A Delhi la pioggia artificiale non risolve il problema dello smog tossico

A Delhi la pioggia artificiale non risolve il problema dello smog tossico

K metro 0 – Nuova Delhi – L’inquinamento atmosferico della capitale indiana ha raggiunto picchi altissimi e molto pericolosi. Nelle ultime due settimane, l’indice di qualità dell’aria (AQI) di Delhi, che misura il livello di PM 2,5 o particolato fine nell’aria che può persino ostruire i polmoni, ha oscillato tra 300 e 400, vale a

K metro 0 – Nuova Delhi – L’inquinamento atmosferico della capitale indiana ha raggiunto picchi altissimi e molto pericolosi. Nelle ultime due settimane, l’indice di qualità dell’aria (AQI) di Delhi, che misura il livello di PM 2,5 o particolato fine nell’aria che può persino ostruire i polmoni, ha oscillato tra 300 e 400, vale a dire quasi 20 volte il limite accettabile. E così, martedì 28 ottobre un team dell’Indian Institute of Technology (IIT) di Kanpur e del governo di Delhi hanno condotto senza successo una prova di inseminazione delle nuvole, tecnica scientifica che consiste nell’alterare le nuvole per provocare la pioggia. Sperimentazione condotta in diversi quartieri, mentre una spessa coltre di smog avvolgeva la città.

Il tentativo, il primo in 53 anni, non ha avuto “pieno successo” a causa della mancanza di umidità nell’aria. Le autorità ci hanno provato con un aereo Cessna che ha rilasciato nell’atmosfera razzi di segnalazione contenenti ioduro d’argento e cloruro di sodio.

L’IIT Kanpur ha tuttavia affermato che, nonostante la mancanza di pioggia, grazie all’esperimento di martedì si è registrata una riduzione misurabile del particolato, “indicando che anche in condizioni di umidità limitata, la semina delle nuvole può contribuire a migliorare la qualità dell’aria”.

La tecnica d’inseminazione delle nuvole per provocare la pioggia consiste nel lanciare piccole particelle, solitamente ioduro d’argento. È utilizzata in tutto il mondo, ma gli esperti dubitano dell’efficacia come misura di controllo dell’inquinamento atmosferico a lungo termine.

Il direttore dell’istituto Manindra Agarwal ha dichiarato alla BBC che questa non può essere una soluzione a lungo termine per il problema dell’inquinamento perenne di Delhi. “Il contenuto di umidità nelle nuvole era molto basso. Continueremo i nostri sforzi nel prossimo futuro”.

Eppure, già due anni fa, nel 2023, l’esperto di cambiamenti climatici e sostenibilità Abinash Mohanty aveva dichiarato alla BBC: “Non sappiamo nemmeno quali siano gli effetti della semina delle nuvole perché, in fin dei conti, si sta cercando di alterare i processi naturali e questo comporta inevitabilmente dei limiti”.

Il primo esperimento di inseminazione delle nuvole nella capitale fu condotto nel 1957, seguito da un altro tentativo nel 1972, secondo l’Istituto indiano di meteorologia tropicale. Mentre quegli esperimenti erano però finalizzati alla gestione della siccità, questa è stata la prima prova a livello locale di inseminazione delle nuvole per controllare l’inquinamento, ha affermato Agarwal. All’epoca, gli scienziati avevano anche sottolineato come si trattasse di una strategia costosa e con basse percentuali di successo. Il processo non funziona sempre, perché dipende dalla giusta quantità di umidità nelle nubi per consentire la formazione dei nuclei di ghiaccio.

A livello globale, gli esperimenti di semina hanno dato in effetti risultati contrastanti. La Cina si è vantata del proprio successo nella gestione delle piogge prima di ospitare le Olimpiadi, con Pechino che ha utilizzato razzi, cannoni e droni per la semina. Tuttavia, negli Emirati Arabi Uniti sono state sollevate alcune domande su questa tecnica, a seguito delle inondazioni che hanno colpito Dubai lo scorso anno.

Intanto, la qualità dell’aria in tutto il Punjab è precipitata a livelli pericolosi. L’aria inquinata proveniente dal Punjab orientale dell’India ha ricoperto le principali città di uno spesso smog, con Sheikhupura che ha registrato il più alto indice di qualità dell’aria a 257. Il governo provinciale ha rapidamente applicato il piano di emergenza smog per ridurre le emissioni e controllare la combustione delle stoppie.

Il picco di smog è dovuto principalmente al fumo proveniente in particolare dalle regioni industriali e agricole di Ludhiana, Jalandhar e Haryana. La combustione dei residui colturali in queste aree ha aumentato significativamente i livelli di particolato PM2,5 e PM10, intensificando le condizioni di smog in tutta la regione.

In risposta, il governo del Punjab ha avviato azioni immediate in tutta la provincia, in particolare operazioni di repressione contro fornaci di mattoni, fabbriche e veicoli che emettono fumo visibile. Le squadre sul campo del Dipartimento per la protezione dell’ambiente e del Dipartimento forestale rimangono così in servizio 24 ore su 24. E sono così sospesi in tutta l’area i processi di combustione dei residui colturali.

Le autorità stanno anche utilizzando cannoni antismog per operazioni di irrigazione e pulizia delle strade nei centri urbani. Sono stati installati irrigatori nei cantieri edili per ridurre al minimo la dispersione di polvere e utilizzati anche dei secchi per raccogliere e riutilizzare i residui colturali.

Il Dipartimento per la protezione dell’ambiente ha infine esortato i cittadini a evitare l’esposizione all’aperto non necessaria durante le ore mattutine e serali, a indossare maschere protettive e a segnalare tempestivamente alle autorità locali eventuali episodi di combustione delle stoppie.

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