IA, un “sinodo interreligioso dell’intelligenza”: per le grandi domande del nostro tempo

IA, un “sinodo interreligioso dell’intelligenza”: per le grandi domande del nostro tempo

K metro 0 – Roma – “Intelligenza artificiale e libertà religiosa: diritti, etica e innovazione”, questo il tema del terzo Forum che si è tenuto oggi a Palazzo Chigi con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei ministri e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Nonostante le sfide che l’I.A. pone all’uomo, le

K metro 0 – Roma – “Intelligenza artificiale e libertà religiosa: diritti, etica e innovazione”, questo il tema del terzo Forum che si è tenuto oggi a Palazzo Chigi con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei ministri e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Nonostante le sfide che l’I.A. pone all’uomo, le comunità religiose iniziano a guardare a questa nuova tecnologia come a una possibile opportunità per il bene.

Il forum ha voluto dare un primo segnale verso la costruzione di una visione condivisa – tra esponenti religiosi, accademici ed esperti – dei principali obbiettivi da perseguire sul terreno dell’intelligenza artificiale. L’IA “non è uno strumento solamente neutrale” per questo bisogna ragionare su come “garantire che gli algoritmi assicurino la sensibilità religiosa di milioni di persone” e “tutelino la riservatezza dei dati più intimi, legati alla sfera religiosa”, ha spiegato in apertura dei lavori Davide Dionisi, inviato speciale del ministro degli Esteri per la promozione della libertà religiosa e la tutela delle minoranze religiose nel mondo.

Con un richiamo deciso alla tutela della dignità della persona umana Papa Leone XIV ha salutato il Terzo Forum sulla libertà religiosa, nel telegramma inviato ai partecipanti, a firma del Cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e letto da Mons. Marco Malizia, consigliere del ministero degli Esteri, il Pontefice ha auspicato che l’incontro “offra un’attenta riflessione per sostenere e promuovere l’impegno delle istituzioni ad ogni livello affinché sia garantita un’effettiva libertà religiosa e possa svilupparsi un rispettoso e costruttivo incontro tra le diverse comunità religiose”. Allo stesso tempo, ha ricordato che l’intelligenza artificiale può essere “di valido aiuto alla società, nella misura in cui però il suo utilizzo non porti a intaccare l’identità e la dignità della persona umana e le sue libertà fondamentali”.

“Per lungo tempo si è ritenuto che tecnologia e religione fossero destinate a vivere separate” ma “la tecnologia è la rappresentazione del modo in cui l’uomo vive la sua spiritualità” ed è in quel luogo dove si sviluppano “nuovi linguaggi e nuovi modi di interpretazione della vita”, ha spiegato il sottosegretario del Dicastero Vaticano per la cultura e l’educazione, Padre Antonio Spadaro. “Le comunità religiose hanno un ruolo importante, non nell’opporsi alla tecnologia” ma “ nel comprenderne il significato e l’impatto antropologico” mentre le istituzioni “hanno il compito di garantire che le tecnologie rispettino i diritti fondamentali” e “di dialogare con gli sviluppatori tecnologici”, ha proseguito sottolineando che è “urgente un dialogo interreligioso sull’intelligenza artificiale”, perché la sfida “non è solo la tecnologia ma la visione sul tipo di società che vogliamo costruire insieme”. E lancio la proposta di un “sinodo interreligioso dell’intelligenza”.

“L’Islam insegna che l’essere umano è un custode responsabile sulla terra e Dio gli ha donato l’intelletto ma soprattutto lo spirito e il cuore”, ha detto l’imam Nader Akkad, consigliere per gli Affari religiosi del Centro islamico culturale d’Italia Grande Moschea di Roma. “Dio insegna all’uomo attraverso lo strumento, ieri era la penna oggi è l’algoritmo: un dono per scoprire quello che noi non sappiamo”. Tuttavia “l’IA può simulare, prevedere e analizzare ma la macchina non avrà mai il cuore e la coscienza vigile”. Per questo “se deleghiamo completamente le decisioni etiche, giuridiche e religiose a una macchina mettiamo a rischio la dignità umana”, ha aggiunto Akkad. “L’Ia impara da ciò che trova in rete e, ha ricordato l’imam, “la rete è piena di pregiudizi: se l’algoritmo viene educato da essi — ha spiegato — può finire per penalizzare proprio il credo religioso”. “La risposta per me sta nell’’algoretica’: un algoritmo improntato all’etica in cui l’ultima parola deve restare umana”.

Anche per la vice presidente dell’Unione induisti italiani, Svamini Shuddhananda Ghiri, non bisogna “biasimare o demonizzare la tecnologia” ma “la scienza nelle mani sbagliate può diventare distruttiva”; per questo “le conquiste tecnologiche, aiuto e fonte di grande beneficio” devono prestare attenzione soprattutto a tre aspetti: “velocità e comodità”, che tolgono il saper fare all’uomo, e l’isolamento, “un grande fantasma” che “mina la via del dialogo e del cammino comune”.

Uno dei dati più evidenti della rilevazione riguarda l’adozione degli strumenti di AI generativa, come ChatGPT: dalla rilevazione emerge che li utilizza spesso, più volte al giorno, il 23% degli italiani, contro il 16% del 2024. Crescono anche gli utilizzatori saltuari (32%), mentre cala sensibilmente la platea di chi non li usa mai, oggi al 45% rispetto al 56% dell’anno precedente. L’AI non è più percepita come una tecnologia distante: quasi un italiano su due (47%) ritiene che nella propria giornata ci sia “molta AI, anche se invisibile”, mentre cresce la quota di chi afferma di incontrarla “in alcuni aspetti” (31%) e diminuisce chi pensa che non ci sia affatto (22% contro il 25% del 2024).

All’evento hanno partecipato numerosi esponenti oltre che del mondo religioso, anche dell’università, della cultura e dell’informazione.

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Nizar Ramadan
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