New York, elezioni sindaco, il socialista Mamdani grande favorito

New York, elezioni sindaco, il socialista Mamdani grande favorito

K metro 0 – Washington – Dopo cinque mesi di campagna elettorale, la città di New York va al voto domani, 4 novembre, per eleggere il nuovo sindaco. Il candidato del Partito democratico, il socialista Zohran Mamdani, è il grande favorito: i sondaggi del mese di ottobre gli attribuiscono un vantaggio che va da 7

K metro 0 – Washington – Dopo cinque mesi di campagna elettorale, la città di New York va al voto domani, 4 novembre, per eleggere il nuovo sindaco. Il candidato del Partito democratico, il socialista Zohran Mamdani, è il grande favorito: i sondaggi del mese di ottobre gli attribuiscono un vantaggio che va da 7 (Atlas Intel) ai 26 (Emerson College) punti di distacco sugli altri pretendenti alla successione di Eric Adams, ex poliziotto eletto nel 2021 per il Partito democratico e finito lo scorso anno al centro di una inchiesta per corruzione (nei suoi confronti il dipartimento di Giustizia dell’attuale amministrazione, guidata dal presidente Donald Trump, ha poi archiviato ogni accusa).

A sfidare Mamdani sono l’ex governatore di New York Andrew Cuomo, che si presenta come indipendente dopo aver perso le primarie democratiche lo scorso giugno, e il candidato repubblicano Curtis Sliwa, noto per essere il fondatore dei Guardian Angels, organizzazione di volontariato nata sul finire degli anni Settanta per contrastare il crimine e il malaffare all’epoca imperanti in città. Si voterà dalle 6 del mattino alle 9 di sera (i seggi chiuderanno quando in Italia saranno le 3 del mattino di mercoledì 5 novembre). Il voto anticipato si è chiuso ieri, 2 novembre, e a esprimere la propria preferenza sono stati 735 mila cittadini (un’affluenza quattro volte superiore a quella registrata nel 2021).

Gli osservatori seguono con attenzione l’esito dell’elezione non solo per via dell’importanza intrinseca di una città che, tra i suoi cinque “boroughs” (Manhattan, Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island), conta oltre 8,3 milioni di abitanti ed è dunque la più popolosa degli Stati Uniti. L’impressione diffusa è che l’eventuale vittoria di Mamdani possa dare importanti indicazioni sul futuro dei democratici in un momento storico in cui il partito appare in grande confusione, ancora alla ricerca di una strategia politica e di una via d’uscita dalla crisi aperta dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali di un anno fa. Nato nel 1991 a Kampala, in Uganda, da genitori originari dell’India (il padre, Mahmood, è professore di studi post-coloniali alla Columbia University, la madre Mira Nair è una regista e produttrice cinematografica, premiata a Cannes e a Venezia) Zohran Mamdani si definisce socialista e si è affermato alle primarie democratiche con proposte radicali su politiche abitative, trasporti pubblici e giustizia sociale e con un uso particolarmente brillante e originale della comunicazione social.

L’agenda di Mamdani promuove, tra le altre cose, misure per ridurre il costo della vita per i newyorchesi della classe operaia, con la costruzione di alloggi pubblici accessibili, affitti congelati, programmi di edilizia popolare finanziati con tasse sulle grandi aziende e sui milionari, autobus gratuiti e veloci, asili nido gratuiti e universali, negozi di generi alimentari di proprietà comunale, riforma della sicurezza pubblica con la creazione di un dipartimento per al Sicurezza comunitaria. I critici, tra i quali naturalmente Cuomo e Sliwa, giudicano tali proposte irrealistiche e troppo costose. Considerato vicino al senatore indipendente Bernie Sanders, la voce più influente dei progressisti statunitensi, Mamdani è stato definito “post-woke” per la tendenza a tenere in secondo piano le battaglie culturali e i temi legati ai diritti civili e a concentrarsi, piuttosto, sulle questioni economiche.

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