Marocco, proteste: la rabbia della Generazione Z scuote il Paese

Marocco, proteste: la rabbia della Generazione Z scuote il Paese

K metro 0 – Rabat – Il Marocco è attraversato da un’ondata di proteste giovanili senza precedenti, giunta alla quinta notte consecutiva di mobilitazioni e scontri. Migliaia di giovani manifestano nelle principali città per chiedere riforme urgenti in sanità e istruzione, contestando le spese miliardarie per i Mondiali del 2030 e denunciando una corruzione sempre

K metro 0 – Rabat – Il Marocco è attraversato da un’ondata di proteste giovanili senza precedenti, giunta alla quinta notte consecutiva di mobilitazioni e scontri. Migliaia di giovani manifestano nelle principali città per chiedere riforme urgenti in sanità e istruzione, contestando le spese miliardarie per i Mondiali del 2030 e denunciando una corruzione sempre più diffusa.

Le proteste sono esplose il 27 settembre scorso, in seguito al ferimento di un giovane a Oujda da parte di un veicolo della polizia. La diffusione virale del video ha infiammato il malcontento. Pochi giorni dopo, la notizia della morte di otto donne durante il parto in un ospedale pubblico di Agadir ha aggravato la tensione, diventando simbolo del collasso del sistema sanitario.

Le manifestazioni sono guidate da giovani della cosiddetta “Generazione Z”, organizzati in modo orizzontale tramite social come TikTok, Instagram e Discord. Senza leader ufficiali, ma con slogan forti e chiari: “Gli stadi ci sono, ma dove sono gli ospedali?”.

Le mobilitazioni, iniziate in alcune aree periferiche, si sono rapidamente estese a città come Marrakech, Salé, Casablanca e Agadir. In molti casi, sono degenerate in violenti scontri con la polizia: lanci di pietre, assalti a banche, veicoli incendiati.

La risposta dello Stato è stata dura: oltre 400 arresti, 193 processi già avviati, più di 260 feriti tra le forze dell’ordine e alcune decine tra i manifestanti. A Leqliaa, vicino ad Agadir, la polizia ha aperto il fuoco durante un assalto a una stazione, uccidendo due giovani. Le autorità parlano di legittima difesa.

I manifestanti chiedono riforme strutturali nei settori chiave della sanità e dell’istruzione, maggiore trasparenza nella gestione pubblica e una revisione delle priorità economiche. Tra le critiche principali, i fondi destinati al Mondiale 2030, ritenuti sproporzionati rispetto alle gravi carenze nei servizi di base.

Il governo ha promesso “ascolto e dialogo”, ma ha ribadito che le manifestazioni non autorizzate saranno represse con decisione. Intanto, organizzazioni per i diritti umani denunciano abusi, arresti arbitrari e chiedono la liberazione dei manifestanti non violenti.

La tensione resta alta. In gioco non ci sono solo servizi pubblici più efficienti, ma anche la credibilità delle istituzioni e la tenuta del consenso in una monarchia che, per molti giovani, appare sempre più distante.

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Joseph Villeroy
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