venezuela a nord.

Secondo la Bbc, questo rafforzamento militare statunitense nei Caraibi riporta alla mente, con le dovute differenze, il 1989, quando Washington destituì il presidente di Panama Manuel Noriega, accusato di traffico di droga. Alla fine di quella che Washington definì “Operazione Giusta Causa”, circa 30.000 soldati statunitensi erano stati mobilitati e Noriega era stato costretto ad abbandonare il potere e portato a Miami per essere processato con l’accusa di traffico di droga.

Sia nel caso di Noriega sia in quello del presidente venezuelano Nicolás Maduro, l’argomento principale del governo statunitense è che loro e i loro governi trafficavano droga. Entrambe le nazioni rivestono inoltre un’enorme importanza strategica – il Canale di Panama e le vaste riserve petrolifere del Venezuela – il che aumenta notevolmente la posta in gioco.

Tuttavia, la Guerra Fredda e il XXI secolo sono momenti molto diversi, e George HW Bush – che era al timone degli Stati Uniti nel 1989 – e Donald Trump sono leader davvero differenti l’uno dall’altro.

Noriega fu difatti per molti anni un agente della CIA ed è stato infine condannato sulla base di prove inconfutabili che andavano dai documenti finanziari alle testimonianze di uomini che avevano gestito voli per il traffico di droga o riciclato denaro proveniente dal traffico di droga a Panama per conto del cartello di Medellín.

Washington accusa invece Maduro di essere a capo del Cartello dei Soli, un gruppo che potrebbe comprendere membri ed ex membri dell’alta gerarchia militare venezuelana. Molti analisti della guerra alla droga mettono tuttavia in dubbio che il Cartello dei Soli sia un gruppo criminale formale o piuttosto una libera alleanza di funzionari corrotti che si sono arricchiti grazie al contrabbando di droga e risorse naturali attraverso i porti venezuelani.

Maduro nega pertanto l’esistenza di un cartello di questo tipo, descrivendolo come una “narrazione” infondata diffusa da Washington per spodestarli dal potere. Eppure, due nipoti acquisiti del presidente sudamericano sono stati arrestati ad Haiti nel 2015 durante un’operazione sotto copertura della Drug Enforcement Administration statunitense. I figli della sorella della moglie del leader del Venezuela sono stati persino sorpresi mentre tentavano di contrabbandare 800 kg di cocaina negli Stati Uniti.

L’amministrazione Trump ha ora colpito i due insieme a un terzo nipote, Carlos Erik Malpica Flores, con nuove sanzioni. In quell’occasione, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha dichiarato: “Nicolás Maduro e i suoi complici criminali in Venezuela stanno inondando gli Stati Uniti di droga che sta avvelenando il popolo americano”.

A distanza di 36 anni, il punto chiave della strategia dell’amministrazione Trump contro Maduro ruota attorno all’uso del termine “narcoterrorismo”. Un termine controverso a causa dell’ampia portata della sua definizione giuridica. Già nel 1987, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti definiva il narcoterrorismo come “il coinvolgimento di organizzazioni terroristiche e gruppi ribelli nel traffico di droga”, sottolineando che “è diventato un problema con implicazioni internazionali”.

Il Pentagono sostiene che le imbarcazioni siano obiettivi legittimi secondo le regole di ingaggio. Negli ultimi giorni, tuttavia, sono state sollevate serie domande su un secondo attacco contro una presunta imbarcazione utilizzata per il traffico di droga, avvenuto il 2 settembre, in cui sono stati uccisi due sopravvissuti al primo attacco.

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