K metro 0 – Erevan – Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha escluso che le azioni intraprese dalle forze dell’ordine contro i rappresentanti della Chiesa Apostolica Armena siano avvenute al di fuori delle procedure legali.

“Non credo ci siano funzionari in Armenia disposti a eseguire istruzioni illegali. Le istituzioni operano nell’ambito dei poteri previsti dalla legge. Ho appreso dai media che c’era stata una segnalazione di un crimine, a cui è seguita una risposta”, ha dichiarato Pashinyan durante un briefing con la stampa. Il premier ha inoltre affermato che “il modo migliore per evitare responsabilità penali oggi è dichiararsi oppositori politici”, commentando in modo critico alcuni casi recenti. “C’era una persona che era parte di un’organizzazione da noi creata e appena è finita nella lista dei ricercati ha iniziato a definirsi oppositore da sempre”, ha detto Pashinyan.

Secondo quanto riferito dal Comitato investigativo armeno, il 16 ottobre sono stati arrestati il primate della diocesi di Aragatsotn, il vescovo Mkrtich Proshyan, e altri cinque ecclesiastici. Gli arresti sono avvenuti nell’ambito di un procedimento penale avviato dopo la denuncia di Daniel Ioannisyan all’Ufficio del procuratore generale. La denuncia si basa sulle dichiarazioni di un altro sacerdote, padre Aram, che nel 2021 sarebbe stato costretto a partecipare a raduni dell’opposizione. Anche l’arcivescovo della diocesi, padre Garegin Arsenyan, è stato posto in stato di arresto. Le autorità hanno dichiarato che sono in corso “le necessarie azioni procedurali e probatorie”.