K metro 0 – Roma – Tre fedi, una città. Il trittico in argento “Le tre religioni monoteiste sotto il cielo di Roma” racconta la volontà della Capitale di inclusione e dialogo, che attraverso tre monete da 3 euro emesse a metà novembre, rende omaggio alle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam, che convivono
K metro 0 – Roma – Tre fedi, una città. Il trittico in argento “Le tre religioni monoteiste sotto il cielo di Roma” racconta la volontà della Capitale di inclusione e dialogo, che attraverso tre monete da 3 euro emesse a metà novembre, rende omaggio alle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam, che convivono nella Capitale. Un’emissione dal valore simbolico, che trova espressione nell’iscrizione presente sul bordo di ciascuna moneta: “IN ABRAMO TRE FEDI UNA VISIONE”, richiamo alla comune radice abramitica che lega le tre religioni e invita al dialogo, alla reciproca comprensione e a un orizzonte di pace.
Si è svolta nell’Aula Giulio Cesare, in Campidoglio, la presentazione ufficiale delle monete e la loro consegna ai rappresentanti delle tre religioni monoteiste nella capitale: monsignor Vincenzo Paglia per il Cristianesimo; Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, per l’Ebraismo; l’Imam Nader Akkad della Grande Moschea di Roma per l’Islam. Roma Capitale era rappresentata dal sindaco Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha mandato un videomessaggio. Erano presenti i vertici delle varie comunità religiose di Roma, e dell’Istituto Poligrafico e della Zecca di Stato. A disegnare le monete sono state Monica e Giulia Ciucci, sorelle gemelle con la stessa passione per l’incisione, che hanno realizzato un’opera di grande levatura per il messaggio di fratellanza che viene trasmesso.

Il Sindaco Gualtieri ha detto che il trittico di monete è veicolo della “capacità dell’umanità di comprendere, capirsi, dialogare, sentirsi fratelli”. Ricordando che Roma ha “la vocazione al dialogo, alla fratellanza, all’accoglienza, alla cultura, alla pacifica convivenza interreligiosa, ospitando luoghi così importanti”. Roma “è abituata da sempre a ospitare pellegrini. C’è il dovere di rinnovare la tradizione di città che respinge l’odio, l’intolleranza”.
Ogni moneta reca al dritto il luogo di culto più rappresentativo della comunità religiosa a cui è dedicata: per il Cristianesimo la Basilica di San Pietro, per l’Ebraismo il Tempio Maggiore Ebraico di Roma e per l’Islam la Grande Moschea di Roma. Il rovescio, comune alle tre monete, raffigura un cielo stellato che richiama il sogno di Abramo (una discendenza numerosa come le stelle) e tre cerchi che rappresentano le tre religioni unite in un punto centrale: Roma. Il riferimento al tracciato michelangiolesco di Piazza del Campidoglio simboleggia la città come crocevia e luogo d’incontro di culture e fedi.
Il ministro Giancarlo Giorgetti, dal canto suo ha parlato del trittico di monete con un “alto valore simbolico” e ha ringraziato i rappresentanti delle tre religioni perché “con la loro partecipazione danno un senso di comunione e pace”. Questa iniziativa è “una risposta civile e culturale in un periodo in cui, in varie parti del mondo, è più difficile incontrarsi”. Il titolare del MEF ha aggiunto che una moneta non è solo strumento di scambio e di commercio, “è anche un messaggio, è memoria, è un racconto. E Roma è parte fondamentale di questo racconto”.
“Siamo riusciti a rappresentare attraverso tre monete cosa significhi il dialogo interreligioso e mandare un messaggio di pace in un contesto così difficile”, ha spiegato Paolo Perrone, Presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Perché la moneta la domanda rivolta ai tre rappresentanti religiosi?
Per il Rabbino Riccardo di Segni, “la moneta è un mezzo di scambio, di comunicazione, quindi comunichiamo un messaggio di Pace”. Invece, per l’imam Nader Akkad, “la moneta è un oggetto di valore, quindi mostriamo anche il nostro valore di fraternità”.
Infine per il Mons. Vincenzo Paglia, “perché vorremmo dare ad una cultura materislista una dimensione spirituale. Tutto serve per unirci, a non dividerci.”














