K metro 0 – Bruxelles – Nessuno ha mai guidato il Parlamento europeo per più di cinque anni. Roberta Metsola, 45 anni, maltese, potrebbe essere la prima a riuscirci. Secondo quanto rivelato da Euractiv, la presidente in carica e i suoi alleati di centrodestra vedono oggi una finestra favorevole per garantirsi un terzo mandato, sfruttando
K metro 0 – Bruxelles – Nessuno ha mai guidato il Parlamento europeo per più di cinque anni. Roberta Metsola, 45 anni, maltese, potrebbe essere la prima a riuscirci. Secondo quanto rivelato da Euractiv, la presidente in carica e i suoi alleati di centrodestra vedono oggi una finestra favorevole per garantirsi un terzo mandato, sfruttando la fase di debolezza del centrosinistra europeo.
L’idea metterebbe in discussione la consuetudine di rotazione alla guida dell’assemblea di Strasburgo. Un accordo non scritto tra il Partito Popolare Europeo (PPE) e i Socialisti e Democratici (S&D) prevedeva infatti che la presidenza passasse a un socialista nella seconda metà della legislatura, a partire dal 2027. Ma il calo elettorale dei partiti socialisti in diversi Paesi dell’Unione ha rimesso tutto in gioco.
Fonti interne sostengono che il PPE starebbe valutando di riproporre Metsola, offrendo in cambio un mandato pieno di cinque anni ad António Costa, ex premier portoghese e attuale presidente socialista del Consiglio europeo. Un compromesso che potrebbe servire ad attenuare le tensioni, ma che non appare affatto scontato.
Dietro le manovre si intravede la regia di Manfred Weber, leader del PPE e abile tessitore delle strategie di Bruxelles. Weber, tedesco, guida il gruppo parlamentare dal 2014 e presiede il partito dal 2022. Sempre secondo Euractiv, sarebbe lui il principale promotore della riconferma di Metsola, anche per evitare che, una volta lasciata la presidenza, possa competere direttamente con lui per la leadership del gruppo.
“Se Metsola lasciasse il Parlamento, dove andrebbe?”, si è chiesto un funzionario europeo. “L’unico ruolo disponibile sarebbe quello di capo del PPE, e Weber non è certo disposto a cederlo”.
Metsola, molto apprezzata anche fuori dal suo schieramento, ha scelto di restare a Bruxelles nonostante le pressioni del partito maltese che la voleva alla guida del governo. Negli ultimi anni ha accresciuto la visibilità del Parlamento europeo, soprattutto sulle questioni internazionali e nel sostegno all’Ucraina.
Tuttavia, diversi osservatori notano un suo progressivo avvicinamento alla destra conservatrice. Recentemente ha concesso un minuto di silenzio in memoria dell’attivista americano Charlie Kirk assassinato il 10 settembre scorso – figura vicina al movimento MAGA – e non ha ostacolato il dibattito promosso dai patrioti europei sui presunti rischi dell’immigrazione per donne e bambini.
Un atteggiamento che, se confermato, potrebbe incrinare l’equilibrio tra le forze moderate del Parlamento. “L’elezione di Metsola con una maggioranza EPP–estrema destra avrebbe conseguenze politiche significative”, ha avvertito Richard Corbett, ex eurodeputato socialista e profondo conoscitore delle dinamiche dell’Eurocamera.
Nel frattempo, l’istituzione che Metsola guida deve affrontare un’altra questione delicata. Il Parlamento europeo ha infatti deciso di impugnare la sentenza della Corte dell’Unione europea che ha dato ragione a Eva Kaili, ex vicepresidente coinvolta nello scandalo Qatargate. A luglio, il Tribunale di Lussemburgo ha stabilito che l’Eurocamera aveva violato i diritti di Kaili negandole l’accesso a documenti interni sulle indennità dei deputati, giudicando “privo di base giuridica” il rifiuto dell’amministrazione parlamentare.
Secondo Arash Saiedi, eurodeputato della sinistra, il ricorso “rischia di trasmettere un messaggio di scarsa trasparenza”. La vicenda di Kaili – che continua a respingere le accuse di corruzione e riciclaggio – resta un punto dolente per il Parlamento, ora impegnato su più fronti: la credibilità interna, la gestione delle inchieste e la partita politica per la sua guida.
Mentre a Bruxelles si prepara un nuovo equilibrio di potere, Metsola continua a muoversi con passo deciso. Se dovesse riuscire a ottenere un terzo mandato, entrerebbe nella storia dell’Eurocamera e cambierebbe per sempre le regole non scritte della sua leadership. L’avvocato di Eva Kaili non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento.