K metro 0 – Roma – Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro a Roma ha ospitato un evento con la proiezione del documentario “How to Poison a Planet” e un successivo dibattito. L’evento si è svolto su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini e di Davide Faraone, a moderare l’incontro è stata la giornalista Serena
K metro 0 – Roma – Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro a Roma ha ospitato un evento con la proiezione del documentario “How to Poison a Planet” e un successivo dibattito. L’evento si è svolto su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini e di Davide Faraone, a moderare l’incontro è stata la giornalista Serena Trivelloni.
Il film, diretto da Katrina McGowan e prodotto da iKandy Films e Stan Originals, racconta la più grande causa legale negli Stati Uniti sulla contaminazione dell’acqua potabile. Attraverso documenti e testimonianze inedite, il documentario mostra come l’azienda 3M sapesse già dagli anni ’70 della pericolosità dei propri composti chimici.
Con la partecipazione dell’attore e attivista Mark Ruffalo, l’opera denuncia uno dei più gravi disastri ambientali della storia, mostrando le conseguenze umane della contaminazione da PFAS, le cosiddette “sostanze chimiche eterne”, che hanno colpito comunità negli Stati Uniti, in Australia e in altri Paesi.
Il problema riguarda anche l’Italia: secondo recenti analisi di associazioni ambientaliste, il 79% dei campioni di acqua potabile contiene tracce di PFAS. Le zone più colpite sono Veneto, Lombardia e Piemonte, ma la contaminazione si sta diffondendo in tutto il Paese.
“La presenza di questi composti è stata rilevata nel sangue del 98% della popolazione mondiale,” spiega la regista McGowan. “Il film vuole essere un invito a non restare indifferenti: ciò che beviamo, mangiamo e respiriamo riguarda tutti noi.”
Tra i relatori dell’evento: la regista Katrina McGowan, gli avvocati Robert Bilott (già protagonista di Dark Waters) e Gary Douglas, e l’attore Mark Ruffalo.













